Infezione alle vie urinarie con febbre alta disuria e presenza di secrezione
Buongiorno,
circa due settimane fa ho avuto un attacco febbrile abbastanza intenso (fino a 38, 5-39) associato a difficoltà nella minzione in termini di svuotamento della vescica. Il giorno stesso mi sono recato quindi in PS dove l'esame delle urine ha dato esito positivo e mi è stato prescritto del Ciproxin 250mg due volte al giorno per cinque giorni. Già al terzo giorno i sintomi erano praticamente rientrati e la febbre scomparsa.
Il problema sembrava quindi risolto, se non fosse che due giorni fa, quindi 9 giorni dopo aver terminato la cura antibiotica, ho improvvisamente iniziato a riscontrare la presenza di una significativa secrezione dal pene, talvolta dal colore più lattiginoso e talvolta più trasparente, lungo tutto l'arco della giornata. Preciso che questo sintomo non si era verificato durante la prima infezione di due settimane fa. Inoltre questa mattina è di nuovo tornata la febbre (38)
E' possibile che la precedente infezione non sia stata totalmente debellata e si sia quindi ripresentata a distanza di quasi due settimane? Oppure si tratta di una nuova infezione data la diversità dei sintomi specifici? Come mi consigliate di procedere?
Vorrei anche aggiungere che nello stesso periodo ho osservato la comparsa di strane macchie tondeggianti di un colore rosso vivace e delle dimensioni di circa 0, 5-1cm, all'incirca una decina in tutto e sparse sul corpo e gradualmente svanite negli ultimi giorni. Potrebbe trattarsi di una cosa in qualche modo collegata al problema urinario?
Grazie in anticipo per la disponibilità
circa due settimane fa ho avuto un attacco febbrile abbastanza intenso (fino a 38, 5-39) associato a difficoltà nella minzione in termini di svuotamento della vescica. Il giorno stesso mi sono recato quindi in PS dove l'esame delle urine ha dato esito positivo e mi è stato prescritto del Ciproxin 250mg due volte al giorno per cinque giorni. Già al terzo giorno i sintomi erano praticamente rientrati e la febbre scomparsa.
Il problema sembrava quindi risolto, se non fosse che due giorni fa, quindi 9 giorni dopo aver terminato la cura antibiotica, ho improvvisamente iniziato a riscontrare la presenza di una significativa secrezione dal pene, talvolta dal colore più lattiginoso e talvolta più trasparente, lungo tutto l'arco della giornata. Preciso che questo sintomo non si era verificato durante la prima infezione di due settimane fa. Inoltre questa mattina è di nuovo tornata la febbre (38)
E' possibile che la precedente infezione non sia stata totalmente debellata e si sia quindi ripresentata a distanza di quasi due settimane? Oppure si tratta di una nuova infezione data la diversità dei sintomi specifici? Come mi consigliate di procedere?
Vorrei anche aggiungere che nello stesso periodo ho osservato la comparsa di strane macchie tondeggianti di un colore rosso vivace e delle dimensioni di circa 0, 5-1cm, all'incirca una decina in tutto e sparse sul corpo e gradualmente svanite negli ultimi giorni. Potrebbe trattarsi di una cosa in qualche modo collegata al problema urinario?
Grazie in anticipo per la disponibilità
[#1]
Sulle manifestazioni cutanee non ci esprimiamo, non è da escludere che iano una manifestazione di sensibilizzazione all'antibiotico. Per il resto, ci pae sia in corso una recidiva del precedente episodio infettivo, la febbre elvata ne sarebbe testimone. Se la situazione si può controllare con farmaci sintomatici e anti-febbrili forse sarebbe il caso di non intraprendere una immediata terapia antibiotica empirica, ma eseguie una urocoltura ed attenderne i risultati.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta dottore.
Vorrei aggiornarla con gli ultimi sviluppi. Il secondo episodio febbrile si è risolto nel giro di un paio di giorni, dopo aver assunto soltanto degli antipiretici per contrastare l'aumento della temperatura.
Nel frattempo ho ritirato l'esito dell'urinocultura, che avevo svolto due giorni prima del secondo attacco febbrile e che è risultata essere negativa.
