Intervento per ureteroctomia parziale
Gentili dottori, vi scrivo perché a breve dovrò subire un intervento di ureterectomia parziale. In seguito a stenosi dell'uretere, causato da precedente intervento di rimozione calcoli in ureteroscopia questo si è ulteriormente ristretto. Volevo gentilmente chiedervi di che intervento si tratta e se è particolarmente rischioso? Il professore che mi ha in cura dice che la parte da recidere è vicino all'arteria e questo mi da un po' di preoccupazione. Grazie anticipatamente.
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I restringimenti dell’uretere (stènosi) costituiscono la più antipatica conseguenza della rimozione dei calcoli. Questo accade perlopiù indipendentemente dalle modalità dell’intervento (per
opiù endoscopico), quando un calcolo sia rimasto a lungo fermo nello stesso punto e ne abbia danneggiato la parete a tal punto da indurre una reazione cicatriziale fibrosa che tende a restringere il canale e ostruire il regolare deflusso dell’urina. Il trattamento conservativo comporta l’inserimento di endoprotesi (stent, doppio j) travil rene e la vescica. Più recentemente si ricorre anche a endoprotesi metalliche settoriali che coprono solo il tratto del restringimento. Si tratta comunque di provvedimenti palliativi, purtroppo non risolutivi in una parte dei casi. La risoluzione radicale è chirurgica a cielo aperto o laparoscopica e comporta la asportazione settoriale del tratto ristretto con ricongiungimento fra i due monconi. Non si faccia problemi per le strutture anatomiche circostanti, poiché il chirurgo sa benissimo come separare le cose senza fare danno! Durante l’intervento verrà inserito un ulteriore stent che sarà da mantenere per alcune settimane.
opiù endoscopico), quando un calcolo sia rimasto a lungo fermo nello stesso punto e ne abbia danneggiato la parete a tal punto da indurre una reazione cicatriziale fibrosa che tende a restringere il canale e ostruire il regolare deflusso dell’urina. Il trattamento conservativo comporta l’inserimento di endoprotesi (stent, doppio j) travil rene e la vescica. Più recentemente si ricorre anche a endoprotesi metalliche settoriali che coprono solo il tratto del restringimento. Si tratta comunque di provvedimenti palliativi, purtroppo non risolutivi in una parte dei casi. La risoluzione radicale è chirurgica a cielo aperto o laparoscopica e comporta la asportazione settoriale del tratto ristretto con ricongiungimento fra i due monconi. Non si faccia problemi per le strutture anatomiche circostanti, poiché il chirurgo sa benissimo come separare le cose senza fare danno! Durante l’intervento verrà inserito un ulteriore stent che sarà da mantenere per alcune settimane.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Ex utente
Grazie dottor Piana per la sua cortese risposta. Oggi ho già uno stend a doppio j. Mi operrranno entro luglio in uno degli ospedali più importanti di Torino. Mi preoccupa anestesia e le ore di intervento. Mi hanno parlato di più di 130 minuti e oltre. Con una degenza di 6/7 giorni circa in ospedale.
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Ex utente
Gentile dottore, mi duole disturbarla ma da ieri avverto un fastidio in zona vescica, non dolore, ma fastidio, soprattutto quando cammino. Non mi era accaduto la volta precedente. Comunque sono molto debole. Di seguito le riporto quanto scritto nella relazione di dimissione.
Non IVU, non febbre, non sintomatologia tipo colica. Accesso in DEA per eseguire TC addome basale: si conferma una idronefrosi di quarto grado della pelvici e delluretere di destra determinata da un calcolo calcistico ovalariforme di 11mm che è indovato nel suo tratto iliaco. In sede immediatamente caudale sembra riconoscibile un ulteriore frammento litiasico. A questo livello la parte delluretere è lievemente ispessita. Non si rilevano ulteriori formazioni litiasiche a carico del rene dx e della vescica.
Diagnosi alle dimissioni: stenosi o inginocchiamento delluretere acquisito. Si programma intervento di ureteroctomia ed anastomosi uretero-uretale destra (laparoscopica vs open).
Grazie anticipatamente per la sua gentilezza.
Non IVU, non febbre, non sintomatologia tipo colica. Accesso in DEA per eseguire TC addome basale: si conferma una idronefrosi di quarto grado della pelvici e delluretere di destra determinata da un calcolo calcistico ovalariforme di 11mm che è indovato nel suo tratto iliaco. In sede immediatamente caudale sembra riconoscibile un ulteriore frammento litiasico. A questo livello la parte delluretere è lievemente ispessita. Non si rilevano ulteriori formazioni litiasiche a carico del rene dx e della vescica.
