Il ripetersi dei disturbi passando
Buongiorno,
ho 34 anni e all'età di 26 anni mi fu diagnosticata un'infezione da Clamydia, risolta con un ciclo antibiotico.Poi per alcuni anni ho manifestato problemi di carica batterica elevata di entorococcus faecalis ed escherichia coli, risolti periodicamente con ulteriori cicli antibiotici.
Inutile dire che questo strascico infettivo aveva generato anche problemi di sterilità che si manifestava con grave astenospermia.
I dottori con cui mi trovavo in cura mi hanno consigliato di lasciar passare del tempo e ripetere ulteriori spermiogrammi non appena avessi l'intenzione di avere dei figli.
Circa un anno fa, si sono presentati nuovamente dei disturbi decisamente acutizzati rispetto a quelli avvertiti anni prima.
Dolore e bruciore durante la minzione alla punta del pene, perdite biancastre, rallentamento del flusso, sgocciolamento a distanza di alcuni minuti, dolori all'asta del pene durante l'erezione e per finire maggiore viscosità dello sperma.
Certamente, come ha diagnosticato il mio urologo di fiducia, chi mi legge potrà immaginare la diagnosi: prostatite. Diagnosi supportata anche da un massaggio per via rettale con relativo controllo al microspopio del liquido prostatico che presentava 30-40 GB per campo 400x.
Abbiamo optato per una cura antibiotica a base Levoxacin 500mg/die/4settimane.
I miglioramenti si sono avuti, solo che dopo un mese i sintomi si ripresentavano. E' un anno intero che ad intervalli, faccio cicli di antibiotici della durata di un mese, per un totale di "5 MESI DI ANTIBIOTICI".Nell' ordine abbiamo tentato con Levoxacin 500mg(3 cicli), Bassado 100mg, e per ultimo cura con BACTRIM F 2 compresse al giorno, più una pastiglia al giorno di Omnic 0,4 mg.
Questa cura al momento è ancora in corso infatti al momento sono al 15° giorno.
I miglioramenti si sono notati ma non del tutto infatti le perdite biancastre al momento continuano il bruciore è attenuato ma non scomparso.
L'urologo al momento dell'ultima visita ha cambiato diagnosi visto il ripetersi dei disturbi passando da prostatite di tipo IIIa sec. WHO a tipo II sec. WHO, ed ha affermato di non avere più soluzioni se con questa cura non si avrà risultati. Ci tengo a sottolineare che ha sembra guardato al microscopio il liquido prostatico, ma che questo non è mai stato analizzato in laboratorio.
Coltura dello sperma, delle urine, tamponi, comunque sempre negativi.
Però è subentrato un problema. Circa una settimana fa ho avuto un forte dolore all'inguine che l'urologo ha imputato alla prostatite. Tale dolore si è spostato verso il pube, per poi scomparire e spostarsi sul pene.
Adesso infatti ho il pene molto gonfio e dolente che non mi permette nemmeno di avere rapporti. Il mio medico curante (non l'urologo) mi ha visitato e fatto un'ecografia non rilevando nulla di anomalo. Ha detto che può trattarsi di un effetto collaterale degli antibiotici.(solo sul pene?)
Le analisi della mia partner risultano negative.
Grazie in anticipo.
ho 34 anni e all'età di 26 anni mi fu diagnosticata un'infezione da Clamydia, risolta con un ciclo antibiotico.Poi per alcuni anni ho manifestato problemi di carica batterica elevata di entorococcus faecalis ed escherichia coli, risolti periodicamente con ulteriori cicli antibiotici.
Inutile dire che questo strascico infettivo aveva generato anche problemi di sterilità che si manifestava con grave astenospermia.
I dottori con cui mi trovavo in cura mi hanno consigliato di lasciar passare del tempo e ripetere ulteriori spermiogrammi non appena avessi l'intenzione di avere dei figli.
Circa un anno fa, si sono presentati nuovamente dei disturbi decisamente acutizzati rispetto a quelli avvertiti anni prima.
Dolore e bruciore durante la minzione alla punta del pene, perdite biancastre, rallentamento del flusso, sgocciolamento a distanza di alcuni minuti, dolori all'asta del pene durante l'erezione e per finire maggiore viscosità dello sperma.
Certamente, come ha diagnosticato il mio urologo di fiducia, chi mi legge potrà immaginare la diagnosi: prostatite. Diagnosi supportata anche da un massaggio per via rettale con relativo controllo al microspopio del liquido prostatico che presentava 30-40 GB per campo 400x.
Abbiamo optato per una cura antibiotica a base Levoxacin 500mg/die/4settimane.
I miglioramenti si sono avuti, solo che dopo un mese i sintomi si ripresentavano. E' un anno intero che ad intervalli, faccio cicli di antibiotici della durata di un mese, per un totale di "5 MESI DI ANTIBIOTICI".Nell' ordine abbiamo tentato con Levoxacin 500mg(3 cicli), Bassado 100mg, e per ultimo cura con BACTRIM F 2 compresse al giorno, più una pastiglia al giorno di Omnic 0,4 mg.
Questa cura al momento è ancora in corso infatti al momento sono al 15° giorno.
I miglioramenti si sono notati ma non del tutto infatti le perdite biancastre al momento continuano il bruciore è attenuato ma non scomparso.
L'urologo al momento dell'ultima visita ha cambiato diagnosi visto il ripetersi dei disturbi passando da prostatite di tipo IIIa sec. WHO a tipo II sec. WHO, ed ha affermato di non avere più soluzioni se con questa cura non si avrà risultati. Ci tengo a sottolineare che ha sembra guardato al microscopio il liquido prostatico, ma che questo non è mai stato analizzato in laboratorio.
Coltura dello sperma, delle urine, tamponi, comunque sempre negativi.
Però è subentrato un problema. Circa una settimana fa ho avuto un forte dolore all'inguine che l'urologo ha imputato alla prostatite. Tale dolore si è spostato verso il pube, per poi scomparire e spostarsi sul pene.
Adesso infatti ho il pene molto gonfio e dolente che non mi permette nemmeno di avere rapporti. Il mio medico curante (non l'urologo) mi ha visitato e fatto un'ecografia non rilevando nulla di anomalo. Ha detto che può trattarsi di un effetto collaterale degli antibiotici.(solo sul pene?)
Le analisi della mia partner risultano negative.
Grazie in anticipo.
[#1]
Caro Utente,a naso,concorderei con la diagnosi del Suo medico di famiglia,sottolineando la necessita' di individuare il farmaco responsabile della reazione allergica locale che e' più frequente di quanto non pensi.quanto alla prostatite lascerei carta bianca a chi la visita dal vivo...buona Pasqua.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#3]
caro lettore,
anch'io sono dell'avviso che la sua prostatite possa essere seguita dal suo urologo che la conosce e che sembra essere attento e preciso.
Situazioni edematose del prepuzio possono essere collegabili alla prostatite o ai farmaci utilizzati.
In genere non sono fenomeni di particolare gravità
cari saluti
anch'io sono dell'avviso che la sua prostatite possa essere seguita dal suo urologo che la conosce e che sembra essere attento e preciso.
Situazioni edematose del prepuzio possono essere collegabili alla prostatite o ai farmaci utilizzati.
In genere non sono fenomeni di particolare gravità
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 11/04/2009.
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