Difficoltà a urinare dopo intervento di chirurgia urologica
Buongiorno, ho 72 anni e 17 giorni fa sono stato sottoposto a intervento per vaporizzazione anatomica della prostata, per adenoma trilobato occludente, e alla correzione chirurgica laparoscopica di tre diverticoli vescicali: uno sul versante laterale destro di 8 cm (colletto 0.9 cm), e due a livello del pavimento, di 6 e 2 cm di diametro, anch'essi con colletto piccolo.
In quarta giornata post-operatoria viene rimosso il catetere, rimesso poche ore dopo per sopraggiunta ritenzione urinaria acuta; il giorno dopo viene rimosso il drenaggio paravescicale e sono dimesso con catetere, portato per altri 7 giorni fino alla rimozione dei punti di sutura e del catetere.
Dopo aver bevuto circa un Lt di acqua, urino spontaneamente, anche se non molto, e senza difficoltà.
Circa due ore dopo urino ancora spontaneamente; a questo punto sono addestrato all'autocateterismo e rinviato a casa.
Nei primi giorni ho urinato con frequenza di circa 1-2 ore, notte compresa e, da cateterizzazione serale, come da indicazioni ricevute, è risultato un RPM variabile tra i 25 e 50 cc.
I problemi sono cominciati a partire da ieri quando, dopo aver urinato spontaneamente per l'intera notte, con frequenza di circa 2 ore, dopo l'ultima minzione spontanea del mattino presto, sono andato in ritenzione urinaria.
Ho allora effettuato un cateterismo che mi ha permesso di espellere 500 cc di urina.
Nel corso della giornata e della notte la minzione si è attivata spontaneamente con frequenza di circa 2 ore, fino a stamattina quando, di nuovo, dopo l'ultima minzione spontanea mattutina si è ripresentata la ritenzione urinaria.
Ho effettuato il cateterismo e ho emesso 400 cc di urina e, dopo circa un'ora, ancora una minzione spontanea di 80 cc.
Dopo di che, di nuovo ritenzione e, a circa 4 ora dal primo cateterismo, ne ho effettuato un secondo con l'espulsione di altri 370 cc.
Aggiungo che tra un cateterismo e l'altro, come avvenuto prima di quello mattutino di ieri, avverto forti stimoli alla minzione, dolorosi e senza esito, con dolore localizzato in sede sovrapubica e in sede perineale, subito dopo l'ano.
Ignoro se tutto questo rientri nel normale iter del decorso post-operatorio dovuto al tipo di intervento o se invece la situazione stia andando complicandosi.
A completamento, devo anche annotare che nel frattempo sono in terapia con Tavanic 500 per sospetta infezione delle vie urinarie che ha provocato un modesto rialzo termico, non più di 38.4, ora rientrato.
Vi sarei davvero molto grato se vorreste darmi qualche delucidazione in merito e soprattutto cosa debbo aspettarmi da un futuro prossimo e in prospettiva.
Grazie.
In quarta giornata post-operatoria viene rimosso il catetere, rimesso poche ore dopo per sopraggiunta ritenzione urinaria acuta; il giorno dopo viene rimosso il drenaggio paravescicale e sono dimesso con catetere, portato per altri 7 giorni fino alla rimozione dei punti di sutura e del catetere.
Dopo aver bevuto circa un Lt di acqua, urino spontaneamente, anche se non molto, e senza difficoltà.
Circa due ore dopo urino ancora spontaneamente; a questo punto sono addestrato all'autocateterismo e rinviato a casa.
Nei primi giorni ho urinato con frequenza di circa 1-2 ore, notte compresa e, da cateterizzazione serale, come da indicazioni ricevute, è risultato un RPM variabile tra i 25 e 50 cc.
I problemi sono cominciati a partire da ieri quando, dopo aver urinato spontaneamente per l'intera notte, con frequenza di circa 2 ore, dopo l'ultima minzione spontanea del mattino presto, sono andato in ritenzione urinaria.
Ho allora effettuato un cateterismo che mi ha permesso di espellere 500 cc di urina.
Nel corso della giornata e della notte la minzione si è attivata spontaneamente con frequenza di circa 2 ore, fino a stamattina quando, di nuovo, dopo l'ultima minzione spontanea mattutina si è ripresentata la ritenzione urinaria.
Ho effettuato il cateterismo e ho emesso 400 cc di urina e, dopo circa un'ora, ancora una minzione spontanea di 80 cc.
Dopo di che, di nuovo ritenzione e, a circa 4 ora dal primo cateterismo, ne ho effettuato un secondo con l'espulsione di altri 370 cc.
