Ipersensibilità a riflog

Gentili dottori, ho 28 anni ed a seguito di un sospetto caso di prostatite, dopo dieci giorni di somministrazione di topster (terapia rispetto alla quale non ho rilevato alcun miglioramento rispetto alle secrezioni bianco-giallastre che mi ritrovo alla mattina dal meato uretrale), sto continuando la terapia con Riflog, come prescrittomi dall'urologo. Il consiglio del dottore era di usare Riflog per trenta giorni e ieri sera ho proceduto al primo inserimento della supposta. Non appena l'ho inserita, senza che passassero neppure 7 secondi -letteralmente- dall'inserimento, ho sentito un forte bruciore per tutto lo sfintere anale, bruciore durato -pur con intensità decrescente- tutta la notte e che, seppur in forma assai lieve, permane anche ora che è mattino. Non ho espulso la supposta perché credevo fosse relativamente naturale. A leggere dal (invero assai stringato) bugiardino, nella sezione Avvertenze, leggo: "Non utilizzare in caso di ipersensibilità verso uno o più componenti del prodotto o in presenza di lesioni". Forse che per ipersensibilità si intende appunto quella che, immediatamente, io ho avvertito? Ieri sera non ho espulso la supposta perché, leggendo dalla recensioni in rete, non c'è praticamente utente che non abbia avuto la mia stessa reazione (e molti hanno infatti rigettato la supposta). Cosa consigliate di fare? E' forse una reazione normale od è il caso di sospendere? Faccio notare con con toster non ho mai rilevato il minimissimo fastidio. Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Le intolleranze ai farmaci, ma spesso anche ai componenti aggiunti per costituire compresse, capsule o supposte (i cosiddetti eccipienti) possono essere molto variabili ed imprevedibili, talora curiose. Questi prodotti somministrati per supposta hanno indicazioni primarie nelle infiammazioni dell'ultimo tratto dell'intestino. Vengono tradizionalmente anche utilizzati nelle prostatiti, adducendo una possibile efficacia legata all'assorbimento ed alla assoluta vicinanza della prostata con la parete intestinale del retto. Si tratta comunque di un approiccio molto empirico, tale da dare un significato meramente palliativo a questo tipo di cura. C'è da dire che, come è noto, per la prostatite non esistono terapie di sicuro efficacia, pertanto lo specialsita deve barcamenarsi con il poco che ha a disposizione. Se però l'uso di questi prodotti induce fastidio più che beneficio (cosa che non è così rara), certamente non vale la pena di insistere.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it