Eiaculazione faticosa, dolore post coitale e balanite persistente
Buongiorno Egregi dottori,
ho 33 anni e mi rivolgo a questa piattaforma perché non so più dove sbattere la testa.
Il tutto è iniziato ad ottobre 2019 con una uretrite con balanopostite dovuta ad un rapporto anale non protetto con mia moglie.
Allora eseguo la giusta prassi: vado dal dermatologo venerologo, faccio tampone genitali esterno (positivo ad eschierichia coli), ciproxin per 15 gg e gentamicina crema, ovviamente, astinenza dai rapporti sessuali.
Con la cura, tutto si sistema.
A novembre allora riprendo l'attività sessuale PROTETTA e già dai primi rapporti noto questi sintomi: eiaculazione faticosa e senza getto, rossore intenso del glande con puntini rossi, meato uretrale rosso e gonfio, prepuzio gonfio.
Nessun prurito e nessun bruciore, nemmeno durante la minzione.
Pensando fosse una cosa dovuta al coito, non andai subito dallo specialista, ma quando ho visto che tutti questi sintomi passavano con fatica (anche dopo giorni) e che dopo ogni rapporto (compreso autoerotismo) si presentava sempre lo stesso quadro, con a volte dolore e gonfiore di una ghiandola inguinale di sinistra e senso di pesantezza ai testicoli, mi sono un po' preoccupato.
Sotto direttive dello specialista dermatologo, che escludeva la natura infettiva del quadro, tra novembre e marzo ho provato cure con Rev zinco ed epitheliale H, decoderm, fucidin, Lichtena med, Penta E, diprosone ed ultimo clobesol: alcune si sono mostrate totalmente inefficaci, altre parvero risolutive ma al primo rapporto sessuale (compreso autoerotismo) ero punto e a capo.
Tra l'altro a causa dell'astinenza forzata dovuta dalle cure, i rapporti sono stati veramente pochi, 2 al mese massimo, con stessa sintomatologia dermatologica che tardava a guarire ed eiaculazione senza getto.
A metà marzo per sicurezza e scrupolo rifeci esami: tampone genitale, tampone uretrale, urinocoltura e spermiocoltura.
TUTTI NEGATIVI.
Ad oggi metà aprile, con un'attività sessuale pressoché inesistente per paura di stare male, mi ritrovo con una pelle del glande che alterna giorni di normalità a giorni di rossore localizzato, con puntini rossi e difficoltà di scappellamento per pelle secca e nessun altro sintomo descritto in precedenza.
Ulteriori info su me stesso ed in merito alla faccenda:
>mia moglie non presenta alcun sintomo.
>15-20 minuti dopo la minzione o l'eiaculazione, ho da sempre perdite di urina o di sperma.
>ho sempre avuto la pelle del glande tendente alla secchezza.
>da ottobre per la detersione genitale uso solo INTIMOIL.
>non ho disfunzioni erettili, solo una libido psicologicamente azzerata
Quesito:
Devo continuare a rivolgermi al mio dermatologo o mi consigliate una visita urologica?
Ci sono altri esami specifici che possono aiutare a trovare la causa della mia situazione?
Sono abbastanza demoralizzato, ma spero in un vostro aiuto.
Cordiali saluti
ho 33 anni e mi rivolgo a questa piattaforma perché non so più dove sbattere la testa.
Il tutto è iniziato ad ottobre 2019 con una uretrite con balanopostite dovuta ad un rapporto anale non protetto con mia moglie.
Allora eseguo la giusta prassi: vado dal dermatologo venerologo, faccio tampone genitali esterno (positivo ad eschierichia coli), ciproxin per 15 gg e gentamicina crema, ovviamente, astinenza dai rapporti sessuali.
Con la cura, tutto si sistema.
A novembre allora riprendo l'attività sessuale PROTETTA e già dai primi rapporti noto questi sintomi: eiaculazione faticosa e senza getto, rossore intenso del glande con puntini rossi, meato uretrale rosso e gonfio, prepuzio gonfio.
Nessun prurito e nessun bruciore, nemmeno durante la minzione.
Pensando fosse una cosa dovuta al coito, non andai subito dallo specialista, ma quando ho visto che tutti questi sintomi passavano con fatica (anche dopo giorni) e che dopo ogni rapporto (compreso autoerotismo) si presentava sempre lo stesso quadro, con a volte dolore e gonfiore di una ghiandola inguinale di sinistra e senso di pesantezza ai testicoli, mi sono un po' preoccupato.