Aggiungo che tra un cateterismo e l'altro, come avvenuto prima di quello mattutino di ieri, avverto forti stimoli alla minzione, dolorosi e senza esito, con dolore localizzato in sede sovrapubica e in sede perineale, subito dopo l'ano.
Ignoro se tutto questo rientri nel normale iter del decorso post-operatorio dovuto al tipo di intervento o se invece la situazione stia andando complicandosi.
A completamento, devo anche annotare che nel frattempo sono in terapia con Tavanic 500 per sospetta infezione delle vie urinarie che ha provocato un modesto rialzo termico, non più di 38.4, ora rientrato.
Vi sarei davvero molto grato se vorreste darmi qualche delucidazione in merito e soprattutto cosa debbo aspettarmi da un futuro prossimo e in prospettiva.
Grazie.
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In primo luogo, considerata l'assoluta prossimità temporale con l'intervento eseguito, le raccomandiamo di segnalare questa sua situazione al nostro Collega operatore o quantomeno alla struttura dove è sato eseguito l'intervento.
A distanza è difficile esprimere un giudizio, ma ci chiediamo se:
- nei momenti di ritezione lei abbia percepito uno stimolo intenso oppure no;
- se abbia notato qualceh difficoltà in più all'inserimeno del catetere.
Ovviamente dopo poco più di 2 settimane la loggia prostatica di vaporizzazione è appena all'inizio della sua fase di stabilizzazione e per molte ragioni si possono ancora manifestare disturbi irritativi e funzionali.
A distanza è difficile esprimere un giudizio, ma ci chiediamo se:
- nei momenti di ritezione lei abbia percepito uno stimolo intenso oppure no;
- se abbia notato qualceh difficoltà in più all'inserimeno del catetere.
Ovviamente dopo poco più di 2 settimane la loggia prostatica di vaporizzazione è appena all'inizio della sua fase di stabilizzazione e per molte ragioni si possono ancora manifestare disturbi irritativi e funzionali.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie, Dottor Piana, per la cortese risposta. Vengo alle sue domande:
nei momenti di ritenzione ho in effetti percepito uno stimolo intenso; anzi, lo stimolo si ripresentava a più riprese, per svanire però nel corso del tentativo di minzione, nel momento in cui sembrava che questa stesse per innescarsi;
non ho notato alcuna difficoltà aggiuntiva nell'inserimento del catetere.
Devo poi aggiungere che della situazione ho puntualmente informato il Chirurgo che mi ha operato e ho parlato anche con diversi medici del reparto di urologia. Tutti sono stati concordi nel rilevare che, stante la condizione della vescica anteriormente all'intervento, evidentemente stressata da lungo periodo di sforzo dovuto all'ostruzione prostatica, devo attendermi un periodo, non determinabile a priori, di funzionalità non ottimale, durante il quale l'autocateterismo può rendersi necessario più volte. Francamente, non immaginavo un simile decorso e non vi ero preparato. In data odierna il dolore perineale si è attenuto, ma resta la difficoltà alla minzione, che mi richiede un certo sforzo iniziale prima che si inneschi, seppur con mitto non propriamente eclatante.
Ancora grazie per la sua cortese disponibilità.
nei momenti di ritenzione ho in effetti percepito uno stimolo intenso; anzi, lo stimolo si ripresentava a più riprese, per svanire però nel corso del tentativo di minzione, nel momento in cui sembrava che questa stesse per innescarsi;
non ho notato alcuna difficoltà aggiuntiva nell'inserimento del catetere.
Devo poi aggiungere che della situazione ho puntualmente informato il Chirurgo che mi ha operato e ho parlato anche con diversi medici del reparto di urologia. Tutti sono stati concordi nel rilevare che, stante la condizione della vescica anteriormente all'intervento, evidentemente stressata da lungo periodo di sforzo dovuto all'ostruzione prostatica, devo attendermi un periodo, non determinabile a priori, di funzionalità non ottimale, durante il quale l'autocateterismo può rendersi necessario più volte. Francamente, non immaginavo un simile decorso e non vi ero preparato. In data odierna il dolore perineale si è attenuto, ma resta la difficoltà alla minzione, che mi richiede un certo sforzo iniziale prima che si inneschi, seppur con mitto non propriamente eclatante.
Ancora grazie per la sua cortese disponibilità.
