Prostatite ed antibiotici: un dubbio
Gentilissimo/i dottore/i,
mi trovo in una posizione molto complicata e vorrei un parere.
Da circa 2 sett.è insorta una prostatite.
Alcuni mesi fa (primi di agosto sino metà settembre 2019) ebbi un episodio simile ma diverso nella sintomatologia (prurito interno e lungo il pene a toccare il perineo od urinare, nessun dolore) per il quale mi furono prescritti urinocultura, tampone e spermiocultura, tutti negativi.
L’urologo mi diede 3 giorni di Zitromax e 20 di pelviprost.
Quanto andai alla visita cominciavo già a stare meglio senza aver fatto nulla ma, casualità o meno, post terapia stetti bene.
Circa 15 gg fa, ed in assenza di rapporti sessuali recenti, iniziò invece questo disturbo caratterizzato da sintomi diversi (dolore perineale, minzione frequente, svuotamento incompleto etc) con alti e bassi, ma ancora non risolto.
Segnalo solo che ho utilizzato il wc pubblico all’università lo stesso giorno in cui verso sera mi iniziarono i fastidi partiti con una lieve sensazione di bruciore nella fossa navicolare e rossore sul meato, ma l’avrò utilizzato decine di volte negli ultimi anni e in genere faccio comunque attenzione a tirare l’acqua prima e a pulirlo con salviette igienizzanti; inoltre mio papà ha avuto una infezione alle vie urinarie (ora risolta) con febbre più o meno negli stessi giorni (ma usiamo asciugamani diversi quindi anche secondo il medico sembra più una bizzarra casualità).
Ho fatto visita urologica con diagnosi di prostatite (prostata edematosa al tatto e dolente).
Urinocultura negativa, spermiocultura negativa e tampone positivo per S. Aureo.
Sono in attesa del risultato di una seconda sperimiocultura (ne ho fatte due per sicurezza).
Ora, siccome soffro di acufeni che di recente mi sono peggiorati a causa dell’utilizzo di esomeprazolo per reflusso (evento molto raro ma possibile), l’idea di dover prendere un antibiotico mi terrorizza (quasi tutti sono sulla lista dei farmaci ototossici, con minor incidenza per peniciline e cefalosporine, maggiore per macrolidi, chinoloni e tetracicline, massima per aminoglicosidi).
Vi chiedo quindi se secondo voi dovrei prenderlo o se è meglio ripetere il tampone (sembra che lo SA sia un commensale abituale dell’epidermide e che possa inquinare i tamponi dando falsi positivi) e nel caso, sulla base dell’antibiogramma, quale può essere un buon compromesso tra ototossicità e penetrazione prostatica (visto che questo è un altro punto critico, ovvero la scarsa penetrazione degli antibiotici nella prostata e la possibilità di falsi negativi della spermiocultura).
Un candidato potrebbe essere la OXACILLINA (MIC<0, 25) SENSIBILE anche se purtroppo non colpirebbe eventuali gram negativi qualora presenti ma non risultanti dalla cultura.
Altri, più o meno ototossici (da poco comune a raro) sono CEFPODOXIME (S), CEFEPIME (S), TETRACICLINA (MIC<1 S), AC.FUSIDICO (MIC<0, 5 S), TRIMETH/SULFAMETHOXAZOLE (MIC<10 S), AMOX/AC.CLAUVULANICO (S).
C’è anche la LEVOFLOX. ma vorrei evitarla assolutamente.
Grazie infinite.
mi trovo in una posizione molto complicata e vorrei un parere.
Da circa 2 sett.è insorta una prostatite.
Alcuni mesi fa (primi di agosto sino metà settembre 2019) ebbi un episodio simile ma diverso nella sintomatologia (prurito interno e lungo il pene a toccare il perineo od urinare, nessun dolore) per il quale mi furono prescritti urinocultura, tampone e spermiocultura, tutti negativi.
L’urologo mi diede 3 giorni di Zitromax e 20 di pelviprost.
Quanto andai alla visita cominciavo già a stare meglio senza aver fatto nulla ma, casualità o meno, post terapia stetti bene.
