Dolore pelvico cronico e calcolosi renale
Buongiorno
Sono 5 anni che soffro di un dolore pelvico cronico principalmente con dolore testicolare ed un elevatissima frequenza urinaria.
La terapia iniziale fu quella di una prostatite abatterica (urinoculture sempre negative) affrontata con cortisone, antibiotici, norme comportamentali e serenova repens.
Questa terapia non portò nessun miglioramento, anzi estese il problema a livello rettale e col passare del tempo l'urgenza minzionale si è sempre più aggravata.
Da due anni ho iniziato una nuova terapia riabilitativa del piano perineale con miorilassanti (Lyseen) neoromodulatori (Laroxil) e fisioterapia che ha attenuato in parte i dolori.
Da un anno però nonostante il proseguo della terapia non ci sono stati miglioramenti e l'urgenza minzionale è rimasta invariata.
In parallelo a questa problematica ho un calcolo nella pelvi renale di quasi due centimetri costantemente monitorato e non ostruttivo.
Vari urologi mi hanno sempre detto che un calcolo situato nella pelvi renale non può dare sintomi di vescica iperattiva, io però ho il sospetto che tale calcolo posa in qualche modo portare irritazione alla vescica e creare la mia patologia al pavimento pelvico o comunque a mantenerla alimentata.
Chiedo quindi se la rimozione di questo calcolo mi possa aiutare a risolvere questa mia problematica o quali possono essere altre strade terapeutiche.
Grazie
Andrea
Sono 5 anni che soffro di un dolore pelvico cronico principalmente con dolore testicolare ed un elevatissima frequenza urinaria.
La terapia iniziale fu quella di una prostatite abatterica (urinoculture sempre negative) affrontata con cortisone, antibiotici, norme comportamentali e serenova repens.
Questa terapia non portò nessun miglioramento, anzi estese il problema a livello rettale e col passare del tempo l'urgenza minzionale si è sempre più aggravata.
Da due anni ho iniziato una nuova terapia riabilitativa del piano perineale con miorilassanti (Lyseen) neoromodulatori (Laroxil) e fisioterapia che ha attenuato in parte i dolori.
Da un anno però nonostante il proseguo della terapia non ci sono stati miglioramenti e l'urgenza minzionale è rimasta invariata.
In parallelo a questa problematica ho un calcolo nella pelvi renale di quasi due centimetri costantemente monitorato e non ostruttivo.
Vari urologi mi hanno sempre detto che un calcolo situato nella pelvi renale non può dare sintomi di vescica iperattiva, io però ho il sospetto che tale calcolo posa in qualche modo portare irritazione alla vescica e creare la mia patologia al pavimento pelvico o comunque a mantenerla alimentata.
Chiedo quindi se la rimozione di questo calcolo mi possa aiutare a risolvere questa mia problematica o quali possono essere altre strade terapeutiche.
Grazie
Andrea
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Concordiamo certamente con i nostri Colleghi sul fatto che le due manifestazioni siano totamente indipendenti, pertanto non vi possa essere influenza diretta del calcolo sull'irritazione vescicale. Ciò non toglie però che l'ospite non possa rimanere per molto ancora all'interno del rene, poiché un calcolo di 2 cm, anche se spesso privo di sintomi importanti, può gradualmente condurre ad una sofferenza renale talora irreversibile. Un calcolo di 2 cm ha ancora dimensioni tali da renderlo trattabile con un intervento endocopico attraverso le vie urinarie naturali (uretero-renoscopia operativa o RIRS).
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie per la celere risposta.
Per essere più precisi le dimensioni del calcolo sono di una lunghezza di circa 1.8cm e con un diametro di 1cm. Da una delle ultime coliche il frammento espulso è formato da ossalati di calcio. Il mio urologo mi ha consigliato una litrotissia extracorporea molto meno invasiva che secondo lui dovrebbe essere risolutiva senza effetti collaterali. Lei concorda con questo tipo di approccio?
Per essere più precisi le dimensioni del calcolo sono di una lunghezza di circa 1.8cm e con un diametro di 1cm. Da una delle ultime coliche il frammento espulso è formato da ossalati di calcio. Il mio urologo mi ha consigliato una litrotissia extracorporea molto meno invasiva che secondo lui dovrebbe essere risolutiva senza effetti collaterali. Lei concorda con questo tipo di approccio?
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Nella nostra esperienza, il trattamento extra-corporeo di un calcolo renale di dimensioni superiori ai 12 mm, posteo che abbia comunque un buon risultato (raramente completo comunque), comporta l'espulsione di una quantità di frammenti tale da rendere molto probabile l’insorgenza di complicazioni e la necessità di ulteriori interventi successivi. L’approccio endoscopico, a fronte di una invasività relativamente maggiore, rende possibile pervenire più rapidamente ad un risultato più completo. In mani esperte si tratta comunque di un intervento routinario, eseguito in anestesia periferica ed in regime di ospedalizzazione diurna o poco più.
[#6]
Utente
Grazie dottore per l utile avvertimento.
Pensando già ad un post intervento con rimozione del calcolo che ricordo essere di ossalato e fosfato di calcio oltre ai soliti accorgimenti di tipo dietetico e di assunzione di liquidi esiste una terapia di mantenimento per evitare una recidiva (magnesio supremo) ? Ho sentito parlare anche di esami metabolici per valutare eventuale squilibri, mi sa indicare la tipologia di esami così da parlarne con mio medico curante?
Pensando già ad un post intervento con rimozione del calcolo che ricordo essere di ossalato e fosfato di calcio oltre ai soliti accorgimenti di tipo dietetico e di assunzione di liquidi esiste una terapia di mantenimento per evitare una recidiva (magnesio supremo) ? Ho sentito parlare anche di esami metabolici per valutare eventuale squilibri, mi sa indicare la tipologia di esami così da parlarne con mio medico curante?
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.7k visite dal 24/04/2019.
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