Area pi-rads 3 in risonanza multiparametrica prostata

Mio padre 74 anni presenta dal 2006 dei valori di PSA in ascesa, nel mese di maggio 2018 è stato riscontrato un valore del PSA di 7, 27 con Psa libero di 1, 21 e rapporto di 0, 17. Eseguita ecografia negativa gli è stato consigliato di sottoporsi ad una biopsia prostatica fatta nel mese di maggio in cui su 6 prelievi è risultato avesse su 5 iperplasia ghiandolare stromale e su 1 prelievo (lobo sinistro base) un area focale di PIN ad alto grado. Gli è stato dunque consigliato di ripetere il PSA ed eseguire una risonanza multiparametrica utile per mappare l'area e poter dunque intervenire in modo più mirato in caso di necessita.
L'esito del PSA eseguito a distanza di 3 mesi è stato 7, 27 free 1. 21 rapporto 0. 17
Di seguito riporto il referto della risonanza multiparametrica eseguita nel mese di settembre:
Prostata di normali dimensioni con diametri massimi di 43x36x42mm e vol. 33cc caratterizzata da regione di transizione di 21x24x32mm e vol. 8cc. Viene determinato valore di PSAD 0, 03 ng/ml/cc
Diffusa ed intensa ipointensità di segnale nelle sequenze T2 pesante a livello della regione periferica di entrambi i lobi come da flogosi cronica Pi-Rads 2.
In sede medio-ghiandolare riconoscibile nodulazione paramediana dx della regione transizionale posteriore di circa 12mm con morfologia ovale e profili incompletamente definiti. Ipointensa nelle sequenze T2 pesate e significativo enhancement nelle sequenze dinamiche è caratterizzata da marcata restrizione nelle sequenze in diffusione (PI-RADS 3). Capsula prostatica regolarmente rappresentata. Nei limiti della norma di grado di distensione delle vescicole seminali, che non presentano alterazioni parietali. Non evidenti adenopatie pelviche (linfonodi di tipo reattivo in sede inguinale bilaterali). Recessi pelvici liberi da versamento.
Alla luce del risultato che vede un'area PI-RADS 3 a destra rispetto all'area sospetta della biopsia riscontrata invece a sinistra l'urologo consiglia di eseguire una nuova biopsia non prima del mese di dicembre. Vengo alla domanda scusandomi della lungaggine del mio messaggio, secondo lei si tratta del giusto percorso diagnostico o sarebbe meglio accelerare i tempi della seconda biopsia? Nel caso in cui il sospetto di una neoplasia fosse confermato dalla seconda biopsia attendere 2 mesi potrebbe aggravare la situazione e renderne più difficile il trattamento e la sua risoluzione?
Ringrazio anticipatamente per la disponibilità
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Concordiamo nella necessità di una nuova biopsia mirata, se possibile con tecnica di fusione . I tempi sono dettati unicamente dalle liste di attesa della struttura, d’ogni modo due mesi non sono certamente influenti dal punto di vista dei rischi di sviluppo tumorale.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,
la ringrazio per la celere risposta.
In realtà ci sarebbe stato posto anche nel mese di novembre ma il medico preferisce passino almeno 6 mesi tra le prima e la seconda biopsia da lì il mio dubbio.
Le chiedo ancora , nel caso in cui quella riscontrata fosse una neoplasia la risonanza avrebbe evidenziato un coinvolgimento al di fuori della capsula prostatica? Consapevole della probabilità che la seconda biopsia possa essere positiva (anche se il medico parlava di basso sospetto) il mio timore è quello che si possa trattare di un problema di difficile o non totale risoluzione dato che di questo aspetto non abbiamo parlato con lo specialista.
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Quello che impone l’ulteriore biopsia é il rilievo di alterazione PIRADS 3, che comunque ha un sé un livello di sospetto medio/basso. Se si ipoteticamente si confermasse la natura tumorale del nodulo, si tratterebbe comunque di una diagnosi precocissima di una lesione limitata alla prostata. Spesso queste lesioni dopo i 70 anni posso essere semplicemente sottoposte ad osservazione clinica, senza necessità di interventi o terapie farmacologiche.
[#4]
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,

le scrivo per un aggiornamento in merito alla situazione di mio padre sopra riportata. Dalla seconda biopsia eseguita in seguito alla risonanza multiparametrica è emerso un adenocarcinoma acinare della prostata. Sono stati eseguiti ulteriori 6 prelievi 5 dei quali risultati negativi ed 1 positivo con il seguente esito:
Score di Gleason sec ISUP 2014 7 (4+3)
Percentuale di grado 4: 60%
Gruppo prognostico secWho 2016 Grado 3
Frammenti interessati da neoplasia: 1 su 3
Invasione perineurale: assente
Estensione lineare della neoplasia 3mm su 39 (7%)
Ultimo PSA 8.2
Alla luce di quanto emerso ed in considerazione del buono stato di salute generale di mio padre (75 anni) l'urologo consiglia l'intervento di prostectomia radicale preceduto da una Tac dell'addome completa.
Si tratta secondo lei dell'approccio terapeutico più adatto?

La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
La decisione è molto delicata e non può essere valutata a distanza, poiché influisco fattori anche diversi dalle semplici risultanze dell'esame istologico, come l'età "biologica" (spesso diversa da quella anagrafica), l'atteggiamento psicologico, eccetera. Noi siamo da sempre stati dubbiosi nel porre indicazoni chirurgiche in soggetti con più di 70 anni, preferendo la radioterapia o la semplice osservazione clinica quando praticabile. E' pur vero che nel tempo, soprattutto con l'avvento della chirurgia laparoscopica robotizzata, si è ridotta l'invasività e sensibilmente ridotta l'incidenza di effetti secondari, soprattutto a riguardo della continenza urinaria. Questo potrebbe indurre ad allargare progressivamente le indicazioni operative. Sentiremmo comunque il parere del radioterapista.
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Utente
Utente
Buongiorno Dottore,

l'intervento proposto verrebbe eseguito con tecnica a cielo aperto in anestesia spinale ed il medico lo consiglia proprio in considerazione dell'età "biologica" di mio padre.
Per quanto riguarda la radioterapia si tratterebbe di un intervento altrettanto risolutivo e con meno effetti collaterali? È inoltre normale che non sia stata richiesta una pet?

Grazie e buona giornata
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
In questa situazione in genere non è necessario eseguire la PET, in taluni centri si richiede la scintigrafia ossea total body. La radioterapia ha risultati oncologici statisticamente perlopiù sovrapponibili alla chirurgia, con effetti collaterali differenti. Non influisce sulla continenza urinaria.
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Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
scusi intendevo la scintigrafia ossea non la Pet? È normale che non sia stata prescritta prima dell'eventuale intervento? Dipende forse dal fatto che in base all'esito dell'esame si pensa si tratti di malattia localizzata? L'unico esame richiesto è una tac dell'addome.

Grazie ancora per la sua disponibilità
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Noi richiediamo la scintigrafia ossea con un PSA alla diagnosi superiore a 10 ng/ ml
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