Dolori dopo rimozione stent doppio j
Buongiorno dottori.
Lo scorso 9 marzo ho avuto un intervento di pieloplastica robotica per una stenosi del giunto al rene destro.
Ho una idronefrosi congenita peggiorata in gravidanza col peso dell’utero.
Stamattina mi hanno tolto lo stent e ho forti bruciori quando urino e anche un dolore al fianco destro.
In ospedale stamattina non mi hanno spiegato bene se questi sintomi sono normali e cosa devo aspettarmi nei prossimi giorni.
Non so come comportarmi.
L’urologo che mi ha operato è irreperibile e non so a chi rivolgermi.
Essere stata operata in piena emergenza Coronavirus non è stata una buona idea.
Lo scorso 9 marzo ho avuto un intervento di pieloplastica robotica per una stenosi del giunto al rene destro.
Ho una idronefrosi congenita peggiorata in gravidanza col peso dell’utero.
Stamattina mi hanno tolto lo stent e ho forti bruciori quando urino e anche un dolore al fianco destro.
In ospedale stamattina non mi hanno spiegato bene se questi sintomi sono normali e cosa devo aspettarmi nei prossimi giorni.
Non so come comportarmi.
L’urologo che mi ha operato è irreperibile e non so a chi rivolgermi.
Essere stata operata in piena emergenza Coronavirus non è stata una buona idea.
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A distanza di poche ore dalla rimozione dello stent la presenza di qualche dolore residuo è ampiamente giustificabile, in genere la situazione dovrebbe andare a stabilizzarsi gradualmente, magari assumendo qualche semplice antidolorifico. In assenza di febbre non insisteremmo con gli antibiotici, almeno in prima battuta. Ovviamente se entro le prossime ore/giorni i disturbi aumentassero, o comparisse febbre, la rivalutazione urologica diretta diventerebbe indispensabile. Transitoriamente, non si impegni a bere troppa acqua, poiché questo potrebbe accentuare il disturbo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Utente
Gentile dottore, dopo un paio di episodi di ematuria su carta igienica il giorno della rimozione dello stent sono stata bene. Da ieri sera invece ho arrossamento e bruciore di tutta l’area genitale e il clitoride è gonfio e rosso come un gamberetto. Ho messo esternamente micostop, l’unica pomata che ho in casa, ma non sembra migliorare. Ho nuovamente sporcato la carta igienica di sangue rosato e credo che provenga dall’uretra. Devo preoccuparmi? Devo usare qualche prodotto più specifico?
Lei mi ha consigliato di non bere troppa acqua. Va bene un litro e mezzo al giorno a piccoli sorsi?
Grazie infinite
Lei mi ha consigliato di non bere troppa acqua. Va bene un litro e mezzo al giorno a piccoli sorsi?
Grazie infinite
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Non eccedere con i liquidi è un consiglio buono per le prime ore, almeno dal nostro punto di vista, considerando che alcuni nostri Colleghi ritengono che bere molta acqua sia universalmente utile ... In talune situazioni lo facessero loro ... D'ora in avanti, se non avverte più dolenzia al fianco, diremmo che può tornare ad una buona idratazione. L'irritazione esterna la vedremmo disgiunta dalla situazione urologica, verosimilmnte si può trattare di una vulvo-vaginite da antibiotici.
[#6]
Utente
Gentile dott. Piana,
tra due giorni devo fare una ecografia renale e vescicale di controllo a 15 giorni dalla rimozione dello stent per verificare se l’apparato urinario funziona bene dopo l’intervento. Al laboratorio naturalmente mi hanno detto che per questo tipo di esame devo bere un litro d’acqua senza urinare. Dal momento che il mio intervento è legato a idronefrosi del bacinetto renale destro e che in ospedale mi è stato detto di bere poco e spesso e non trattenere mai la pipì, questo tipo di preparazione posso farla? Non vorrei provocare danni.