Diagnosi alle dimissioni: stenosi o inginocchiamento delluretere acquisito. Si programma intervento di ureteroctomia ed anastomosi uretero-uretale destra (laparoscopica vs open).
Grazie anticipatamente per la sua gentilezza.
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I disturbi che riferisce sono assai probabilmente legati alla presenza dello stent ureterale. Questi sono tipicamente variabili e discontinui per presentazione ed entità.
Per il resto, immaginiamo che il calcolo descritto alla TAC sia stato già rimosso e proprio in seguito a questo intervento si sia manifestata la stènosi dell'uretere, con le modalità che abbiamo già descritto.
Per il resto, immaginiamo che il calcolo descritto alla TAC sia stato già rimosso e proprio in seguito a questo intervento si sia manifestata la stènosi dell'uretere, con le modalità che abbiamo già descritto.
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Ex utente
Cortese dottor Piana,
Ieri sono stato convocato dai suoi colleghi urologi per la visita pre ricovero.
L'intervento è come mi ha descritto Lei precedentemente. Purtroppo in uretere ho un calcolo di 11 mm calcificazione che proveranno a rimuove durante l'intervento. Questa cosa mi ha messo un po' in agitazione, non pensavo dovessero togliere un calcolo così grande calcificato.
Mi ha rassicurato che i tempi di degenza in ospedale non saranno troppo lunghi.
Durante elettrocardiogramma di ieri si è registrata tacchicardia e battiti a 115. Sono un soggetto molto molto ansioso ma secondo il collega non dovrebbero esserci problemi.
Posso stare comunque sereno? La rimozione del calcolo oltre all'intervento in se mi preoccupa.
La ringrazio ancora una volta per la Sua cortesia.
Ieri sono stato convocato dai suoi colleghi urologi per la visita pre ricovero.
L'intervento è come mi ha descritto Lei precedentemente. Purtroppo in uretere ho un calcolo di 11 mm calcificazione che proveranno a rimuove durante l'intervento. Questa cosa mi ha messo un po' in agitazione, non pensavo dovessero togliere un calcolo così grande calcificato.
Mi ha rassicurato che i tempi di degenza in ospedale non saranno troppo lunghi.
Durante elettrocardiogramma di ieri si è registrata tacchicardia e battiti a 115. Sono un soggetto molto molto ansioso ma secondo il collega non dovrebbero esserci problemi.
Posso stare comunque sereno? La rimozione del calcolo oltre all'intervento in se mi preoccupa.
La ringrazio ancora una volta per la Sua cortesia.
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Ex utente
Ps: in riferimento al precedente messaggio ieri mi è stato comunicato che l'intervento sarà probabilmente in laparoscopia. Stamane ho letto di un ragazzo, mio coetaneo, morto per un errore in cui si è recisa l'arteria addominale. Mi fido dei colleghi e so che in questo ospedale universitario torinese sono preparati ma mi è stato anche detto ieri dal collega che il mio è un intervento poco frequente e delicato.
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Come abbiamo già scritto, conoscendo la sua situazione solo molto superficialmente in base a cosa lei ci riferisce, non possiamo esprimere alcun giudizio definitivo e facciamo pertanto affisamento sulle indicazioni dei nostri Colleghi. Tutti gli interventi sono a loro modo delicati, ma questo non lo è certamente in modo particolare.
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Ex utente
Egregio dottor Paolo Piana,
Ho effettuato giovedì mattina l'intervento non in laparoscopia ma in modo tradizionale.
Sono ancora ricoverato nella struttura dove anche lei lavora.
Ho piena fiducia in tutto lo staff.
Purtroppo sono ancora molto debole e fatico a mettermi in piedi e ho febbre a 37.5.
Anche lei mi conferma che è normale?
Ad oggi la dieta è solo idrica.
Cosa mi spaventa sono questi capogiro non appena mi siedo.
Grazie anticipatamente, cordiali saluti.
Ho effettuato giovedì mattina l'intervento non in laparoscopia ma in modo tradizionale.
Sono ancora ricoverato nella struttura dove anche lei lavora.
Ho piena fiducia in tutto lo staff.
Purtroppo sono ancora molto debole e fatico a mettermi in piedi e ho febbre a 37.5.
Anche lei mi conferma che è normale?
Ad oggi la dieta è solo idrica.
Cosa mi spaventa sono questi capogiro non appena mi siedo.
Grazie anticipatamente, cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 3.2k visite dal 02/06/2019.
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