Disuria

Sono un uomo di 40 anni, ho notato che da un po di tempo a questa parte la quantità e la forza dal flusso di urina è diminuito o comunque non è più come prima. Puo dipendere ad una mal formazione della prostata ? Da che dipende il flusso dell’urina? Esiste qualche esame prima di allarmarsi o fare una visita urologica? Puo essere qualche coimitanza con un eiaculazione precoce? Grazie dell’ attenzione in attesa di una Vs risposta vi saluto Gianfranco
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.6k 1.2k
Caro lettore,
un disturbo alla minzione con una riduzione del getto di urina può essere facilmente legato, alla sua età ,ad una prostatopatia (infiammazione , aumento di volume , ecc ). Le consiglio una ecografia completa delle vie uro-seminali , un uroflossogramma registrato ed una valutazione colturale completa sulle urine e sul liquido seminale . Con queste indagini consulti un urologo od un andrologo che saprà , conosciuta la sua completa storia clinica impostare le eventuale successive indicazioni diagnostiche e terapeutiche.
Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
a costo di sembrare noioso, anche nel Suo caso, io direi che non è mai giusto e corretto autoprescriversi accertamenti diagnostici, o farseli prescrivere da un Medico diverso da quello dove poi si andrà a chiedere un consulto clinico. Deve essere il Collega che le farà l'anamnesi e l'esame obbiettivo clinico a formulare una ipotesi diagnostica e IN SEGUITO A CIO' decidere se e quali esami strumentali e di laboratorio farle eseguire. E' un meccanismo semplice. Al solito: sarebbe come andare dal meccanico a riparare l'automobile, portando nel portabagagli già i pezzi di ricambio che un altro meccanico ha deciso necessari.
Siamo contenti e orgogliosi che Lei abbia riposto la Sua fiducia nel nostro Forum, ma non credo sia compito nostro decidere come preparare la Sua cartella clinica.
Non è che mi stia tirando indietro di fronte alle Sue richieste, sia chiaro, ma è un mio modo di pensare. Mi piace pensare che i miei pazienti si comporterebbero così.
Affettuosi auguri per tutto e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.6k 1.2k
Caro lettore,
rispondo a lei e al "giovane" collega Martino. Da vetusto collega andrologo, quale ormai purtroppo sono, una ecografia ,un uroflussogramma e una valutazione colturale non significa creare problemi al futuro collega che la vedrà ma semplicemente aiutarlo a fare più rapidamente una diagnosi ed eventualmente impostare la successiva terapia. Le valutazioni preliminari da me consigliate non sono indicazioni terapeutiche ma indizi clinici.
Usando i poetici paragoni elaborati dal collega Martino insomma non sono i pezzi di ricambio ma la diagnostica che oggi tutte le officine moderne del mondo consigliano prima di fare un intervento sul motore od altro.
Ancora un caro e cordiale saluto.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
credo che una discussione sull'età dei Colleghi che rispondono in questo Forum esuli dal Suo scopo.
Magari fossi giovane quanto mi augura il Collega BERETTA, anche se palestra e sauna fanno miracoli.
Ma tornando al problema.
Il punto è proprio questo. Perchè non lasciare al Collega che deve fare la diagnosi il compito successivo di richiedere gli esami da lui ritenuti necessari, dopo la raccolta anamnestica, dopo la visita clinica e dopo il sospetto diagnostico?
Mandare un paziente ad un consulto clinico da uno Specialista senza averlo imbottito di esami strumentali costosi e magari superflui non Le sembra corretto?
Non le sembra corretto lasciare libero il Collega di decidere in merito? Indirizzi clinici? Scusi ma il Collega ce li ha chiesti? No. E allora? Che stiamo qui ad indirizzare. O curiamom in prima persona o deleghiamo al Collega per competenza.
Direi che, tornando al poetico paragone, LA DIAGNOSTICA STRUMENTALE SU UNA MACCHINA SI FA NELL'OFFICINA DoVE LA MACCHINA VERRA' RIPARATA. NON SI VA NELL'OFFICINA CON IL CERTIFICATO DI REVISONE GIA' EFFETTUATO.
Direi quindi che la prima tappa, sempre e comunque, è lo studio del proprio Medico di base. Lo stesso medico di Base, escluso i casi in cui abbia delle comptenze specifiche sull'argomento, non può fare altro che indirizzare dallo Specialista, in questo caso l'Andrologo, il paziente, ma senza interferire con le scelte delle eventuali metodiche diagnostiche.
A me sembra un concetto elementare e logico che trasmetto a tutti i miei studenti e futuri Medici. Sembrano condividerlo tutti. Anche i pazienti. Ed anche i portafogli dei pazienti.
Spero di aver spiegato chiaramente, ancora una volta e spero definitivamente, quello che penso in merito a questa questione.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO