Esito tac pelvi per sospetto carcinoma uroteliale

Gent.
mi dottori,
mio nonno 87enne ha di recente effettuato una tac total body per sospetto carcinoma uroteliale e dall’esito della tomografia completa intendiamo avere delucidazioni su quanto si evince dall’esame.
Premetto che la necessità di eseguire una tomografia assiale computerizzata è nata dall’insorgenza di ematuria, dolore pelvico e bruciore durante la minzione.
Orbene, l’esito evince effettivamente la presenza di una neoformazione e il referto riporta quanto segue:

Vescica incompletamente distesa ed a pareti marcatamente irregolari per la presenza di voluminosa neoformazione a larga base di impianto della parete laterale destra di circa 6cm di diametro massimo, che coinvolge la regione emitrigonale omolaterale senza tuttavia determinare significativo ostacolo al deflusso dell’urina.
Si associa evidente sviluppo della lesione anche in sede extramurale.


Alla luce di ciò, ci è stato consigliato di sottoporlo ad un ciclo di radioterapie e di effettuare un esame citologico delle urine il cui referto non ci è per nulla chiaro:

Quadro citologico caratterizzato dalla presenza di cellule della flogosi e detriti citolitici tra cui si osservano uroteliociti denotanti atipie di grado moderato e/o severo sospette per carcinoma uroteliale di alto grado.


Grazie in anticipo per l’interessamento
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
La malattia pare purtroppo piuttosto avanzata così com l'età e questo impone delle limitazioni sulla strategia terapeutica. In ogni caso, in genere si effettua l'intervento endoscopico (elettroesezione o TURB) che permette di ottenere materiale per l'esame istologico e al tempo stesso ridurre la massa neoplastica. Una volta definiti con chiarezza i caratteri del tumore, se ne venisse confermata l'ivasività (cosa probabile visto l'esito della TAC), si porrebbe la scelta fra una soluzione chirurgica con asportazione della vescica e confezionamento di una redivazione delle urine, oppure una radioterapia. Alla nobile tà di 87 anni molto spesso le condizioni generali condizionano le indicazioni ad un interventochirurgico potenzialmente risolutivo, ma francamnte invasivo. Si dà allora più spazio alla radioterapia, anche se le indicazioni a questa debbono essere confermate da un radioterapista.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie per la chiara risposta, dottore.
Come ha giustamente chiarito, abbiamo convenuto che optare per un intervento chirurgico alla sua età può essere rischioso e quindi l’urologo, in collaborazione con un oncologo di fiducia ci consiglia di sottoporlo ad un ciclo di radioterapie. Mi preme chiederle infine, secondo il suo esperto parere, se dal momento che dalla tomografia si evidenzia un interessamento della lesione anche in sede extramurale (premesso che dal risultato completo dalla TAC sulla totalità del corpo non si evince nulla fuori norma) ritiene che il ciclo di radioterapie possa portare ad una buona risoluzione del problema.

Grazie per il cortese interessamento
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Pensare ad una risoluzione completa è fuori luogo, meglio limitarsi a definirlo un controllo della malattia.