Neoplasia vescicale

Buongiorno,

espongo a seguire la situazione che interessa mia madre di anni 70 affetta da neoplasia vescicale di basso grado recidivante; la paziente non ha fattori di rischio, non si registrano pregressi familiari e da sempre ha uno stile di vita sano:

- 23 giugno 2017 eseguita TURB per pTa basso grado;

- luglio - agosto 2017 eseguito ciclo di n. 6 instillazioni settimanali di mitomicina C;

- 31 gennaio 2018 eseguita RE-TURB per displasia (citologie urinarie sempre negative ma con flogosi cronica);

- 11 maggio 2018 eseguita RE-TURB per carcinoma uroteliale di basso grado (citologie urinarie sempre negative ma con flogosi cronica);

- 21 settembre 2018 eseguita RE-TURB per carcinoma uroteliale pTa basso grado (citologie urinarie sempre negative ma con flogosi cronica);

- nel mese di novembre 2018 eseguita citologia urinaria negativa per cellule neoplastiche;

- nel mese di gennaio 2019 eseguita cistoscopia di controllo con esito positivo per n. 2 piccole millimetriche lesioni papillari;

- il giorno 8 febbraio 2019 eseguito intervento di resezione delle neoformazioni e successivamente ciclo di n. 6 instillazioni settimanali di mitomicina C concluse il giorno 8 aprile 2019;

- i giorni 23/24/26 aprile 2019 eseguita citologia urinaria negativa per cellule neoplastiche (pur tuttavia con una formazione pseudo-papillare nel solo 1 campione);

- maggio 2019 la cistoscopia di controllo ha evidenziato nuovamente una piccola recidiva papillare della parete vescicale sx bassa.

In considerazione di quanto su descritto ed alla luce della casistica medica consolidata sono a richiedere quanto segue:

1) è plausibile che la paziente possa manifestare una tale recidiva nel breve periodo anche dopo la somministrazione del ciclo di instillazioni di mitomicina C?

2) è possibile che la presenza di un'irrisolta e costante flogosi urinaria con fenomeni di cistite cronica possa incidere negativamente sul buon esito dei trattamenti post-operatori come le instillazioni eseguite?

3) è sempre utile l'intervento di resezione nell'immediato riscontro della neo-formazione ovvero è possibile considerare l'ipotesi di attendere un lasso di tempo maggiore perchè si possa dar modo a possibili ed ulteriori lesioni di manifestarsi con maggiore visibilità rispetto a quanto non sia possibile nel breve tempo?

4) è possibile che una tale recidiva rientri ancora nella più ampia casistica delle lesioni neo-vescicali dopo ca. 2 anni ovvero i n. 5 interventi fin'ora sostenuti possono dare adito ad ulteriori considerazioni e attività mediche?

Vi ringrazio del tempo che vorrete concedermi per aiutarmi a trovare un percorso in grado di ridurre sensibilmente le recidive ed assicurare un percorso di vita più sereno.

Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
L’efficacia della Mitomicina C è comunque variabile ed imprevedibile sul caso specifico, vi sono infatti fattori soggettivi perlopiù imponderabili che possono condizionarne l’azione. La flogosi cronica non dovrebbe influenzare più di tanto. In un soggetto anziano, questa strategia potrebbe essere proponibile, per limitare il numero di interventi ed anestesie, si tratta comunque di una decisione molto delicata da assumere. Purtroppo non vediamo altre possibilità terapeutiche di comprovata efficacia, altri tipi di farmaci od applicazioni della stessa Mitomicina (ipertermia) non hanno dato i risultati sperati.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio Dr Piana per il cortese riscontro.

Ritiene peraltro si possa asserire che, dati tali "fattori soggettivi imponderabili" ed al di là della prassi medica tradizionale, sia possibile integrare comunque il percorso con l'ipertermia e/o l'assunzione di farmaci antibiotici che possano ritardare nel tempo possibili neoformazioni?

Come valuta il rapporto ricorrente tra lo storico recidive e l'entità delle stesse come da esami clinici?

Saluti
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Sostanzialmente no.

Questo andamento si trova più spesso nell’anziano, ci può essere dietro un indebolimento delle difese immunitarie, comunque difficile da dimostrare.