Idro-uretero-nefrosi
Salve dottori, sono qui in seguito a una tc smdc effettuata per calcolosi renali, la tc recita quanto segue:piccola formazione litiasica di 6 mm incuneata a livello dello sbocco uretero-vescicale a sx con conseguente idro-uretero-nefrosi di primo grado. Piccole aree ipodense di verosimile significato cistico in sede corticale renale bilaterale.
Ora avrei due domande da porvi, la prima è :vista la posizione del calcolo, la grandezza, e lo stato di salute del rene, posso affrontare il problema con una terapia espulsiva o pensate che debba ricorrere ad un piccolo intervento di rimozione? La seconda è : leggo di aree ipodense riconducibili a cisti, c'è da preoccuparsi? Grazie mille in anticipo per la risposta
Ora avrei due domande da porvi, la prima è :vista la posizione del calcolo, la grandezza, e lo stato di salute del rene, posso affrontare il problema con una terapia espulsiva o pensate che debba ricorrere ad un piccolo intervento di rimozione? La seconda è : leggo di aree ipodense riconducibili a cisti, c'è da preoccuparsi? Grazie mille in anticipo per la risposta
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Le piccole cisti renali non costituiscono un problema.
In genere, calcoli al di sotto dei 6-7 mm possono essere teoricamente espulsi spontaneamente, sempre che il processo di espulsione non sia causa di coliche troppo frequenti od altre complicazioni (es. febbre). La cosiddetta terapia espulsiva ha un'efficacia molto variabile ed imprevedibile, ma viene comunque quasi sempre tentata. Quando il calcolo passa finalmente in vescica, generalmente viene espulso all'esterno molto velocemente e spesso in modo inavvertito. In genere ci si pone il limite massimo di 3-4 settimane, dopo le quali il calcolo, se ancora presente, deve essere necessariamente essere rimosso con un intervento endoscopico (ureteroscopia operativa). Al termine dell'intervento viene quasi sempre lasciato uno stent ureterae. In assenza di complicazioni nella nostra pratica si tratta di 5-7 giorni, dopo i quali lo stent viene rimosso dall'esterno con un particolare accorgimento, senza necessità di ulteriore endoscopia.
Le consigliamo la lettura di questo nostro articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1194-coliche-renali-trattare-i-sintomi-o-risolvere-il-problema.html
In genere, calcoli al di sotto dei 6-7 mm possono essere teoricamente espulsi spontaneamente, sempre che il processo di espulsione non sia causa di coliche troppo frequenti od altre complicazioni (es. febbre). La cosiddetta terapia espulsiva ha un'efficacia molto variabile ed imprevedibile, ma viene comunque quasi sempre tentata. Quando il calcolo passa finalmente in vescica, generalmente viene espulso all'esterno molto velocemente e spesso in modo inavvertito. In genere ci si pone il limite massimo di 3-4 settimane, dopo le quali il calcolo, se ancora presente, deve essere necessariamente essere rimosso con un intervento endoscopico (ureteroscopia operativa). Al termine dell'intervento viene quasi sempre lasciato uno stent ureterae. In assenza di complicazioni nella nostra pratica si tratta di 5-7 giorni, dopo i quali lo stent viene rimosso dall'esterno con un particolare accorgimento, senza necessità di ulteriore endoscopia.
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Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 863 visite dal 29/04/2019.
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