Odissea calcolosi renale
Buongiorno dottori,
Il 17 agosto ho avuto una violenta colica renale a mezz'ora da un rapporto con mio marito (non so se questo possa aver influito). Al ps da eco è risultato un calcolo di 1 cm al gruppo caliceale medio. Non dilatate le vie escretrici. Esami del sangue nella norma. Purtroppo non hanno analizzato le urine. Mi consigliano visita urologica nello stesso ospedale. Dopo 10 giorni incontro l'urologo, mi informa che l'unica cosa da fare è bombardare, con tecnica extra corporea, questo calcolo, ma che in quell'ospedale non è possibile, perché non hanno il macchinario, così mi consiglia un altro urologo (!! ! ) . Prenoto una visita privata da quest'ultimo che nel frattempo mi richiede rx diretta reni. Ebbene dal referto della rx non risulta nessun calcolo. Mi reco dall'urologo che mi fa altra eco dalla quale si conferma assenza di calcoli, ma della renella in entrambi i reni. Per eliminare ogni dubbio mi consiglia di richiedere in ospedale il cd della eco, per poterla visionare. Quindi dopo questo recupero ritorno dall'urologo che visionando l'eco del ps mi conferma che quella macchia bianca scambiata per calcolo in realtà non è nulla (!! ! ) , ma comunque mi rifà eco (dalla quale io avverto dolore al fianco sinistro a causa della pressione) e persino altra rx! Stabilendo definitivamente che non ho calcoli e che l'unica cosa da fare è bere molta acqua per eliminare la renella. Rimanendo d'accordo di rivederci tra un mese. Da allora (primi di settembre) ho avuto diversi fastidi (come una morsa) sempre e solo al fianco sinistro, in modo continuativo. Cinque giorni fa ho avuto, credo, una leggera colica: dolore alla schiena che poi si è spostato avanti fino all'inguine (sempre sinistro), meteorismo. Infine stanotte altra colica leggera (anche se ho dovuto assumere Toradol), sempre stessi sintomi. Le urine sono sempre state limpide e non ho mai notato nessuna "presenza" estranea. Il problema è che io e mio marito stiamo cercando di avere un figlio ed io sto assumendo (da 2 mesi) cardioaspirina (mica può aver stimolato lo spostamento della renella?) come cura preventiva, avendo trombofilia ereditaria. Non vorrei rimanere incinta e incorrere in questi problemi. Anche mia madre ha sofferto di coliche renali, di cui una durante la gravidanza. L'urologo mi ha spiegato che in gravidanza si è più soggetti ad averne. Ora, tralasciando i soldi spesi, le radiazioni in più e gli sbattimenti vari che ho pagato in tutti i sensi a causa di un errore diagnostico, le mie domande sono queste: quanto tempo ci vorrà per espellere tutta la renella? Vorrei liberarmene prima di rimanere incinta. È normale avere tutti questi fastidi in tempi così ravvicinati? Dovrei indagare di più? Se fino al 17 Agosto non ho mai avuto dolori, perché ora pare che non ho un giorno di pace? Se la renella è in entrambi i reni perché solo il sinistro mi da problemi? Io sto bevendo 2/2, 5 L di acqua al giorno. Non saprei cosa altro fare. Spero in Vostri consigli e delucidazioni. Grazie!