Questo significa che l'episodio di febbre debba essere imputato ad altre cause esterne al problema alle vie urinarie?
Aggiungo infine che sebbene non stia avvertendo dolori o difficoltà nella minzione, da un pò di giorni ho notato che le urine hanno un odore piuttosto forte ed un pò sgradevole. A cosa può essere dovuto data la negatività dell'urinocoltura?
Vorrei aggiornarla con gli ultimi sviluppi. Il secondo episodio febbrile si è risolto nel giro di un paio di giorni, dopo aver assunto soltanto degli antipiretici per contrastare l'aumento della temperatura.
Nel frattempo ho ritirato l'esito dell'urinocultura, che avevo svolto due giorni prima del secondo attacco febbrile e che è risultata essere negativa.
Questo significa che l'episodio di febbre debba essere imputato ad altre cause esterne al problema alle vie urinarie?
Aggiungo infine che sebbene non stia avvertendo dolori o difficoltà nella minzione, da un pò di giorni ho notato che le urine hanno un odore piuttosto forte ed un pò sgradevole. A cosa può essere dovuto data la negatività dell'urinocoltura?
[#4]
Utente
Buongiorno,
vorrei aggiornarla sulla situazione.
Purtroppo ieri, a distanza di circa 20 giorni dal secondo episodio, si è nuovamente presentata febbre alta (38,5), mentre ho osservato anche la secrezione di alcune gocce di una sostanza bianco-giallognola dal pene (potrebbe trattarsi di pus?). Ritiene che si tratti di una seconda recidiva dello stesso problema precedentemente riscontrato? Possibile che questo problema alla prostata continui a provocare questi attacchi febbrili?
La cosa strana inoltre è che la scorsa settimana ho eseguito una ecografia all'addome dove l'unico elemento riscontrato erano delle micro-calcificazioni intraghiandolari in esiti flogistici alla prostata, che mi è stato spiegato fossero dovute a precedenti episodi di infiammazione comunque risolti.
Aggiungo inoltre i risultati degli esami del sangue effettuati il 16/8, ovvero una settimana dopo il secondo episodio, in base ai quali diversi valori risultavano fuori campo:
PSA Totale: 9,72* (0 - 4)
PSA Libero: 0,60
Rapporto libero/totale: 0,06* (>0,14)
Esame microscopico sedimento urine:
- Leucociti: +++ (ca 100/campo)
- Batteri: +++
- Tracce emazie: < 5/campo
Elettroforesi sieroproteica:
Proteine totali: 8,40g/dl* (6,1 - 8,30)
Albumina: 4,67 (4 - 4,80)
Globuline alfa 1: 0,57* (0,2 - 0,4)
Globuline alfa 2: 0,91* (0,5 - 0,9)
Globuline beta 1: 0,48 (0,3 - 0,5)
Globuline beta 2: 0,53* (0,2 - 0,4)
Globuline gamma: 1,20 (0,8 - 1,4)
VES: 12 (1-14)
Ferro: 61 (53-167)
Azotemia: 26 (10-50)
Emocromo regolare, eccetto i seguenti valori:
Leucociti: 10,98* 10^3/uL (4 -10)
Ritiene possibile che l'infiammazione si sia quindi risolta nel intervallo intercorso tra gli esami del sangue e l'ecografia, la quale non ha riscontrato alcun episodio flogistico in corso, e si sia poi ripresentata nuovamente in questi ultimi giorni?
Grazie in anticipo per la disponibilità
Cordiali saluti
vorrei aggiornarla sulla situazione.
Purtroppo ieri, a distanza di circa 20 giorni dal secondo episodio, si è nuovamente presentata febbre alta (38,5), mentre ho osservato anche la secrezione di alcune gocce di una sostanza bianco-giallognola dal pene (potrebbe trattarsi di pus?). Ritiene che si tratti di una seconda recidiva dello stesso problema precedentemente riscontrato? Possibile che questo problema alla prostata continui a provocare questi attacchi febbrili?
La cosa strana inoltre è che la scorsa settimana ho eseguito una ecografia all'addome dove l'unico elemento riscontrato erano delle micro-calcificazioni intraghiandolari in esiti flogistici alla prostata, che mi è stato spiegato fossero dovute a precedenti episodi di infiammazione comunque risolti.
Aggiungo inoltre i risultati degli esami del sangue effettuati il 16/8, ovvero una settimana dopo il secondo episodio, in base ai quali diversi valori risultavano fuori campo:
PSA Totale: 9,72* (0 - 4)
PSA Libero: 0,60
Rapporto libero/totale: 0,06* (>0,14)
Esame microscopico sedimento urine:
- Leucociti: +++ (ca 100/campo)
- Batteri: +++
- Tracce emazie: < 5/campo
Elettroforesi sieroproteica:
Proteine totali: 8,40g/dl* (6,1 - 8,30)
Albumina: 4,67 (4 - 4,80)
Globuline alfa 1: 0,57* (0,2 - 0,4)
Globuline alfa 2: 0,91* (0,5 - 0,9)
Globuline beta 1: 0,48 (0,3 - 0,5)
Globuline beta 2: 0,53* (0,2 - 0,4)
Globuline gamma: 1,20 (0,8 - 1,4)
VES: 12 (1-14)
Ferro: 61 (53-167)
Azotemia: 26 (10-50)
Emocromo regolare, eccetto i seguenti valori:
Leucociti: 10,98* 10^3/uL (4 -10)
Ritiene possibile che l'infiammazione si sia quindi risolta nel intervallo intercorso tra gli esami del sangue e l'ecografia, la quale non ha riscontrato alcun episodio flogistico in corso, e si sia poi ripresentata nuovamente in questi ultimi giorni?
Grazie in anticipo per la disponibilità
Cordiali saluti
[#5]
Il PSA è unicmente un marcatore del tumore della prostata, evenienza inverosimile alla sua età. Pertanto il suo dosaggio non è utile, non è previsto dalle linee guida internazionali e costituisce di fatto uno spreco di denaro pubblico se eseguito a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, essendo un marcatore di bassa qualità (purtroppo senza valide alternative a tutt'oggi) è scarsamente specifico e tende a modificarsi anche in situazioni non tumorali, fra cui l'infiammazione acuta. In queste occasoni si possono ottenere dei risultati falsamente patologici, come nel suo caso 9,72 ng/ml. Questo risultato potrebbe indurre timori ed apprensioni del tutto inutilmente.
A parte questo prologo che non tralasciamo mai di ripetere quando il PSA viene eseguito a sproposito, la sua è una evidente recidiva di prostatite acuta. Non deve stupire più di tanto che la recente ecografia non evidenziasse alterazioni significative, la prostata è molto sensibile alle infezioni e basta un piccolo focolaio per causare un evidente rialzo febbrle. A questo punto la terapia antibiotica empirica è senz'altro indispensabile, lsciamo al nostro Collega la scelta del farmaco. A più lungo termine le consiglieremmo di consierare attentamente la funzione intestinale, che quasi sempre sta alla base delle infezioni della sfera urogenitale.
A parte questo prologo che non tralasciamo mai di ripetere quando il PSA viene eseguito a sproposito, la sua è una evidente recidiva di prostatite acuta. Non deve stupire più di tanto che la recente ecografia non evidenziasse alterazioni significative, la prostata è molto sensibile alle infezioni e basta un piccolo focolaio per causare un evidente rialzo febbrle. A questo punto la terapia antibiotica empirica è senz'altro indispensabile, lsciamo al nostro Collega la scelta del farmaco. A più lungo termine le consiglieremmo di consierare attentamente la funzione intestinale, che quasi sempre sta alla base delle infezioni della sfera urogenitale.
[#6]
Utente
Buonasera dottore,
vorrei aggiornarla sulla mia situazione.
L'attacco febbrile si è risolto dopo due giorni, mentre la secrezione di pus dal pene continua seppur in misura minore. Sono stato dal medico di base che mi ha prescritto nuovamente Ciproin 500mg due volte al giorno.
Si tratta della stessa cura che mi è stata prescritta dopo i due precedenti attacchi e lo ho fatto notare al mio curante, che mi ha però spiegato come questo sia l'unico antibiotico mirato per questa problematica.
Oggi ho potuto finalmente ritirare gli esami di sangue e urine che ho svolto sabato scorso, ovvero prima dell'attacco febbrile che mi ha colto fra domenica e lunedi.