Circa 15 gg fa, ed in assenza di rapporti sessuali recenti, iniziò invece questo disturbo caratterizzato da sintomi diversi (dolore perineale, minzione frequente, svuotamento incompleto etc) con alti e bassi, ma ancora non risolto.
Segnalo solo che ho utilizzato il wc pubblico all’università lo stesso giorno in cui verso sera mi iniziarono i fastidi partiti con una lieve sensazione di bruciore nella fossa navicolare e rossore sul meato, ma l’avrò utilizzato decine di volte negli ultimi anni e in genere faccio comunque attenzione a tirare l’acqua prima e a pulirlo con salviette igienizzanti; inoltre mio papà ha avuto una infezione alle vie urinarie (ora risolta) con febbre più o meno negli stessi giorni (ma usiamo asciugamani diversi quindi anche secondo il medico sembra più una bizzarra casualità).
Ho fatto visita urologica con diagnosi di prostatite (prostata edematosa al tatto e dolente).
Urinocultura negativa, spermiocultura negativa e tampone positivo per S. Aureo.
Sono in attesa del risultato di una seconda sperimiocultura (ne ho fatte due per sicurezza).
Ora, siccome soffro di acufeni che di recente mi sono peggiorati a causa dell’utilizzo di esomeprazolo per reflusso (evento molto raro ma possibile), l’idea di dover prendere un antibiotico mi terrorizza (quasi tutti sono sulla lista dei farmaci ototossici, con minor incidenza per peniciline e cefalosporine, maggiore per macrolidi, chinoloni e tetracicline, massima per aminoglicosidi).
Vi chiedo quindi se secondo voi dovrei prenderlo o se è meglio ripetere il tampone (sembra che lo SA sia un commensale abituale dell’epidermide e che possa inquinare i tamponi dando falsi positivi) e nel caso, sulla base dell’antibiogramma, quale può essere un buon compromesso tra ototossicità e penetrazione prostatica (visto che questo è un altro punto critico, ovvero la scarsa penetrazione degli antibiotici nella prostata e la possibilità di falsi negativi della spermiocultura).
Un candidato potrebbe essere la OXACILLINA (MIC<0, 25) SENSIBILE anche se purtroppo non colpirebbe eventuali gram negativi qualora presenti ma non risultanti dalla cultura.
Altri, più o meno ototossici (da poco comune a raro) sono CEFPODOXIME (S), CEFEPIME (S), TETRACICLINA (MIC<1 S), AC.FUSIDICO (MIC<0, 5 S), TRIMETH/SULFAMETHOXAZOLE (MIC<10 S), AMOX/AC.CLAUVULANICO (S).
C’è anche la LEVOFLOX. ma vorrei evitarla assolutamente.
Grazie infinite.
[#1]
Per quanto riguarda la Diagnostica sarei più orientato Sud eseguire un test di Stameye la successiva terapia affidata ad un infettivologo sicuramente specialista più esperto nella gestione dei farmaci antibiotici specialmente nei pazienti che hanno delle restrizioni nella loro assunzione
Dr. Andrea Militello.
Specialista in UROLOGIA ANDROLOGIA.
Ecografia, urodinamica
www.urologia-andrologia.net
www.andrologiamilitello.
[#2]
Ex utente
Grazie. Cercherò di organizzarmi almeno per il test di Stamey mentre, causa emergenza Coronavirus, almeno in Emilia Romagna, una visita infettivologica al momento sembra fuori questione (ho chiamato già due reparti della mia provincia i quali non fanno più nè visite nè consutli poichè concentrati sull'emergenza).
Ho ritirato la seconda spermiocultura che indica:
L. seminale es. colturale val:
es. microscopico presenza di: alcuni leucociti
ric. aerobi e lieviti: flora microbica mista senza prevalenza di specie patogene (di verosimile ruolo colonizzante uretrale)
I leucociti non indicano necessariamente una qualche forma di processo infettivo in atto?
Grazie mille.
Ho ritirato la seconda spermiocultura che indica:
L. seminale es. colturale val:
es. microscopico presenza di: alcuni leucociti
ric. aerobi e lieviti: flora microbica mista senza prevalenza di specie patogene (di verosimile ruolo colonizzante uretrale)
I leucociti non indicano necessariamente una qualche forma di processo infettivo in atto?
Grazie mille.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3k visite dal 01/03/2020.
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