Il 17 agosto ho avuto una violenta colica renale a mezz'ora da un rapporto con mio marito (non so se questo possa aver influito). Al ps da eco è risultato un calcolo di 1 cm al gruppo caliceale medio. Non dilatate le vie escretrici. Esami del sangue nella norma. Purtroppo non hanno analizzato le urine. Mi consigliano visita urologica nello stesso ospedale. Dopo 10 giorni incontro l'urologo, mi informa che l'unica cosa da fare è bombardare, con tecnica extra corporea, questo calcolo, ma che in quell'ospedale non è possibile, perché non hanno il macchinario, così mi consiglia un altro urologo (!! ! ) . Prenoto una visita privata da quest'ultimo che nel frattempo mi richiede rx diretta reni. Ebbene dal referto della rx non risulta nessun calcolo. Mi reco dall'urologo che mi fa altra eco dalla quale si conferma assenza di calcoli, ma della renella in entrambi i reni. Per eliminare ogni dubbio mi consiglia di richiedere in ospedale il cd della eco, per poterla visionare. Quindi dopo questo recupero ritorno dall'urologo che visionando l'eco del ps mi conferma che quella macchia bianca scambiata per calcolo in realtà non è nulla (!! ! ) , ma comunque mi rifà eco (dalla quale io avverto dolore al fianco sinistro a causa della pressione) e persino altra rx! Stabilendo definitivamente che non ho calcoli e che l'unica cosa da fare è bere molta acqua per eliminare la renella. Rimanendo d'accordo di rivederci tra un mese. Da allora (primi di settembre) ho avuto diversi fastidi (come una morsa) sempre e solo al fianco sinistro, in modo continuativo. Cinque giorni fa ho avuto, credo, una leggera colica: dolore alla schiena che poi si è spostato avanti fino all'inguine (sempre sinistro), meteorismo. Infine stanotte altra colica leggera (anche se ho dovuto assumere Toradol), sempre stessi sintomi. Le urine sono sempre state limpide e non ho mai notato nessuna "presenza" estranea. Il problema è che io e mio marito stiamo cercando di avere un figlio ed io sto assumendo (da 2 mesi) cardioaspirina (mica può aver stimolato lo spostamento della renella?) come cura preventiva, avendo trombofilia ereditaria. Non vorrei rimanere incinta e incorrere in questi problemi. Anche mia madre ha sofferto di coliche renali, di cui una durante la gravidanza. L'urologo mi ha spiegato che in gravidanza si è più soggetti ad averne. Ora, tralasciando i soldi spesi, le radiazioni in più e gli sbattimenti vari che ho pagato in tutti i sensi a causa di un errore diagnostico, le mie domande sono queste: quanto tempo ci vorrà per espellere tutta la renella? Vorrei liberarmene prima di rimanere incinta. È normale avere tutti questi fastidi in tempi così ravvicinati? Dovrei indagare di più? Se fino al 17 Agosto non ho mai avuto dolori, perché ora pare che non ho un giorno di pace? Se la renella è in entrambi i reni perché solo il sinistro mi da problemi? Io sto bevendo 2/2, 5 L di acqua al giorno. Non saprei cosa altro fare. Spero in Vostri consigli e delucidazioni. Grazie!
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La nostra consuetudine ad osservare ripetutamente quasi tutti i giorni i reni dall'interno, nel corso dei nostri interventi endoscopici, ci ha fatto giungere alla conclusione che ... la renella non esiste (!!!) ovvero non esiste questa ipotetica "sabbia" in movimento cui i medici - ma spesso anche taluni nostri Colleghi specialisti - si appelano quando non si è in grado di giustificare chiaramente un dolore lombare od un altro vago disturbo urinario. La realtà è costituita da incrostazioni dei calici renali, le cosiddette "placche di Randall" su cui i calcoli si accrescono oppure calcoli veri e propri con il loro vario ed imprevedibile destino. L'ecografia è un esame rapido e non invasivo, ma purtroppo ha scarsa definizione per quanto riguarda calcoli renali di piccole e medi dimensioni, inoltre non è in grado di valutare l'uretere in quasi tutto il suo decorso. In presenza di sintomi sospetti e con precedenti personali o familiari, il sospetto della presenza di un calcolo può essere chiarito solo con l'esecuzione di una TAC dell'addome senza mezzo di contrasto. A questa indagine nulla può sfuggire, oggigiorno è possibile con la tecnica spirale, ottenere delle buone TAC velocemente e con quantità ridotta di raggi. Nel suo caso in particolare, nel suo interesse non staremmo perdere altro tempo, qualora si confermasse la presenza di un piccolo calcolo nell'uretere si potranno prendere tutte le misre necessarie a liberarsene. E se non si trovasse nulla, tanto meglio, ma si dovrà arrendere all'idea di avere mal di schiena!
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Utente
Gentilissimo dottor Piana, eccomi con estremo ritardo a scriverle il risultato della tc addome. Le riporto solo ciò che risulta non proprio nella norma:
- Fegato morfovolumetricamente nella norma, a densità finemente disomogenea senza evidenza di lesioni focali valutabili nelle sole condizioni di base.
- Millimetrica (circa 2 mm) immagine tenuemente iperdensa nel gruppo caliceale inferiore di sinistra sospetta per formazione litiasica a basso contenuto calcico. - Si segnala piccola formazione calcifica di circa 4,5 mm posta tra la cupola vescicale non ben distesa, e la faccia anteriore del corpo dell'utero (formazione litiasica di pertinenza vescicale? Piccola calcificazione parietale?). Si consiglia valutazione ecografica di dettaglio per determinarne la localizzazione. - Al passaggio toraco-addominale si segnala stria disventilatorio-fibrotica in sede basale sinistra. Questo è quanto, spero possa darmi indicazioni. La ringrazio infinitamente.
