Ginecologi, urologi

Buongiorno,
sono una donna di 35 anni e da circa un anno ho cambiato partner dopo 10 anni di rapporti esclusivi con un'altra persona.

Da quando ho iniziato ad avere rapporti sessuali con il nuovo partner sono cominciati gli episodi acuti di cistite, disturbo del quale in precedenza avevo sofferto in rare occasioni.
Inizialmente il mio medico di base mi ha prescritto Monuril e gli esami delle urine, dai quali però non era emerso nulla di anomalo.
Monuril praticamente nell'arco di quest'anno l'ho preso una volta al mese per alcuni mesi, poi sono passata agli antibiotici tipo Zimox e Augmentin (sempre finito le cure senza mai lasciarle a metà) ma il risultato è sempre che dopo un beneficio iniziale, a distanza di pochi giorni ricomincia il fastidio.
Ho rifatto altre 2 volte gli esami delle urine ma sempre nulla di rilevante.
Allora in ospedale presso il reparto malattie trasmissibili sessualmente mi sono sottoposta agli esami per clamidia, gonorrea, sifilide, epatite C e HIV, ma sono risultata negativa a tutti (il mio partner comunque è donatore di sangue Avis ed è periodicamente controllato).

Ho iniziato anche ad assumere integratori a base di D-mannosio, ma anche quelli aiutano ma non risolvono.

Ora di fronte all'ennesimo episodio acuto di cistite mi chiedo se ci possa essere una soluzione e quale strada dovrei seguire a questo punto.

Grazie per vostro riscontro.

Cordiali Saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
La trasmissione per via sessuale di infezioni urogenitali da batteri banali (intestinali) è poco verosimile dal maschio alla femmina, mentre potrebbe essere più facile che accada il contrario. Le cistiti post-coitali sono molto comuni ed hanno come presupposto la colonizzazione dell’area ano-genitale della femmina da parte di batteri intestinali con un certo grado di aggressività, perlopiù frutto di una funzione intestinale non buona, con alterazione della flora batterica residente. Il ruolo dell’igiene locale è relativo, anzi un eccesso può anche essere controproducente. Il seppur relativo trauma del rapporto penetrativo è in grado di portare questi batteri a livello della mucosa delle vie urinarie, per via indiretta (tramite l’uretra) o diretta, vista l’assoluta contiguità delle strutture anatomiche (retto, vagina, vescica). Pertanto le conclusioni verosimili sono di due tipi, o il suo intestino si è messo a far le bizze (più probabile) o i rapporti sono in qualche modo più traumatici (prolungati?) che in passato. A distanza non possiamo trarre conclusioni sotto questo punto di vista. In ogni caso sarà sempre opportuno affrontare il problema prima di tutto dal punto di vista intestinale, cercando di regolare al meglio funzione e flora batterica (assunzione di fermenti lattici, probiotici, yoghurt) ed eventuali variazioni della dieta (squilibrata? condizionata? possibili intolleranze?). Dal punto di vista urinario è essenziale una buona idratazione ottenuta assumendo congrue quantità di liquidi durante la giornata. Il ruolo degli integratori alimentari (mirtillo, mannosio, ecc.) nel quadro generale è comunque modesto e raramente risolutivo.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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