Esame urodinamico non invasivo
Buonasera,
a parte l'urinoflussometria, esistono dei centri in cui l'esame urodinamico completo si svolge senza l'inserimento di cateteri o sonde rettali?
Leggevo in rete che alcuni centri propongono una modalità che prevede (se ho ben capito) l'applicazione di cuffie sul pene che registrano in un arco di tempo predefinito l'attività della vescica, senza appunto inserire cateteri e volevo sapere se effettivamente era una modalità praticabile e valida (e in caso affermativo dove veniva svolta).
Grazie.
a parte l'urinoflussometria, esistono dei centri in cui l'esame urodinamico completo si svolge senza l'inserimento di cateteri o sonde rettali?
Leggevo in rete che alcuni centri propongono una modalità che prevede (se ho ben capito) l'applicazione di cuffie sul pene che registrano in un arco di tempo predefinito l'attività della vescica, senza appunto inserire cateteri e volevo sapere se effettivamente era una modalità praticabile e valida (e in caso affermativo dove veniva svolta).
Grazie.
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Le modalità ella procedure cui lei fa riferimento sono ineffetti state proposte sperimentalmente anni fa, ma di fatto senza molto riscontro, immaginiamo per la scarsa precisione delle rilevazioni. In decenni di esperienza non aèbbiamo mai sentito di nostri Colleghi o centri di cura in cui questa metodica fosse entrata nell'uso corrente. C'è da dire che per un comune esame urodinamico parliamo di un'invasività assolutamente modesta, a livello di lieve fastidio, che viene soportato praticamente da tutti i soggetti chev sono sottoposti.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta e se possibile vorrei porre qualche altra domanda. Si può considerare l'urinoflussometria un esame affidabile ? Lo chiedo perchè ad esempio nel mio caso (diagnosi di ipertono del collo vescicale controllata con alfalitici e monitorata periodicamente con il mio urologo), il flusso urinario è molto variabile (a seconda dei momenti, del tempo trascorso, del riempimento), ossia varia da più debole a sensibilmente più forte; e mi chiedevo come questo potesse influenzare l'esame (in un giorno potrei avere una "performance" peggiore e magari dopo poche ore migliore).
Poi volevo chiedere se esistesse qualcosa a "occhio" per capire (anche da solo) come va il flusso (non so intensità , linearità , distanza raggiunta, formazione di bolle che immagino possa indicare, in assenza di altre patologie, una intensità di flusso). Da ultimo volevo sapere cosa si intende per torchio addominale durante la minzione; nel senso io non faccio pressioni o spingo con gli addominali mentre urino (tra l'altro lo faccio sempre da in piedi), ma a volte soffro di muscoli contratti in generale e nell'area pelvica che "sciolgo" con esercizi di rilassamento e massaggi e volevo sapere se questo poteva avere attinenza con il concetto di torchio addominale. Grazie mille.
Poi volevo chiedere se esistesse qualcosa a "occhio" per capire (anche da solo) come va il flusso (non so intensità , linearità , distanza raggiunta, formazione di bolle che immagino possa indicare, in assenza di altre patologie, una intensità di flusso). Da ultimo volevo sapere cosa si intende per torchio addominale durante la minzione; nel senso io non faccio pressioni o spingo con gli addominali mentre urino (tra l'altro lo faccio sempre da in piedi), ma a volte soffro di muscoli contratti in generale e nell'area pelvica che "sciolgo" con esercizi di rilassamento e massaggi e volevo sapere se questo poteva avere attinenza con il concetto di torchio addominale. Grazie mille.
[#3]
Come qualsiasi altro accertamento, anche il risultato della flussometria deve essere interpretata dallo specialista alla luce di molti altri fattori, primo fra tutti i disturbi riferiti. Nessuno porrebbe indicazioni operative unicamente in base agli esiti di una flussometria fatta troppo velocemente in un ambiente ostile come quello ospedaliero. Il torchio addominale è la contrazione globale della muscolatura, come quella che avviene nella defecazione (ponzamento).
[#4]
Utente
La ringrazio per la pronta risposta e se posso approfitto ancora della sua competenza e gentilezza per chiederle:
1) Come ci si può preparare al "meglio" all' urinoflussometria ? Ho compreso che è necessario avere uno stimolo adeguato, non debole ma neanche eccessivo. Potrebbe andare bene bere 1/2 litro di acqua fino a un'ora prima del test e smettere di andare in bagno 2.00 / 2.30 prima del test? O non si possono fare previsioni standard in quanto dipende dalla "tenuta" del singolo soggetto?;
2) Questa variabilità di flusso è tipica della sclerosi del collo vescicale (a volte più debole a volte sensibilmente più forte)? Le persone che non hanno problematiche hanno dunque sempre un flusso forte e pieno?;
3) Come mai dopo un eiaculazione generalmente noto alla prima minzione successiva un flusso molto più forte?
4) Cosa si intende per flusso piatto?;
5) Andare in bagno ogni 2/ 3 ore è indice di minzione frequente e in generale qual'è l'intervallo orario normale tra una minzione e un'altra? La notte è normale svegliarsi una volta per andare in bagno?;
6) Su cosa si basano le indicazioni operative per un eventuale intervento? A detta dei numerosi urologi che ho consultato , le eventuali indicazioni a un intervento si pongono in caso di abbondante e costante residuo post minzione, episodi di ritenzione acuta, ripetute infezioni, valori flussometrici fortemente ridotti (alcuni mi dicono appunto flusso piatto), segni di vescica da sforzo rilevati endoscopicamente (a mezzo ecografia e/o uretrocitoscopia); oltre ovviamente all'entità dei sintomi lamentati dal paziente e all'età e al quadro complessivo del medesimo. E' d'accordo?
Grazie ancora
1) Come ci si può preparare al "meglio" all' urinoflussometria ? Ho compreso che è necessario avere uno stimolo adeguato, non debole ma neanche eccessivo. Potrebbe andare bene bere 1/2 litro di acqua fino a un'ora prima del test e smettere di andare in bagno 2.00 / 2.30 prima del test? O non si possono fare previsioni standard in quanto dipende dalla "tenuta" del singolo soggetto?;
2) Questa variabilità di flusso è tipica della sclerosi del collo vescicale (a volte più debole a volte sensibilmente più forte)? Le persone che non hanno problematiche hanno dunque sempre un flusso forte e pieno?;
3) Come mai dopo un eiaculazione generalmente noto alla prima minzione successiva un flusso molto più forte?
4) Cosa si intende per flusso piatto?;
5) Andare in bagno ogni 2/ 3 ore è indice di minzione frequente e in generale qual'è l'intervallo orario normale tra una minzione e un'altra? La notte è normale svegliarsi una volta per andare in bagno?;
6) Su cosa si basano le indicazioni operative per un eventuale intervento? A detta dei numerosi urologi che ho consultato , le eventuali indicazioni a un intervento si pongono in caso di abbondante e costante residuo post minzione, episodi di ritenzione acuta, ripetute infezioni, valori flussometrici fortemente ridotti (alcuni mi dicono appunto flusso piatto), segni di vescica da sforzo rilevati endoscopicamente (a mezzo ecografia e/o uretrocitoscopia); oltre ovviamente all'entità dei sintomi lamentati dal paziente e all'età e al quadro complessivo del medesimo. E' d'accordo?
Grazie ancora
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1) E' una buona strategia, si possono comunque fare delle prove per giudicare la propia "tenuta". Una flusometria attendibile avviene con una minzione attono ai 250 cc.
2) La flussometria alterata può essere portata sia da un'ostruzione dello scarico che da una scarsa contrazione vescicale. L'indagine da sopla non è in grado di differenziare, cosa che neccessita di accertamenti differenti.
3) In genere accade esattemente il contrario ... ma si sa che in medicina non esistono certezze.
4) Il flusso normale ha un tipoco aspetto "a campana", ovvero la velocità sale velocemente, mantiene il suo valore elevato e quindi scende gradualmente. Un flusso scarso, che sale lentamente ha un tipico aspetto "piatto".
5) ovviamente dipende dalla quantità di liquidi che si introducono. Chi beve due litri d'acqua al giorno è assolutamente normale che vada ad urinar ogni 2 ore. Ci sono uomini che fin da giovani trovano normale svegliarsi una volta per notte per urinare. Queste levate diventano preoccupanti quando si moltiplicano, due - tre e anche più.
6) Pienamente d'accordo.