Grazie infinite
tra due giorni devo fare una ecografia renale e vescicale di controllo a 15 giorni dalla rimozione dello stent per verificare se l’apparato urinario funziona bene dopo l’intervento. Al laboratorio naturalmente mi hanno detto che per questo tipo di esame devo bere un litro d’acqua senza urinare. Dal momento che il mio intervento è legato a idronefrosi del bacinetto renale destro e che in ospedale mi è stato detto di bere poco e spesso e non trattenere mai la pipì, questo tipo di preparazione posso farla? Non vorrei provocare danni.
Grazie infinite
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Le ecografie urologiche vengono generalmente effettuate a vescica piena essenzialemnete perché questo è l'unico modo per poter valutare bene le pareti della vescica. Nel suo caso questo è di secondaria importanza, l'ecografia viene eseguita per controllare i reni, della vescica ci interessa relativamente meno, pertanto le indicazioni sull'idratazione preventiva non sono così tassative. Il buon senso la aiuterà a trovare una ragionevole via di mezzo!
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Il bacinetto renale non è un palloncino che appena aperto si sgonfia! La dilatazione cronica dovuta ad un difetto del giunto è generalmente destinata a risolversi solo in parte, non è possibile che il rene ritorni del tutto normale o simile a quello del lato opposto. L'intervento viene eseguito per facilitare il passaggio dell'urina, eliminando la causa del dolore ed evitando che la situazione peggiori a lungo termine con rischio di danno funzionale permanente. Pertanto non si deve affatto scoraggiare, ora è passato poco tempo, ovvio che la situazione vada rivalutata periodicamente.
[#11]
Utente
Gentile dott. Piana,
a distanza di due mesi dall’intervento di pieloplastica del giunto ho fatto una tc addome e pelvi con contrasto.
Questo il referto:
A destra il rene mostra idronefrosi con diametro AP che varia dai 27 mm a riposo ai 48 mm in fase eliminatoria (prima dell’intervento era 62 mm). Dilatati i calici a monte. Incipiente riduzione dello spessore parenchimale. Il parenchima è compresso dai calici dilatati, ma ancora ben funzionante. L’idronefrosi è sostenuta dagli esiti cicatriziali di plastica del giunto pielo-ureterale. L’uretere a valle non è ectasico. Non si ottiene alcuna opacizzazione significativa dell’uretere destro.
In attesa di un appuntamento con l’urologo che mi ha operato le volevo chiedere un parere, se possibile.
Il medico che mi ha fatto la tc era visibilmente preoccupato perché il rene destro non riusciva ad eliminare il mezzo di contrasto.
La situazione è così drammatica?
Come mi ha detto anche lei, la dilatazione non sarebbe sparita, anche perché la mia situazione è probabilmente congenita e non credo abbia mai avuto un rene normale. Lo spessore parenchimale può migliorare? Se i punti stanno creando un ostacolo al deflusso di urina perché forse quella parte di uretere è più gonfia, si potrebbe risolvere con una cura farmacologica?
Non so che pensare, speravo di risolvere con l’intervento.
Grazie mille
a distanza di due mesi dall’intervento di pieloplastica del giunto ho fatto una tc addome e pelvi con contrasto.
Questo il referto:
A destra il rene mostra idronefrosi con diametro AP che varia dai 27 mm a riposo ai 48 mm in fase eliminatoria (prima dell’intervento era 62 mm). Dilatati i calici a monte. Incipiente riduzione dello spessore parenchimale. Il parenchima è compresso dai calici dilatati, ma ancora ben funzionante. L’idronefrosi è sostenuta dagli esiti cicatriziali di plastica del giunto pielo-ureterale. L’uretere a valle non è ectasico. Non si ottiene alcuna opacizzazione significativa dell’uretere destro.
In attesa di un appuntamento con l’urologo che mi ha operato le volevo chiedere un parere, se possibile.
Il medico che mi ha fatto la tc era visibilmente preoccupato perché il rene destro non riusciva ad eliminare il mezzo di contrasto.