- Fegato morfovolumetricamente nella norma, a densità finemente disomogenea senza evidenza di lesioni focali valutabili nelle sole condizioni di base.
- Millimetrica (circa 2 mm) immagine tenuemente iperdensa nel gruppo caliceale inferiore di sinistra sospetta per formazione litiasica a basso contenuto calcico. - Si segnala piccola formazione calcifica di circa 4,5 mm posta tra la cupola vescicale non ben distesa, e la faccia anteriore del corpo dell'utero (formazione litiasica di pertinenza vescicale? Piccola calcificazione parietale?). Si consiglia valutazione ecografica di dettaglio per determinarne la localizzazione. - Al passaggio toraco-addominale si segnala stria disventilatorio-fibrotica in sede basale sinistra. Questo è quanto, spero possa darmi indicazioni. La ringrazio infinitamente.
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Dalla TAC si rileva inequivocabilmente che nel rene non vi sono calcoli, ma solo una millimetrica calcificazione priva di significato e correlabile ad una calcificazione papillare (placca di Randall) cui accennammo nella nostra prima risposta. Pertanto, niente renella , entità perlopiù misteriosa che noi consideriamo uno dei tanti falsi miti della medicina! Maggiori dubbi per quanto riscontrato in vescica. L’ipotesi più suggestiva é che la calcificazione di 4,5 mm sia in effetti il piccolo calcolo che le ha causato le coliche. É però poco verosimile che una formazione così piccola venga ritenuta in vescica in una donna, laddove lo scarico é generalmente molto compiacente, tanto da lasciar passare inavvertitamente anche calcoli di dimensioni ben maggiori. In conclusione, una buona ecografia vescicale eseguita ora, tenendo conto di quanti evidenziato dalla TAC dovrebbe chiarirci definitivamente le idee.
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Utente
Gent.mo dr. Piana,
Ecco il risultato della ecografia vescicale:
Vescica distesa, con pareti regolari esenti da aggetti, diverticoli o calcoli endoluminali
Piccola calcificazione di 3 mm a livello dell'interfaccia utero-vescicale.
Piccolo calcolo < di mm 2 a livello del MUI
Residuo post minzionale: ca 50 cc
E questo è tutto. Avendo bevuto molto nel giro di mezz'ora non sono riuscita a svuotare bene la vescica e il medico ha notato che il rene sinistro anche dopo lo svuotamento era un po' dilatato, infatti mi fa un po' male adesso, secondo lui a causa di questo piccolo calcolo che intralcia il passaggio urinario. Ora vorrei sapere come posso agire in questo momento, onde evitare una colica durante un'eventuale gravidanza. Mi rendo conto che il calcolo è piccolissimo, però se magari fosse possibile una terapia diuretica o altro, ne sarei sollevata.
Grazie come sempre e confido nella sua esperienza e professionalità.
Ecco il risultato della ecografia vescicale:
Vescica distesa, con pareti regolari esenti da aggetti, diverticoli o calcoli endoluminali
Piccola calcificazione di 3 mm a livello dell'interfaccia utero-vescicale.
Piccolo calcolo < di mm 2 a livello del MUI
Residuo post minzionale: ca 50 cc
E questo è tutto. Avendo bevuto molto nel giro di mezz'ora non sono riuscita a svuotare bene la vescica e il medico ha notato che il rene sinistro anche dopo lo svuotamento era un po' dilatato, infatti mi fa un po' male adesso, secondo lui a causa di questo piccolo calcolo che intralcia il passaggio urinario. Ora vorrei sapere come posso agire in questo momento, onde evitare una colica durante un'eventuale gravidanza. Mi rendo conto che il calcolo è piccolissimo, però se magari fosse possibile una terapia diuretica o altro, ne sarei sollevata.
Grazie come sempre e confido nella sua esperienza e professionalità.
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Non deve stupire che anche un calcolo piccolissimo possa causare dilatazione e disturbo, talora siamo costretti a rimuoverlo endoscopicament, quando non se ne può fare a meno. Prima di ricorrere alle vie invasive, è però opportuno valutare l'efficacia di una terapia "espulsiva" nella comune associazione di alfa-litico e cortisone. Il suo urologo di riferimento potrà provvedere alla prescrizione dettagliata.
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Utente
La ringrazio infinitamente per l'attenzione e per avermi dato tutte le indicazioni per poter risolvere questa situazione, cosa che, purtroppo, raramente mi è accaduta in questo periodo tra i vari consulti medici effettuati, tra l'altro non a distanza, come è stato con lei. Peccato che io non sia di Torino, avrei preso appuntamento con lei per una visita senza alcun dubbio. Grazie ancora per ciò che fa e soprattutto per come lo fa. Cordiali saluti.
[#10]
Utente
Gentilissimo dottor Piana,
Le scrivo nuovamente solo per informarla della terapia che mi è stata prescritta:
Rilaten - mattino e sera - 5 giorni/
Bentelan - dopo pranzo - 7 giorni/
Omnic - sera - 10/15 giorni/
Monuril - Prima di coricarsi i primi due giorni di terapia.
Bere più di 2 litri al giorno.
Secondo lei la terapia è corretta?
Grazie ancora!
Le scrivo nuovamente solo per informarla della terapia che mi è stata prescritta:
Rilaten - mattino e sera - 5 giorni/
Bentelan - dopo pranzo - 7 giorni/
Omnic - sera - 10/15 giorni/
Monuril - Prima di coricarsi i primi due giorni di terapia.
Bere più di 2 litri al giorno.
Secondo lei la terapia è corretta?
Grazie ancora!
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Si tratta di una tipica terapia espulsiva integrata da un antispastico ed un antibiotico. Noi siamo tradizionalmente contrari a consigliare di bere moltissimo in questi frangenti, convinti che il calcolo si sposti solo grazie all’aumentata compiacenza dell’uretere (indotta dalla terapia) e non dalla spinta posteriore dell’urina. Un carico di urina troppo elevato a nostro giudizio potrebbe indurre inutile risentimento renale. Si tratta comunque solo di una nostra opinione, ben sappiamo che buona parte dei nostri Colleghi é abituato diversamente.
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Utente
Gentilissimo dr. Piana,
Le scrivo nuovamente perché sono quasi alla fine della terapia espulsiva, rimangono 5 giorni e sto assumendo solo l'omnic. Purtroppo non ho avuto alcun sintomo se non ieri sera: un leggerissimo fastidio al lato sinistro, più all'inguine che al fianco. Mi preoccupa non aver avuto alcun dolore, perché se la terapia non è stata efficace dovrò risolvere invasivamente, vero?
In compenso, ho l'addome gonfio e da due giorni mi brucia la punta della lingua, ho la bocca amara e scarsa salivazione, sono effetti collaterali dei farmaci? Comunque confido ancora in questi ultimi 5 giorni. Dopo quanto tempo è utile che ripeta l'ecografia per controllare il calcolo?
Grazie come sempre
Le scrivo nuovamente perché sono quasi alla fine della terapia espulsiva, rimangono 5 giorni e sto assumendo solo l'omnic. Purtroppo non ho avuto alcun sintomo se non ieri sera: un leggerissimo fastidio al lato sinistro, più all'inguine che al fianco. Mi preoccupa non aver avuto alcun dolore, perché se la terapia non è stata efficace dovrò risolvere invasivamente, vero?
In compenso, ho l'addome gonfio e da due giorni mi brucia la punta della lingua, ho la bocca amara e scarsa salivazione, sono effetti collaterali dei farmaci? Comunque confido ancora in questi ultimi 5 giorni. Dopo quanto tempo è utile che ripeta l'ecografia per controllare il calcolo?
Grazie come sempre
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I disturbi che ci riferisce certamente non sono correlabili all'assunzione in corso dell'alfa-litico a scopo "espulsivo". Tra i farmaci che lei ha assunto c'è anche stato un antibiotico energico (fosfomicina) che può aver modificato la flora batterica intestinale. Probabilmente potrebbe giovarle l'assunzione di fermenti lattici, probiotici, yoghurt, eccetera. Il controllo ecografico deveessere effettuato contestualmente al termine della terapia, per non perdere altro tempo. Se lei crede che la rimozione endoscopica di un calcolo dell'uretere terminale sia invasiva, pensi che fimo a 20 anni fa circa questi interventi venivano ordinarimante eseguiti in chirurgia tradizionale a cielo aperto, con almeno una settimana di degenza e tutto quanto ne poteva conseguire.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 4.4k visite dal 17/09/2019.
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