Rottura dell'uretra
Gentili dottori,
vi espongo il mio caso accadutomi una settimana fa. A seguito di una caduta dalle scale ho sbattuto violentemente i testicoli sul bordo dello scalino provocando subito fuoriuscita di sangue dal meato. Recatomi al pronto soccorso mi hanno effettuato radiografia ai testicoli i quali non hanno riportato danni (solo un ematoma prealente sul testicolo dx). Mi è stata così posizionata in prima istanza un'epicistostomia. Tuttavia l'uretrocistografia (credo si chiami così, l'esame con il mezzo di contrasto) il giorno dopo mi ha rilevato una rottura dell'uretra bulbare. Si è perciò tentato di riabilitare l'uretra tramite un intervento endoscopico misto, anterogrado e retrogrado transvescicale, posizionandomi un catetere di Foley che mi hanno consigliato di tenere per 10-15 gg. Le domande che vi porgo sono:
- le furiuscite di sangue che ancora ho sono normali? (ovviamente si vanno affievolendo)
- qual'è il rischio che in futuro possa verificarsi una stenosi dell'uretra?
- possono esserci altri rischi oltre la stenosi?
- tolto il catetere comincierò ad urinare normalmente?
Ringraziandovi anticipatamente della vostra diponibilità e scusandomi per la lunghezza della richiesta, vi porgo i miei cordiali saluti.
vi espongo il mio caso accadutomi una settimana fa. A seguito di una caduta dalle scale ho sbattuto violentemente i testicoli sul bordo dello scalino provocando subito fuoriuscita di sangue dal meato. Recatomi al pronto soccorso mi hanno effettuato radiografia ai testicoli i quali non hanno riportato danni (solo un ematoma prealente sul testicolo dx). Mi è stata così posizionata in prima istanza un'epicistostomia. Tuttavia l'uretrocistografia (credo si chiami così, l'esame con il mezzo di contrasto) il giorno dopo mi ha rilevato una rottura dell'uretra bulbare. Si è perciò tentato di riabilitare l'uretra tramite un intervento endoscopico misto, anterogrado e retrogrado transvescicale, posizionandomi un catetere di Foley che mi hanno consigliato di tenere per 10-15 gg. Le domande che vi porgo sono:
- le furiuscite di sangue che ancora ho sono normali? (ovviamente si vanno affievolendo)
- qual'è il rischio che in futuro possa verificarsi una stenosi dell'uretra?
- possono esserci altri rischi oltre la stenosi?
- tolto il catetere comincierò ad urinare normalmente?
Ringraziandovi anticipatamente della vostra diponibilità e scusandomi per la lunghezza della richiesta, vi porgo i miei cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
l'iter diagnostico e terapeutico a cui è stato sottoposto è sicuramente una delle metodologie in uso.
Le perdite ematiche non hanno importanza clinica.
Le possibilità della formazione di una stenosi uretrale è rilevante.
Nel caso si presentassero le stenosi bisogna prendere in esame l'oppurtunità di un interv ch con anastomosi termino-terminale.
Non conoscendo l'entità del trauma sui corpi cavernosi non sono ingrado di risponderLe sulla possibilità di ev. problemi erettivi.
Segua i controlli prescrittoLe dai colleghi curanti e vedrà che comunque la situazione poco piacevole evoilverà per meglio.
Cordiali auguri
dott.Roberto Mallus
l'iter diagnostico e terapeutico a cui è stato sottoposto è sicuramente una delle metodologie in uso.
Le perdite ematiche non hanno importanza clinica.
Le possibilità della formazione di una stenosi uretrale è rilevante.
Nel caso si presentassero le stenosi bisogna prendere in esame l'oppurtunità di un interv ch con anastomosi termino-terminale.
Non conoscendo l'entità del trauma sui corpi cavernosi non sono ingrado di risponderLe sulla possibilità di ev. problemi erettivi.
Segua i controlli prescrittoLe dai colleghi curanti e vedrà che comunque la situazione poco piacevole evoilverà per meglio.
Cordiali auguri
dott.Roberto Mallus
Dott.Roberto Mallus
[#2]
Ex utente
La ringrazio infinitamente della risposta. Per quanto riguarda gli eventuali problemi di erezione (sui quali però preferisco essere ottimista) di cosa si potrebbe trattare? Dolore durante l'erezione, difficoltà di erezione... Ringraziandola ancora della disponibilità la saluto cordialmente.
[#3]
Gentile Utente,
da quello che Lei descrive, sembrerebbe trattarsi di una lesione post-traumatica dell'uretra anteriore (che comprende la porzione bulbo-perineale e quella peniena).
L'uretra bulbare viene in genere ad essere compressa fra un qualsiasi agente traumatizzante ed il margine inferiore della sinfisi pubica del bacino osseo.
In rapporto alla intensità del trauma, potremo avere una semplice contusione, una rottura parziale (a carico della sola mucosa o dello strato più interno del corpo spugnoso), o infine una rottura totale, a sua volta incompleta o, più di rado, completa se interessa tutta la circonferenza dell'uretra.
Nulla da eccepire sul trattamento cui Lei è stato sottoposto.
Fra le complicanze della rottura traumatica dell'uretra, la stenosi è la più frequente (50-80% dei casi). Per tale motivo, ogni paziente con pregresso trauma di rottura dell'uretra deve essere periodicamente controllato con uretrografia e uretroscopia.
La eventuale stenosi può essere trattata con dilatazioni, con uretrotomia interna o, se indicato, con intervento di uretroplastica.