Sotto direttive dello specialista dermatologo, che escludeva la natura infettiva del quadro, tra novembre e marzo ho provato cure con Rev zinco ed epitheliale H, decoderm, fucidin, Lichtena med, Penta E, diprosone ed ultimo clobesol: alcune si sono mostrate totalmente inefficaci, altre parvero risolutive ma al primo rapporto sessuale (compreso autoerotismo) ero punto e a capo.
Tra l'altro a causa dell'astinenza forzata dovuta dalle cure, i rapporti sono stati veramente pochi, 2 al mese massimo, con stessa sintomatologia dermatologica che tardava a guarire ed eiaculazione senza getto.
A metà marzo per sicurezza e scrupolo rifeci esami: tampone genitale, tampone uretrale, urinocoltura e spermiocoltura.
TUTTI NEGATIVI.
Ad oggi metà aprile, con un'attività sessuale pressoché inesistente per paura di stare male, mi ritrovo con una pelle del glande che alterna giorni di normalità a giorni di rossore localizzato, con puntini rossi e difficoltà di scappellamento per pelle secca e nessun altro sintomo descritto in precedenza.
Ulteriori info su me stesso ed in merito alla faccenda:
>mia moglie non presenta alcun sintomo.
>15-20 minuti dopo la minzione o l'eiaculazione, ho da sempre perdite di urina o di sperma.
>ho sempre avuto la pelle del glande tendente alla secchezza.
>da ottobre per la detersione genitale uso solo INTIMOIL.
>non ho disfunzioni erettili, solo una libido psicologicamente azzerata
Quesito:
Devo continuare a rivolgermi al mio dermatologo o mi consigliate una visita urologica?
Ci sono altri esami specifici che possono aiutare a trovare la causa della mia situazione?
Sono abbastanza demoralizzato, ma spero in un vostro aiuto.
Cordiali saluti
[#1]
Buongiorno Carissimo.
Mi sembra di capire che dopo la prima valutazione e terapia dermatologica ha continuato a rivolgersi al dermatologo.
Penso che sia ora che Lei si faccia vedere da un Urologo Andrologo.
Come sta inquadrando la situazione, pur con tutte le limitazioni del caso, si prospetta come una prostatite.
Gli arrossamenti che evidenzia e gli altri sintomi potrebbero essere secondari ad una flogosi prostatica che non potrà mai risolversi con terapie locali.
Quando questa situazione di lock-down si sarà risolta si faccia valutare da un collega vicino a Lei e intraprenda un percorso diagnostico terapeutico specifico.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Mi sembra di capire che dopo la prima valutazione e terapia dermatologica ha continuato a rivolgersi al dermatologo.
Penso che sia ora che Lei si faccia vedere da un Urologo Andrologo.
Come sta inquadrando la situazione, pur con tutte le limitazioni del caso, si prospetta come una prostatite.
Gli arrossamenti che evidenzia e gli altri sintomi potrebbero essere secondari ad una flogosi prostatica che non potrà mai risolversi con terapie locali.
Quando questa situazione di lock-down si sarà risolta si faccia valutare da un collega vicino a Lei e intraprenda un percorso diagnostico terapeutico specifico.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Dott. Andrea Loreto
Roma - Reggio Emilia - Parma
+39 3515262627
Info@andrealoreto.it
www.andrealoreto.it
[#2]
Utente
La ringrazio molto dottore, già solo per aver risposto mi è stato sicuramente di aiuto.
Purtroppo la situazione di lock down non è molto di aiuto in questo momento, poiché io indipendentemente dai rapporti ho questa balanite persistente che influisce negativamente sulla mia virilità, sul mio umore e sulla mia libido.
Non so più cosa fare, se non provare dall'urologo.
La ringrazio comunque di cuore.
Cordiali saluti
Purtroppo la situazione di lock down non è molto di aiuto in questo momento, poiché io indipendentemente dai rapporti ho questa balanite persistente che influisce negativamente sulla mia virilità, sul mio umore e sulla mia libido.
Non so più cosa fare, se non provare dall'urologo.
La ringrazio comunque di cuore.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.3k visite dal 13/04/2020.
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