Stimolo ambiguo ad urinare
Buongiorno, ho 47 anni ed una storia pregressa di pollachiuria, incostante lo stimolo ad urinare, ma di media assestato ogni due ore fino a un paio di mesi fa, compresa nicturia. Il mio problema è iniziato 14 anni fa con una infezione urinaria curata con 15 giorni di antibiotici.
Devo dire che dopo la cura sono tornato alla normalità per qualche mese, dopodichè il problema è tornato in maniera più decisa, condito dalla mia paura che probabilmente ha innescato nel mio sistema nervoso il terrore della ritenzione urinaria, per cui al minimo stimolo ho iniziato ad andare in bagno.
Dopo numerose visite di cui vi parlerò, mi sono relativamente tranquillizzato e ho fatto molte cure, fino ad assumere ormai da anni xatral tutti i giorni.
Da giugno il problema si è acuito, aumentando a tempi più ravvicinati la minzione, con mitto ancora più debole e sottile di prima. Premetto che ho sentito molti urologi e la diagnosi emersa è stata sostanzialmente contraddittoria (due correnti principali: sclerosi del collo vescicale o ipercontrattilità del pavimento pelvico).
In base a queste due correnti di pensiero, dopo svariate indagini invasive (numerose uroflussometrie, studi urodinamici, cistoscopie e molti altri) ho effettuato terapie di due tipologie: agopuntura, massaggi per trigger point dolenti nell'ano, psicofarmaci (rivotryl, valium, laroxyl ed altri) per quanto riguarda chi sosteneva la tensione del pavimento pelvico e zona vescicale; consiglio ad intervenire tramite TUIP nella corrente di pensiero dell'ostruzione.
Un urologo mi ha addirittura parlato di problema fondamentalmente psicologico, in quanto non riscontrava problemi gravi (addirittura meato beante). In questa selva di opinioni, ho preferito evitare ad oggi l'intervento per il rischio di eiaculazione retrograda e mi sono adeguato ad uno stile di vita complicato per la frequenza minzionale, con cui ho convissuto più o meno decentemente fino a qualche mese fa.
Da giugno, come dicevo, il problema si è nuovamente acuito e dopo l'ultima cistoscopia il bruciore si accompagna a paura di non svuotare completamente. Premetto che vado più o meno ogni ora in bagno perché lo stimolo si è alterato: non più uno stimolo chiaro ma una sensazione di solletico interno che non mi fa più capire quando è il momento giusto, per cui per la paura di stagnazione dell'urina in vescica seppur con esitazione iniziale elimino ad occhio suppergiù 20/30 cc. ogni volta.
Le ultime due cistoscopie (due anni fa) si assestano su un problema di ostruzione, seppur in modo differente (severa stenosi uretra bulbare una; collo vescicale rilevato e ostruente l'altra). Quale delle due? A questo punto penso che alcuni esami siano letti in modo variabile. Fermo restando che comunque presumo che ormai dovrò sottopormi a TUIP, essendo questo intervento facilmente recidivante, non trovo utilità a farlo, nel senso che cerco un intervento risolutivo (presumo uroplastica).
Che pensate alla luce di questo quadro clinico confuso?
Devo dire che dopo la cura sono tornato alla normalità per qualche mese, dopodichè il problema è tornato in maniera più decisa, condito dalla mia paura che probabilmente ha innescato nel mio sistema nervoso il terrore della ritenzione urinaria, per cui al minimo stimolo ho iniziato ad andare in bagno.
Dopo numerose visite di cui vi parlerò, mi sono relativamente tranquillizzato e ho fatto molte cure, fino ad assumere ormai da anni xatral tutti i giorni.
Da giugno il problema si è acuito, aumentando a tempi più ravvicinati la minzione, con mitto ancora più debole e sottile di prima. Premetto che ho sentito molti urologi e la diagnosi emersa è stata sostanzialmente contraddittoria (due correnti principali: sclerosi del collo vescicale o ipercontrattilità del pavimento pelvico).
In base a queste due correnti di pensiero, dopo svariate indagini invasive (numerose uroflussometrie, studi urodinamici, cistoscopie e molti altri) ho effettuato terapie di due tipologie: agopuntura, massaggi per trigger point dolenti nell'ano, psicofarmaci (rivotryl, valium, laroxyl ed altri) per quanto riguarda chi sosteneva la tensione del pavimento pelvico e zona vescicale; consiglio ad intervenire tramite TUIP nella corrente di pensiero dell'ostruzione.
Un urologo mi ha addirittura parlato di problema fondamentalmente psicologico, in quanto non riscontrava problemi gravi (addirittura meato beante). In questa selva di opinioni, ho preferito evitare ad oggi l'intervento per il rischio di eiaculazione retrograda e mi sono adeguato ad uno stile di vita complicato per la frequenza minzionale, con cui ho convissuto più o meno decentemente fino a qualche mese fa.
Da giugno, come dicevo, il problema si è nuovamente acuito e dopo l'ultima cistoscopia il bruciore si accompagna a paura di non svuotare completamente. Premetto che vado più o meno ogni ora in bagno perché lo stimolo si è alterato: non più uno stimolo chiaro ma una sensazione di solletico interno che non mi fa più capire quando è il momento giusto, per cui per la paura di stagnazione dell'urina in vescica seppur con esitazione iniziale elimino ad occhio suppergiù 20/30 cc. ogni volta.
Le ultime due cistoscopie (due anni fa) si assestano su un problema di ostruzione, seppur in modo differente (severa stenosi uretra bulbare una; collo vescicale rilevato e ostruente l'altra). Quale delle due? A questo punto penso che alcuni esami siano letti in modo variabile. Fermo restando che comunque presumo che ormai dovrò sottopormi a TUIP, essendo questo intervento facilmente recidivante, non trovo utilità a farlo, nel senso che cerco un intervento risolutivo (presumo uroplastica).
Che pensate alla luce di questo quadro clinico confuso?
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Evidentemente lei è caduto nella trappola della ricerca spasmodica di ulteriori pareri specialistici, cosa che ha moltiplicato all'infinito gli accertamenti e probabilmente i tentativi terapeutici. Questo non è un bene, non solo dal punto di vista economico. Noi a distanza non possiamo certo giudicare meglio laddove si sono espressi Colleghi che hanno avuto anche solo l'insostituibile vantaggio di conoscerla direttamente. Possiamo solo esprimere qualche considerazione.
1) La diagnosi endoscopica di ostruzione del collo vescicale è inequivocabile. Purtroppo non è ancora invalsa l'abitudine di associare immagini fotografiche ai referti, ma se anche un solo Collega ha addirittura parlato di "collo beante" non possiamo pensare alla presenza di un restringimento accentuato.
2) Più complessa è la diagnosi funzionale. La valutazione urodinamica è molto più complessa e sensibile di quella endoscopica, necessita di molta esperienza, ed apparecchi pefettamente funzionanti. Anche qui, in caso di ostruzione significativa il risultato dovrebbe essere inequivocabile.
3) La componente emotiva dei suoi disturbi può essere preponderante. E' ovvio che se si pensa solo a quello e si va ad urinare al sol pensiero dello stimolo, l'emissione di 30 cc di urina non può avvenire con un getto energico.
1) La diagnosi endoscopica di ostruzione del collo vescicale è inequivocabile. Purtroppo non è ancora invalsa l'abitudine di associare immagini fotografiche ai referti, ma se anche un solo Collega ha addirittura parlato di "collo beante" non possiamo pensare alla presenza di un restringimento accentuato.
2) Più complessa è la diagnosi funzionale. La valutazione urodinamica è molto più complessa e sensibile di quella endoscopica, necessita di molta esperienza, ed apparecchi pefettamente funzionanti. Anche qui, in caso di ostruzione significativa il risultato dovrebbe essere inequivocabile.
3) La componente emotiva dei suoi disturbi può essere preponderante. E' ovvio che se si pensa solo a quello e si va ad urinare al sol pensiero dello stimolo, l'emissione di 30 cc di urina non può avvenire con un getto energico.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gent.mo dott. Piana, La ringrazio per la risposta chiara e tempestiva. E' vero, sono una persona ansiosa e questo certamente non ha giovato ad una risoluzione univoca del problema. La cosa che mi lascia perplesso è che alcuni urologi sono partiti direttamente dalla ipotesi di ipercontrattilità vescicale, con psicofarmaci e massaggi di trigger point. Ritengo che però qualcosa di meccanico sia purtroppo innegabile, anche alla luce del mitto ipovalido: il gocciolamento e una leggera esitazione iniziale credo avvalorino questa tesi, oltre alla contrattura vescicale-pelvica.
Andrò avanti con l'esame urodinamico in settembre e spero di arrivare ad una conclusione.
Andrò avanti con l'esame urodinamico in settembre e spero di arrivare ad una conclusione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 21/08/2019.
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