[#3]
Utente
Gentilissimo Dottor Piana,
a distanza di oltre 20 gg. dall'intervento chirurgico devo registrare un comportamento minzionale sui generis. A partire dalla sera, la minzione appare quasi normale, fatta eccezione per il mitto debole; così anche nel corso della notte, quando mi alzo con intervalli di 2 - 2.5 ore (in totale, a partire dall'ultima minzione serale, che avviene dopo le 23, e l'autocateterismo per verificare il residuo minzionale - inferiore a 50 cc - espello circa 1 Lt di urina.) La minzione è indolore e il getto appare non ostruito, anche se non vivace. I problemi cominciano dopo l'ultima minzione mattutina, che può avvenire intorno alle 7 o alle 8: Da qui in poi devo attendere circa 3 ore, talora anche di più, per la successiva minzione, che avviene con notevole sforzo, con mitto debolissimo e quasi gocciolante, e accompagnata da dolore perineale, che persiste nelle minzioni che si susseguono nell'arco della giornata intervallate da poco più di un'ora, con quantitativi di urina emessa intorno ai 100-150-200 cc, per un totale, nelle 12 ore di più di 1 Lt di urina (bevo oltre 2 Lt di liquidi al giorno). Di tanto in tanto mi capita anche di avere piccole perdite pochi istanti prima di iniziare la minzione.
Devo considerare il decorso normale, dato il tipo di intervento subito, oppure devo iniziare a pensare a un percorso riabilitativo della muscolatura pelvica? Grazie.
a distanza di oltre 20 gg. dall'intervento chirurgico devo registrare un comportamento minzionale sui generis. A partire dalla sera, la minzione appare quasi normale, fatta eccezione per il mitto debole; così anche nel corso della notte, quando mi alzo con intervalli di 2 - 2.5 ore (in totale, a partire dall'ultima minzione serale, che avviene dopo le 23, e l'autocateterismo per verificare il residuo minzionale - inferiore a 50 cc - espello circa 1 Lt di urina.) La minzione è indolore e il getto appare non ostruito, anche se non vivace. I problemi cominciano dopo l'ultima minzione mattutina, che può avvenire intorno alle 7 o alle 8: Da qui in poi devo attendere circa 3 ore, talora anche di più, per la successiva minzione, che avviene con notevole sforzo, con mitto debolissimo e quasi gocciolante, e accompagnata da dolore perineale, che persiste nelle minzioni che si susseguono nell'arco della giornata intervallate da poco più di un'ora, con quantitativi di urina emessa intorno ai 100-150-200 cc, per un totale, nelle 12 ore di più di 1 Lt di urina (bevo oltre 2 Lt di liquidi al giorno). Di tanto in tanto mi capita anche di avere piccole perdite pochi istanti prima di iniziare la minzione.
Devo considerare il decorso normale, dato il tipo di intervento subito, oppure devo iniziare a pensare a un percorso riabilitativo della muscolatura pelvica? Grazie.
[#4]
E' evidentemente ancora troppo presto per trarre delle conclusioni. Dopo qualsiasi intervento disostruttivo sulle basse vie urinarie si considera sempre una fase di stabilizzazione di 40-60 giorni. nel suo caso, considerata la sitiazione sarà comunque il caso di ripetere una indagine urodinamica dopo 3 mesi circa, per quantificare l'eventuale ipo-contrattilità vescicale residua.
[#6]
Utente
Buongiorno Dottor Piana. Eccomi ad aggiornarLa a distanza di circa 100 giorni dall'intervento chirurgico su un decorso che si sta rivelando purtroppo non esaltante.
Nel secondo mese post-intervento, a parte una modestissima incontinenza soprattutto diurna, andata poi progressivamente scemando, registravo un flusso minzionale medio variabile tra i 15 e i 20, con punte di 23-25, cc/sec. In quel periodo effettuavo autocateterismo ogni 2-3 giorni per verificare l'entità del residuo post-minzionale, fino a quando, ai primissimi di marzo, avevo incontrato difficoltà nell'inserimento del catetere, dovuta a una inaspettata resistenza; avevo allora lasciato intercorrere una settimana prima di ripetere l'operazione, conclusasi con l'impossibilità di inserire il catetere in vescica, per via della forte resistenza incontrata. Da allora ho smesso la pratica dell'autocateterismo e ho per altro notato la progressiva riduzione della velocità del flusso medio minzionale, variabile tra i 10 e i 15-16 cc/sec. Non ho quasi mai avvertito la necessità di alzarmi di notte, mentre alla prima minzione del mattino non di rado ho espulso anche oltre 500 cc di urina, con flusso medio di 16 cc/sec e più. Durante il giorno, mi è capitato talvolta di avvertire fastidio in sede perineale e piccole fitte al termine della minzione. L'eiaculazione, che in un primo tempo era scomparsa, è ritornata circa un mese fa (domanda: la concomitanza con l'impossibilità a introdurre il catetere in vescica è casuale?).