La situazione è così drammatica?
Come mi ha detto anche lei, la dilatazione non sarebbe sparita, anche perché la mia situazione è probabilmente congenita e non credo abbia mai avuto un rene normale. Lo spessore parenchimale può migliorare? Se i punti stanno creando un ostacolo al deflusso di urina perché forse quella parte di uretere è più gonfia, si potrebbe risolvere con una cura farmacologica?
Non so che pensare, speravo di risolvere con l’intervento.
Grazie mille
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La valutazione si basa solo marginalemnet sulla TAC, elementi di giudizio più importanti sono il fatto che lei accusi, o meno, dei diturbi e gli esiti di una scintigrafia renale dinamica, da confrontare con quella probabilmente eseguita prima dell'intervento. Se dopo l'intervento si può avere una parziale riduzione della dilatazione, la componente parechimale non può modificarsi, auspicando ovviamete che non peggiori ulteriormente.
[#13]
Utente
Gentile dottor Piana,
dovrei prenotare la scintigrafia renale di controllo dopo intervento di pieloplastica robotica. Quella che ho fatto qualche anno fa è scintigrafia renale sequenziale con test diuretico . Devo rifarla con la stessa modalità, giusto?
Dopo quante ore potrò stare nuovamente a contatto con mio figlio di 13 mesi?
Grazie
dovrei prenotare la scintigrafia renale di controllo dopo intervento di pieloplastica robotica. Quella che ho fatto qualche anno fa è scintigrafia renale sequenziale con test diuretico . Devo rifarla con la stessa modalità, giusto?
Dopo quante ore potrò stare nuovamente a contatto con mio figlio di 13 mesi?
Grazie
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Utente
Gentile dott. Piana,
il14 luglio ho fatto una scintigrafia renale sequenziale con test diuretico, ma a 6 minuti dalla fine, solo perché ho detto che avevo urgenza di urinare, si sono accorti che il computer non aveva registrato alcuna immagine. Avrebbero voluto farmi un’altra scintigrafia a distanza di una settimana, ma mi sono rifiutata. La farò da qualche altra parte. Quanto tempo deve passare secondo lei tra una scintigrafia e l’altra?
Eliminare il radiofarmaco è stato pesante per entrambi i reni e la cosa mi preoccupa perché il sinistro non mi ha mai dato problemi.
Tra l’altro da un paio di giorni appena sveglia al mattino urino poco e per me, che mi alzavo anche la notte per correre in bagno, non è normale.
Grazie mille per la sua disponibilità, come al solito.
il14 luglio ho fatto una scintigrafia renale sequenziale con test diuretico, ma a 6 minuti dalla fine, solo perché ho detto che avevo urgenza di urinare, si sono accorti che il computer non aveva registrato alcuna immagine. Avrebbero voluto farmi un’altra scintigrafia a distanza di una settimana, ma mi sono rifiutata. La farò da qualche altra parte. Quanto tempo deve passare secondo lei tra una scintigrafia e l’altra?
Eliminare il radiofarmaco è stato pesante per entrambi i reni e la cosa mi preoccupa perché il sinistro non mi ha mai dato problemi.
Tra l’altro da un paio di giorni appena sveglia al mattino urino poco e per me, che mi alzavo anche la notte per correre in bagno, non è normale.
Grazie mille per la sua disponibilità, come al solito.
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Le sue preoccupazioi sono assolutamente infondate, il radiofarmaco viene eliminato completamente nel giro di qualche ora e non può causare alcun danno funzionale. Questo a differenza del mezzo di contrasto degli esami radiologici ( es. TAC) che in talune rare situazioni può causare un danno renale, pertanto necessita di qualche attenzione in più nella somministrazione. E' presumibile che con il rialzo estivo delle temperature notturne si sudi di più (anche se in modo impercettibile) e pertanto si riduca la produzione di urina. Da qui la scomparsa temporanea degli stimoli notturni.
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 16k visite dal 15/04/2020.
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