L'emocromo risulta completamente nei limiti:
Leucociti: 7,22 (4-10)
Eritrociti: 5,71 (4,5-6,3)
Emoglobina: 16,6 (14-18)
PCR: 1 (0-5)
PSA: 4,6 (0-4) (purtroppo sì, mi era stato prescritto nuovamente)
L'urinocoltura ha invece riscontrata una carica batterica estremamente forte del batterio Klebsiella Pneumonia, pari a 1'000'000 CFU/mL, risultato resistente a ampicillina e fosfomicina e sensibile a:
amikacina: <= 1 MIC (mg/L)
amoxicillina: <=2
Cefepime: <= 0,12
Cefotaxime: <=o,25
Ceftazidime: <=0,12
Ciprofloxacina: <=0,06
Ertapenem: <=0,12
Gentamicina: <=1
Levofloxacina: <=0,12
La cosa mi ha lasciato abbastanza preoccupato, visto che cercando di informarmi ho scoperto che si tratta di un batterio piuttosto pericoloso e responsabile di attacchi spesso fatali quando colpisce ad esempio i polmoni. Inoltre viene spiegato come solitamente colpisca soggetti immunodepressi o comunque già affetti da altre patologie.
Come valuta la situazione?
Non mi spiego inoltre la sua presenza in tale quantità, visto che pur da profano mi sembra di capire dall'esame che la ciprofloxacina dovrebbe essere molto efficace contro di esso.
La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità
vorrei aggiornarla sulla mia situazione.
L'attacco febbrile si è risolto dopo due giorni, mentre la secrezione di pus dal pene continua seppur in misura minore. Sono stato dal medico di base che mi ha prescritto nuovamente Ciproin 500mg due volte al giorno.
Si tratta della stessa cura che mi è stata prescritta dopo i due precedenti attacchi e lo ho fatto notare al mio curante, che mi ha però spiegato come questo sia l'unico antibiotico mirato per questa problematica.
Oggi ho potuto finalmente ritirare gli esami di sangue e urine che ho svolto sabato scorso, ovvero prima dell'attacco febbrile che mi ha colto fra domenica e lunedi.
L'emocromo risulta completamente nei limiti:
Leucociti: 7,22 (4-10)
Eritrociti: 5,71 (4,5-6,3)
Emoglobina: 16,6 (14-18)
PCR: 1 (0-5)
PSA: 4,6 (0-4) (purtroppo sì, mi era stato prescritto nuovamente)
L'urinocoltura ha invece riscontrata una carica batterica estremamente forte del batterio Klebsiella Pneumonia, pari a 1'000'000 CFU/mL, risultato resistente a ampicillina e fosfomicina e sensibile a:
amikacina: <= 1 MIC (mg/L)
amoxicillina: <=2
Cefepime: <= 0,12
Cefotaxime: <=o,25
Ceftazidime: <=0,12
Ciprofloxacina: <=0,06
Ertapenem: <=0,12
Gentamicina: <=1
Levofloxacina: <=0,12
La cosa mi ha lasciato abbastanza preoccupato, visto che cercando di informarmi ho scoperto che si tratta di un batterio piuttosto pericoloso e responsabile di attacchi spesso fatali quando colpisce ad esempio i polmoni. Inoltre viene spiegato come solitamente colpisca soggetti immunodepressi o comunque già affetti da altre patologie.
Come valuta la situazione?
Non mi spiego inoltre la sua presenza in tale quantità, visto che pur da profano mi sembra di capire dall'esame che la ciprofloxacina dovrebbe essere molto efficace contro di esso.
La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità
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Le pericolose setticemie da Klebsiella colpiscono situazioni già compromesse per altri motivi, diremmo che non si tratti certo del suo caso. In questo caso la terapia antibiotica è ovviamente necessaria e la ciprofloxacina sulla carta parrebbe l'antibiotico più efficace. La cosa più importante da chiedersi è come mai questo batterio sia arrivato alle vie urinarie in un giovane della sua età. I più forti sospetti vanno all'intestino, come le abbiamo già scritto e questodal nostro punto di vista dovrebbe essere valutato con impegno.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.6k visite dal 06/08/2019.
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