Dolorose coliche renali
Gentili Dottori,
sono una persona di 50 anni con un passato da sportivo e attualmente pratico corsetta amatoriale (non agonistica) percorrendo una media di 12 Km a giorni alterni.
Ad agosto dello scorso anno sono iniziate delle coliche renali che ho trattato con iniezioni intramuscolo di Voltaren.
Episodio durato un paio di giorni.
A novembre, ritornano le coliche che come la volta scorsa, spariscono dopo due giorni di voltaren.
Tutto normale fino a Maggio 2019, quando le coliche iniziano a farsi insistenti.
Un’ecografia dell’apparato urinario ha il seguente esito:
L’esame ha evidenziato reni in sede di normale morfovolumetria con rapporto cortico midollare conservato. Idronefrenosi di 2 grado bilaterale. Presenza di urolita di 8 e 10 mm a destra. Vescica di aspetto globoso con pareti indenni da lesioni organiche. Non si apprezzano impronte patologiche ab-estrinseco. Prostata nei limiti della norma per morfovolumetria ed ecostruttura.
L’ecografia è del 23/05/2019 e in data 12/06/2019 mi sottopongo a visita urologica.
L’urologa rileva quanto segue:
Si esegue ETG in atto non dilatazioni di rilievo bilateralmente, con i limiti nella metodica, non si visualizza formazione litiasica di circa 1 cm segnalata nella precedente ETG, iperecogenicità di 8 mm al calice inferiore in diagnosi differenziale con placca di Randal. Verosimile scarica di renella
Mi consiglia di bere adeguatamente e delle bustine di previston forte da assumere 1 al dì per 10 giorni al mese.
L’esame delle urine evidenziavano presenza media di sangue e un Ph di 5. 5. Acido urico 8. 4
In data 23/06 mi reco in ospedale dove mi ricoverano per litiasi reno uretale ed idronefrosi di 2 grado destro.
Il 25/06 mi sottopongono a cateterismo ureterale destro con stending (stent a doppio j) omolaterale.
In data 09/07, vengo sottoposto a Meatotomia Uretere dx + Ureteroscopia dx + Ureterolitotrissia con Ureterolitolapassi + riposizionamento stent ureterale dx a doppio j.
I calcoli ureterali (1 cm e 1. 5 cm) rimossi si presentavano radiotrasparenti.
Alla visita di controllo e rimozione stent, non si presentava alcuna dilatazione renale.
Ripreso a correre normalmente e, con un sospiro di sollievo, anche le normali attività giornaliere.
Due giorni fa invece ritorna la dolorosa colica renale (sempre a destra).
Vado in ospedale dove, dall’ecografia, viene riscontrata la dilatazione del rene destro.
Al momento mi hanno assegnato sempre il Previston e 1 pillola da 150 mg di ziloric (a vita).
Intanto i dolori non si fermano e devo continuare con le voltaren che almeno mi fanno prendere un po’ di respiro.
Al momento, oltre ai dolori, mi sento depresso perché credevo di aver risolto il problema ma così non è stato.
Scusate se mi sono dilungato ma, nel limite del possibile, mi farebbe piacere sentire cosa pensate di tutto ciò.
Ringraziando anticipatamente per ogni eventuale risposta si porgono cordiali saluti.
sono una persona di 50 anni con un passato da sportivo e attualmente pratico corsetta amatoriale (non agonistica) percorrendo una media di 12 Km a giorni alterni.
Ad agosto dello scorso anno sono iniziate delle coliche renali che ho trattato con iniezioni intramuscolo di Voltaren.
Episodio durato un paio di giorni.
A novembre, ritornano le coliche che come la volta scorsa, spariscono dopo due giorni di voltaren.
Tutto normale fino a Maggio 2019, quando le coliche iniziano a farsi insistenti.
Un’ecografia dell’apparato urinario ha il seguente esito:
L’esame ha evidenziato reni in sede di normale morfovolumetria con rapporto cortico midollare conservato. Idronefrenosi di 2 grado bilaterale. Presenza di urolita di 8 e 10 mm a destra. Vescica di aspetto globoso con pareti indenni da lesioni organiche. Non si apprezzano impronte patologiche ab-estrinseco. Prostata nei limiti della norma per morfovolumetria ed ecostruttura.
L’ecografia è del 23/05/2019 e in data 12/06/2019 mi sottopongo a visita urologica.
L’urologa rileva quanto segue:
Si esegue ETG in atto non dilatazioni di rilievo bilateralmente, con i limiti nella metodica, non si visualizza formazione litiasica di circa 1 cm segnalata nella precedente ETG, iperecogenicità di 8 mm al calice inferiore in diagnosi differenziale con placca di Randal. Verosimile scarica di renella
Mi consiglia di bere adeguatamente e delle bustine di previston forte da assumere 1 al dì per 10 giorni al mese.
L’esame delle urine evidenziavano presenza media di sangue e un Ph di 5. 5. Acido urico 8. 4
In data 23/06 mi reco in ospedale dove mi ricoverano per litiasi reno uretale ed idronefrosi di 2 grado destro.
Il 25/06 mi sottopongono a cateterismo ureterale destro con stending (stent a doppio j) omolaterale.
In data 09/07, vengo sottoposto a Meatotomia Uretere dx + Ureteroscopia dx + Ureterolitotrissia con Ureterolitolapassi + riposizionamento stent ureterale dx a doppio j.
I calcoli ureterali (1 cm e 1. 5 cm) rimossi si presentavano radiotrasparenti.
Alla visita di controllo e rimozione stent, non si presentava alcuna dilatazione renale.
Ripreso a correre normalmente e, con un sospiro di sollievo, anche le normali attività giornaliere.