2) La flussometria alterata può essere portata sia da un'ostruzione dello scarico che da una scarsa contrazione vescicale. L'indagine da sopla non è in grado di differenziare, cosa che neccessita di accertamenti differenti.
3) In genere accade esattemente il contrario ... ma si sa che in medicina non esistono certezze.
4) Il flusso normale ha un tipoco aspetto "a campana", ovvero la velocità sale velocemente, mantiene il suo valore elevato e quindi scende gradualmente. Un flusso scarso, che sale lentamente ha un tipico aspetto "piatto".
5) ovviamente dipende dalla quantità di liquidi che si introducono. Chi beve due litri d'acqua al giorno è assolutamente normale che vada ad urinar ogni 2 ore. Ci sono uomini che fin da giovani trovano normale svegliarsi una volta per notte per urinare. Queste levate diventano preoccupanti quando si moltiplicano, due - tre e anche più.
6) Pienamente d'accordo.
[#6]
Utente
Grazie mille per la pronta ed esauriente risposta.
Tra tutti i parametri indicati sopra che potrebbero porre una indicazione per un intervento qual'è (se ve ne è uno) quello a cui si da maggiore importanza da un punto di vista medico e che porta poi alla decisione all'intervento ?
A detto dei miei curanti , sono i segni di vescica da sforzo rilevati a mezzo ecografia/ uretrocitoscopia che rendono l'intervento non più procastinabile, ma volevo sapere cosa ne pensava.
Grazie mille.
Tra tutti i parametri indicati sopra che potrebbero porre una indicazione per un intervento qual'è (se ve ne è uno) quello a cui si da maggiore importanza da un punto di vista medico e che porta poi alla decisione all'intervento ?
A detto dei miei curanti , sono i segni di vescica da sforzo rilevati a mezzo ecografia/ uretrocitoscopia che rendono l'intervento non più procastinabile, ma volevo sapere cosa ne pensava.
Grazie mille.
[#8]
Utente
Grazie. Dunque a suo giudizio l'esame urodinamico andrebbe effettuato periodicamente nell'ambito dei controlli ? Il mio chirurgo, dopo diagnosi di sclerorsi collo vescicale a mezzo uretrocitoscopia, mi monitora periodicamente con ecografia e urinoflussometeria, riservando l'urodinamica all'esito di quanto emerge dai suddetti controlli (in particolare ove risultassero segni di vescica da sforzo o valori urinoflussometrici fortemente ridotti) e comunque prima di un eventuale intervento. Invece sarebbe opportuno effettuare periodicamente anche urodinamica? (io ho controlli fissati ogni sei mesi e nel frattempo seguo terapia alfalitica). Per completezza segnalo che non sono emersi segni di vescica da sforzo a seguito di uetrocitoscopia o altre anomalie (eccetto la sclerosi del collo ovviamente), residuo menzionale non patologico e comunque in diminuzione a seguito di terapia alfaltica, valori urinoflussometrici ridotti ma variabili a seconda dell'occasione (nell'ultima volta il flusso massimo era circa 14), sintomi non particolarmente impattanti (il più fastidioso è la minzione frequente e a volte senso di mancato svuotamento che migliorano sensibilmente in momenti di calma o a seguito di terapie antinfiammatorie). Grazie mille.
[#11]
Utente
Buongiorno Dr. Piana, mi scusi se approfitto ancora della sua pazienza e competenza, ma ho recentemente effettuato una uretrocitoscopia esclusivamente diagnostica con strumento flessibile dal quale è emerso un ipertono del collo vescicale ostruente. A tal proposito vorrei cortesemente chiedere:
1) E' vero che un esame di questo tipo può comportare il rischio di una stenosi dell'uretra, anche a distanza? Sono chiaramente cose che ho letto sul web ma volevo sapere cosa ne pensava (in un precedente consulto, seppur non a questa domanda diretta, lei aveva escluso che un esame di questo tipo potesse portare danni permanenti). Ovviamente l'esame è stato fatto in mani esperte ed aveva finalità solo diagnostiche.
2) E' consigliabile fare un esame urodinamico invasivo a breve distanza da una uretrocitoscopia? Ciò trattandosi appunto di due esami "invasivi" mi chiedevo se sarebbe opportuno aspettare qualche tempo e quanto (in assenza di indicazioni di urgenza chiaramente) ;
3) L'eventuale intervento che risultati può dare e quale è la percentuale di recidiva ? Migliora solo i sintomi ostruttivi o ci si può aspettare un miglioramento anche di quelli irritativi? Leggevo che le recidive sono molto frequenti e i risultati dubbi e da quello che si legge in rete sembra che nessuno risolva del tutto ! Ciò al netto della questione eiaculazione che a mio giudizio non può essere l'unico motivo per non sottoporsi all'intervento;
4) Leggevo in suo precedente consulto in merito che lo spessore normale della vescica rilevato tramite ecografia o meglio appunto uretrocitoscopia "tranquilizza" sul fatto che la vescica sia ancora in una buona fase di compenso funzionale. E' corretto?;
5) E' normale che il flusso urinario sia più forte quando il volume espulso è più alto e lo stimolo più impellente? E può lo stesso (come il residuo) essere influenzato in negativo dalla contrazione della muscolatura dovuta all'ansia (in particolare sulla parte dell'inguine)? Chiedo questo perchè nel mio caso il flusso presenta delle variabili importanti di "intensità" (e mi chiedo come questo possa rendere attendibile l'urinoflussometria) .
La ringrazio molto.
1) E' vero che un esame di questo tipo può comportare il rischio di una stenosi dell'uretra, anche a distanza? Sono chiaramente cose che ho letto sul web ma volevo sapere cosa ne pensava (in un precedente consulto, seppur non a questa domanda diretta, lei aveva escluso che un esame di questo tipo potesse portare danni permanenti). Ovviamente l'esame è stato fatto in mani esperte ed aveva finalità solo diagnostiche.
2) E' consigliabile fare un esame urodinamico invasivo a breve distanza da una uretrocitoscopia? Ciò trattandosi appunto di due esami "invasivi" mi chiedevo se sarebbe opportuno aspettare qualche tempo e quanto (in assenza di indicazioni di urgenza chiaramente) ;
3) L'eventuale intervento che risultati può dare e quale è la percentuale di recidiva ? Migliora solo i sintomi ostruttivi o ci si può aspettare un miglioramento anche di quelli irritativi? Leggevo che le recidive sono molto frequenti e i risultati dubbi e da quello che si legge in rete sembra che nessuno risolva del tutto ! Ciò al netto della questione eiaculazione che a mio giudizio non può essere l'unico motivo per non sottoporsi all'intervento;
4) Leggevo in suo precedente consulto in merito che lo spessore normale della vescica rilevato tramite ecografia o meglio appunto uretrocitoscopia "tranquilizza" sul fatto che la vescica sia ancora in una buona fase di compenso funzionale. E' corretto?;
5) E' normale che il flusso urinario sia più forte quando il volume espulso è più alto e lo stimolo più impellente? E può lo stesso (come il residuo) essere influenzato in negativo dalla contrazione della muscolatura dovuta all'ansia (in particolare sulla parte dell'inguine)? Chiedo questo perchè nel mio caso il flusso presenta delle variabili importanti di "intensità" (e mi chiedo come questo possa rendere attendibile l'urinoflussometria) .
La ringrazio molto.
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Noi le rispondiamo ora per cortesia, ma le ricordiamo che lo scopo di questo servizio gratuito è essenzialmente informativo e non può scendere in dettagli sulla valutazione e le indicazioni di singole situazioni, cosa che sarebbe impossibile oltre che scorretto fare a distanza.
1) No.
2) Non vi sono particolari controindicazioni.
3) I disturbi irritativi in genere migliorano in tempi più lunghi, anche più di sei mesi.
4) Sì.
5) Questo può essere vero solo fino ad un certo punto, poiché se la distensione aumenta ulteriormente, la capacità contrattile della vescica si riduce in modo rapido e drastico. Questa é l’evoluzione tipica delle ritenzioni urinarie acute.
1) No.
2) Non vi sono particolari controindicazioni.
3) I disturbi irritativi in genere migliorano in tempi più lunghi, anche più di sei mesi.
4) Sì.
5) Questo può essere vero solo fino ad un certo punto, poiché se la distensione aumenta ulteriormente, la capacità contrattile della vescica si riduce in modo rapido e drastico. Questa é l’evoluzione tipica delle ritenzioni urinarie acute.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 4.7k visite dal 22/01/2020.
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