Altre possibili complicanze in genere sono l'incontinenza (7-15% dei casi) e l'impotenza (36-80% del totale dei casi di rottura uretrale).
A proposito di impotenza, nelle lesioni uretrali anteriori, come presumo sia la Sua, l'impotenza si verifica nel 20% dei casi. Può essere transitoria e regredire in tempi variabili (spesso anche in un periodo compreso fra 1 e 2 anni), oppure purtroppo definitiva. Tutto dipende dalla gravità, estensione e precocità di trattamento della lesione.
Occorre infine monitorizzare lo stato della fertilità, dal momento che una compromissione del liquido seminale sino alla sterilità è connesso con una ostruzione secondaria di tipo cicatriziale degli orifizi dei dotti eiaculatori o con i caratteristici episodi di epididimite recidivanti.
Questo per fornirLe un panorama completo della situazione. Senz'altro positivo il trattamento che Le hanno proposto.
Non mi resta che inviarLe i miei più affettuosi auguri per il buon esito della situazione.
Cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
da quello che Lei descrive, sembrerebbe trattarsi di una lesione post-traumatica dell'uretra anteriore (che comprende la porzione bulbo-perineale e quella peniena).
L'uretra bulbare viene in genere ad essere compressa fra un qualsiasi agente traumatizzante ed il margine inferiore della sinfisi pubica del bacino osseo.
In rapporto alla intensità del trauma, potremo avere una semplice contusione, una rottura parziale (a carico della sola mucosa o dello strato più interno del corpo spugnoso), o infine una rottura totale, a sua volta incompleta o, più di rado, completa se interessa tutta la circonferenza dell'uretra.
Nulla da eccepire sul trattamento cui Lei è stato sottoposto.
Fra le complicanze della rottura traumatica dell'uretra, la stenosi è la più frequente (50-80% dei casi). Per tale motivo, ogni paziente con pregresso trauma di rottura dell'uretra deve essere periodicamente controllato con uretrografia e uretroscopia.
La eventuale stenosi può essere trattata con dilatazioni, con uretrotomia interna o, se indicato, con intervento di uretroplastica.
Altre possibili complicanze in genere sono l'incontinenza (7-15% dei casi) e l'impotenza (36-80% del totale dei casi di rottura uretrale).
A proposito di impotenza, nelle lesioni uretrali anteriori, come presumo sia la Sua, l'impotenza si verifica nel 20% dei casi. Può essere transitoria e regredire in tempi variabili (spesso anche in un periodo compreso fra 1 e 2 anni), oppure purtroppo definitiva. Tutto dipende dalla gravità, estensione e precocità di trattamento della lesione.
Occorre infine monitorizzare lo stato della fertilità, dal momento che una compromissione del liquido seminale sino alla sterilità è connesso con una ostruzione secondaria di tipo cicatriziale degli orifizi dei dotti eiaculatori o con i caratteristici episodi di epididimite recidivanti.
Questo per fornirLe un panorama completo della situazione. Senz'altro positivo il trattamento che Le hanno proposto.
Non mi resta che inviarLe i miei più affettuosi auguri per il buon esito della situazione.
Cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it
[#4]
Ex utente
Rinnovo i miei ringraziamenti per le delucidazioni. A questo punto avrei altri dubbi che forse potreste risolvermi (scusate ma Voi capirete la delicatezza della mia situazione). Mi chiedevo se, nel caso dovessi effettuare altri interventi tipo uretrotomia o uretroplastica, sarebbe opportuno rivolgermi ad un centro specializzato. Inoltre volevo sapere se l'eventuale stenosi si verificherebbe subito oppure, come mi hanno detto, dopo un certo periodo di tempo. Tra l'altro dovrei aggiornarvi sulla mia situazione: una settimana fa sono stato ricoverato nuovamente per uretrorragia ed ematuria (probabilmente si era staccato qualche punto della lesione); in ospedale mi hanno fatto un lavaggio del catetere consigliandomi di tenerlo per un'altra settimana. Questo può peggiorare le cose? Ora comunque non ho più i fastidi o dolori al pene che avevo prima ed il sangue fuoriesce a gocce insignificanti. Cordiali saluti.
[#5]
Gentile Utente,
i controlli devono essere assidui e periodici, oltre che ovviamente eseguiti presso il Centro in cui Lei è stato trattato.
Affettuosi auguri ed ancoraq cordialissimi saluti.
prof. Giovanni MARTINO
i controlli devono essere assidui e periodici, oltre che ovviamente eseguiti presso il Centro in cui Lei è stato trattato.
Affettuosi auguri ed ancoraq cordialissimi saluti.
prof. Giovanni MARTINO
[#6]
si direi che un'eventuale intervento di uretroplastica va fatto in centri specializzati con ampia esperienza
una comparsa della stenosi si evidenzia con una riduzione del flusso urinario e si può valutare semplicemnte con un'uroflussometria che se fosse sospetta ci spingerebbe ad eseguire un'uretrocistografia con fase minzionale e poi un evenutale trattamento che dipende dallaa lunghezza della stenosi, dalla sede, dai tessuti intorno alla stenosi
una comparsa della stenosi si evidenzia con una riduzione del flusso urinario e si può valutare semplicemnte con un'uroflussometria che se fosse sospetta ci spingerebbe ad eseguire un'uretrocistografia con fase minzionale e poi un evenutale trattamento che dipende dallaa lunghezza della stenosi, dalla sede, dai tessuti intorno alla stenosi
dr Giuseppe Benedetto
www.giuseppebenedetto.netfirms.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 17.2k visite dal 09/07/2006.
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