Due giorni fa invece ritorna la dolorosa colica renale (sempre a destra).
Vado in ospedale dove, dall’ecografia, viene riscontrata la dilatazione del rene destro.
Al momento mi hanno assegnato sempre il Previston e 1 pillola da 150 mg di ziloric (a vita).
Intanto i dolori non si fermano e devo continuare con le voltaren che almeno mi fanno prendere un po’ di respiro.
Al momento, oltre ai dolori, mi sento depresso perché credevo di aver risolto il problema ma così non è stato.
Scusate se mi sono dilungato ma, nel limite del possibile, mi farebbe piacere sentire cosa pensate di tutto ciò.
Ringraziando anticipatamente per ogni eventuale risposta si porgono cordiali saluti.
[#1]
In tutta la sua situazione parrebe non essere mai stata eseguita una TAC dell'addome, indagine che forse avrebbe anche contribuito ad abbreviare la sua dolorosa storia. Purtroppo l'ecografia, pur essendo un'indagine semplice ed economica, è piuttosto imprecisa nella caratterizzazione dei calcoli urinari di piccole/medie dimensioni, in particolare lungo il decorso dell'uretere. Se poi si tratta di calcoli radiotrasparenti di acido urico, la definizione del quadro diventa ancora più ardua. La TAC è l'unico accertamento in grado di dare una definizione inequivocabile del caso, definendo con precisione posizione e dimensioni di qualsiasi calcolo o residuo. In una situazione come la sua, in cui vi è sintomatologia persistente dopo un intervento apparentemente risolutivo, l'esecuzione della TAC dell'addome senza mezzo di contrasto è quasi imperativa, se non si vuole perdere altro tempo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Intanto La ringrazio per la celere risposta.
In effetti una TAC me l'hanno fatta al ricovero in ospedale perché, come tra l'altro Lei mi conferma, dall'ecografia non si vedevano dove erano stazionati i calcoli e nemmeno qual erano le loro dimensioni.
Ora se era una TAC all'addome non saprei, però è stata fatta senza mezzo di contrasto e si sono visti all'altezza L3 (se non vado errato).
Dopo di che il decorso che Le ho descritto in precedenza.
In settimana ho preso appuntamento con il primario di urologia di un noto ospedale italiano, non certo perché non mi fido dei medici che fino ad ora mi hanno assistito, ma solo per un ulteriore consulto. Sinceramente non credevo che, nel giro di così poco tempo, avrei avuto questa brutta sorpresa.
A volte penso che questi interventi per via endoscopica, hanno si il vantaggio di essere poco invasivi, ma di contro non eliminano interamente il problema. Forse con una laparoscopia (e quindi senza frantumazione interna con il laser) avrebbero "tirato" per intero i calcoli senza lasciare residui.
Però questo è un parere da ignorante.
La ringrazio nuovamente.
In effetti una TAC me l'hanno fatta al ricovero in ospedale perché, come tra l'altro Lei mi conferma, dall'ecografia non si vedevano dove erano stazionati i calcoli e nemmeno qual erano le loro dimensioni.
Ora se era una TAC all'addome non saprei, però è stata fatta senza mezzo di contrasto e si sono visti all'altezza L3 (se non vado errato).
Dopo di che il decorso che Le ho descritto in precedenza.
In settimana ho preso appuntamento con il primario di urologia di un noto ospedale italiano, non certo perché non mi fido dei medici che fino ad ora mi hanno assistito, ma solo per un ulteriore consulto. Sinceramente non credevo che, nel giro di così poco tempo, avrei avuto questa brutta sorpresa.
A volte penso che questi interventi per via endoscopica, hanno si il vantaggio di essere poco invasivi, ma di contro non eliminano interamente il problema. Forse con una laparoscopia (e quindi senza frantumazione interna con il laser) avrebbero "tirato" per intero i calcoli senza lasciare residui.
Però questo è un parere da ignorante.
La ringrazio nuovamente.
[#3]
Utente
Dimenticavo di dirLe che in ospedale mi hanno già prenotato un'altra TAC senza mezzo di contrasto, perché ovviamente dall'ecografia si riscontra il rene dilatato ma non dove c'è l'ostruzione.
A quel punto non so se rifaranno lo stesso iter (stent, endoscopia ecc) perché fare un altro intervento (e quindi anestesia) in così poco tempo non credo sia il caso, però allo stesso tempo non riesco nemmeno a fare una vita normale. Mi son giocato le ferie, ma questo è il meno .il problema che ora inizio nuovamente a lavorare (sono impiegato) ma con questi dolori è difficile concentrarsi.
A quel punto non so se rifaranno lo stesso iter (stent, endoscopia ecc) perché fare un altro intervento (e quindi anestesia) in così poco tempo non credo sia il caso, però allo stesso tempo non riesco nemmeno a fare una vita normale. Mi son giocato le ferie, ma questo è il meno .il problema che ora inizio nuovamente a lavorare (sono impiegato) ma con questi dolori è difficile concentrarsi.
[#4]
Il trattamento dei calcoli dell'uretere è oggi pressoché unicamente endoscopico attraverso le vie urinarie naturali. L'invasività seppur relativa di un intervento laparoscopico sarebbe francamente spropositata. L'efficacia e la completezza di un intervento endoscopico dipendono da molti fattori tra cui le condizioni locali, la disponibilità di una strumentazione ed accessoristica adeguata, oltre ad una specifica competenza ed esperienza dell'operatore. Ovviamente non siamo in grado di esprimere un giudizio e questo non sarebbe neanche opportuno. D'ogni modo, la TAC in programma è l'unico modo per definire la situazione con la necessaria precisione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 11/08/2019.
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