Della situazione ho informato i medici della struttura presso cui sono stato operato (sono in attesa di parlare con il chirurgo) e mi è stato consigliato di fare un ulteriore tentativo di inserimento del catetere, operazione con esito negativo, seguita da una minima ematuria alla prima minzione, poi non più ripresentatasi.
Stamattina ho notato che il flusso minzionale si è ulteriormente ridotto: circa 500 cc in 90 sec, quindi con velocità di flusso medio di 5,5 cc/sec.
Devo, in una ipotesi pessimistica, dedurre che si sia instaurata una stenosi uretrale o del collo vescicale e di andare incontro a una progressiva e totale occlusione, visto anche che per mingere devo spingere con forza?
Mi scusi per la lungaggine e voglia gradire il mio grazie anticipato e i miei più cordiali saluti.
Nel secondo mese post-intervento, a parte una modestissima incontinenza soprattutto diurna, andata poi progressivamente scemando, registravo un flusso minzionale medio variabile tra i 15 e i 20, con punte di 23-25, cc/sec. In quel periodo effettuavo autocateterismo ogni 2-3 giorni per verificare l'entità del residuo post-minzionale, fino a quando, ai primissimi di marzo, avevo incontrato difficoltà nell'inserimento del catetere, dovuta a una inaspettata resistenza; avevo allora lasciato intercorrere una settimana prima di ripetere l'operazione, conclusasi con l'impossibilità di inserire il catetere in vescica, per via della forte resistenza incontrata. Da allora ho smesso la pratica dell'autocateterismo e ho per altro notato la progressiva riduzione della velocità del flusso medio minzionale, variabile tra i 10 e i 15-16 cc/sec. Non ho quasi mai avvertito la necessità di alzarmi di notte, mentre alla prima minzione del mattino non di rado ho espulso anche oltre 500 cc di urina, con flusso medio di 16 cc/sec e più. Durante il giorno, mi è capitato talvolta di avvertire fastidio in sede perineale e piccole fitte al termine della minzione. L'eiaculazione, che in un primo tempo era scomparsa, è ritornata circa un mese fa (domanda: la concomitanza con l'impossibilità a introdurre il catetere in vescica è casuale?).
Della situazione ho informato i medici della struttura presso cui sono stato operato (sono in attesa di parlare con il chirurgo) e mi è stato consigliato di fare un ulteriore tentativo di inserimento del catetere, operazione con esito negativo, seguita da una minima ematuria alla prima minzione, poi non più ripresentatasi.
Stamattina ho notato che il flusso minzionale si è ulteriormente ridotto: circa 500 cc in 90 sec, quindi con velocità di flusso medio di 5,5 cc/sec.
Devo, in una ipotesi pessimistica, dedurre che si sia instaurata una stenosi uretrale o del collo vescicale e di andare incontro a una progressiva e totale occlusione, visto anche che per mingere devo spingere con forza?
Mi scusi per la lungaggine e voglia gradire il mio grazie anticipato e i miei più cordiali saluti.
[#7]
E' molto probabile che si sia creato un restringimento dell'uretra, circostanza non così rara. Situazione , tale da consentire un flusso accettabile, ma non il passaggio del catetere. Diremmo che la situazione meriti una revisione endoscopica, nella maggior parte dei casi eseguendo una piccola incisione (uretrotomia) si riesce a stabilizzare definitivamente la situazione.
[#8]
Utente
Grazie per la cortese e sollecita risposta. Approfitto ancora della Sua squisita cortesia per un'ultima domanda: nella Sua esperienza, Le risulta che questo tipo di patologia presenti elevata tendenza verso la progressione ostruttiva, e se sì in quali tempi, oppure che vi sia qualche probabilità che si stabilizzi senza ulteriore peggioramento? Non Le chiedo l'uso della sfera di cristallo, ma solo di ricorrere alla casistica a Lei nota. Ancora grazie e buon lavoro.
[#9]
Nella sua situazione il problema è l'impossibilità al cateterismo per la valutazione del residuo post-minzionale. Questa valutazione si può anche fare con l'ecografia, ma è certamente meno immediato. Diciamo che se il flusso è sufficiente ed all'ecografia il ristagno non è significativo, in accordo con il suo urologo, ci si potrebbe anche accontentare e stare a vedere come va nel tempo. Certo è che con un breve intervento endoscopico si potrebbe anche risolvere la situazione per sempre.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 6.8k visite dal 19/01/2020.
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