Ipertensione prostatica benigna e catetere vescicale
Salve,
Vi chiedo un consulto per mio padre 78 anni con ipertrofia prostatica benigna.
Durante il ricovero per rettoragia gli è stato inserito il catetere vescicale per un ristagno di urina nella vescica. Alla dimissione dall’ospedale non è stato tolto il catetere per difficoltà ad urinare spontaneamente (premetto che prima di allora la sintomatologia consisteva in una minzione frequente ed urgente, sotto cura dal suo urologo ed assume urorec 1 volta al gg ). È normale questo cambiamento? Il catetere dovrà essere permanente? Cosa suggerite?
Grazie per l’attenzione.
Vi chiedo un consulto per mio padre 78 anni con ipertrofia prostatica benigna.
Durante il ricovero per rettoragia gli è stato inserito il catetere vescicale per un ristagno di urina nella vescica. Alla dimissione dall’ospedale non è stato tolto il catetere per difficoltà ad urinare spontaneamente (premetto che prima di allora la sintomatologia consisteva in una minzione frequente ed urgente, sotto cura dal suo urologo ed assume urorec 1 volta al gg ). È normale questo cambiamento? Il catetere dovrà essere permanente? Cosa suggerite?
Grazie per l’attenzione.
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Dell'ipertensione prostatica non avevamo ancora mai sentito parlare!
Spesso codesti "incidenti di percorso" causano un peggioramento del bilancio minzionale, specie se comunque vi erano già in precedenza dei disturbi, anche se compensati. Si potrà certamente riprovare con lo svezzamento dal catetere, magari non troppo presto, tipo un paio di settimane, sempre assumendo la consueta terapia. In genere ci si arende dopo il terzo tentativo fallito, ma in quel momento si potrà pensare a porre delle indicazioni ad un intervento disostruttivo. Il catetere a lunga permanenza è veramente l'ultima possibilità cui ci si arrende qundo non si può far altro, cosa che oggigiorno accade veramente molto di rado.
Spesso codesti "incidenti di percorso" causano un peggioramento del bilancio minzionale, specie se comunque vi erano già in precedenza dei disturbi, anche se compensati. Si potrà certamente riprovare con lo svezzamento dal catetere, magari non troppo presto, tipo un paio di settimane, sempre assumendo la consueta terapia. In genere ci si arende dopo il terzo tentativo fallito, ma in quel momento si potrà pensare a porre delle indicazioni ad un intervento disostruttivo. Il catetere a lunga permanenza è veramente l'ultima possibilità cui ci si arrende qundo non si può far altro, cosa che oggigiorno accade veramente molto di rado.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 24/05/2019.
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