Pollachiuria
Salve Dottori...chiedo gentilmente la vostra attenzione riguardo ad un problema che mi sta rendendo la vita quasi impossibile (tenendo conto che ho 19 anni). Da agosto 2018 ho dei problemi a livello urolpgivo che persistono fino ad oggi...inizio tutto con quella che sembrava essere una cistite (infatti la trattai con monuril 3 giorni). Poi però i sintomi (bruciore, pollachiuria esagerata, flusso debole) continuarono. Fu così che mi recai aimhé solo ad ottobre dall'urologo, il quale solo alla prima visita mi disse subito che si trattava di infiammazione della prostata (la quale era davvero dolorante, in seguito all'esplorazione rettale) . Mi misuro il flusso che era molto basso (a 11 circa) mi fece ecografia della prostata (non rettale) della vescica e dei reni. E li tutto ok. Nulla da rilevare, infatti Era tutto regolare per forma e struttura. Tra l'altro svuotavo bene la vescica. Mi diede fosfomicina per 15gg. Tornai poiché non risolsi nulla. Mi diede allora ossidobutina per 15gg in più urelass (integratore che presi sino a gennaio 2019). Nulla da fare non ebbi miglioramenti. Allora tornai ancora a dicembre esegui il flusso(sta volta a 17) e le solite cose, tutto ok. Rimaneva della posizione che la prostata fosse infiammata. Mi diede per 6 gg da fare punture intramuscolari di zetamicil 200mg e in più urorec 4mg per 15 gg. Devo dire che stavo un po' meglio con questa cura. Però c'era un problema: l'urorec mi abbassava nettamente la pressione e stavo male (tant'é che il giorno di Natale ero a pezzi, il più brutto della mia vita). Lo chiamai e mi disse di interrompere. Nel mese di gennaio stavo un Po miglio, a fine mese mi diede nuovamente punture di zetamicil 200mg 6gg. Passó il mese di febbraio, come gli altri, stavo ancora male, a marzo tornai, il flusso era calato (a 12) e mi prescrisse tetraprost 1mg ma anche questo farmaco mi creó problemi, tachicardia grave e interrupi la terapia (ps nel mese di marzo e febbraio prendevo ogni giorno l'integratore curmanox). Siamo ad aprile ho cambiato urologo. Mi ha prescritto tutti gli esami necessari da fare. È risultato tutto negativo: Psa tutto ok (lo era anche nei mesi precedenti*) urinocoltura tutto ok (analizzando anche il 1o e il 2o getto), idem spermioclutura, così come anche un approfondita ecografia della prostata (stavolta transrettale) ha dato esiti negativi (cioè tutto ok) e anche un attenta ecografia della vescica (pre e post minzione). Ora mi chiedo come mai i problemi persistono ancora? Cosa può essere? Può centrare il fatto che accuso anche alcuni distrubi allo stomaco...PS ci tengo a sottolineare che sono un soggetto ansioso (parecchio) e che vivo un momento di stress anche per il fatto che questo anno ho la maturità.
Grazie in anticipo.
Grazie in anticipo.
[#1]
La sua storia offre contemporaneamente alcuni spunti di discussione che molto spsso appaiono nei nostri consulti in casi simili al suo.
1) Il PSA è sostanzialmente un marcatore del tumore della prostata, che alla sua età è un evento assolutamente inverosimile, pertanto il suo dosaggio è del tutto inutile, anzi può indurre intutili preoccupazioni quando risulta falsamente alterato dallo stato infiammatorio della prostata. Senza contare lo spreco di denaro pubblico per la spesa sanitaria ingiustificata.
2) La maggior parte delle irritazioni prostatiche a lungo decorso non hanno (ovvero non hanno più) una causa infettiva e l'insistere con terapie antibiotiche energiche e protratte è tanto inutile quanto potenzialmente controproducente.
3) Nella quasi totalità dei casi gli accertamenti strumentali e laboratoristici sono negativi o scarsamente significativi (a parte quanto si dirà più oltre). La loro ripetizione nel tempo è inconcludente, quasto accade quando si migra spesso da uno specialista all'altro, ricominciando ogni volta il discorso daccapo.
4) La terapia più efficace per la sintolatologia dolosa (se presente) è quella antalgica "pura" ovvero basata su farmaci che agiscono a livello della sensibilità centrale (es. antidepressivi). Gli anti-infiammatori classici sono raramente efficaci, tantomeno gli integratori alimentari nelle loro fantasiose composizioni.
5) Altrettanto importanti sono le attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere improntato ad una generale regolarità, in tutte le sue espressioni più comuni (alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica, attività sessuale.
6) Quando la manifestazione più evidente e fastidiosa è la riduzione del flusso e la conseguente accentuazione della frequenza vi è da pensare che il disturbo prostatico abbia reso evidente un pre-esistente problema di scars elasticità o restringimeno congenito del collo vescicale (sclèrosi / stènosi). Per questo moivo, nel suo percorso diagnostico ci spiace che non sia ancora stata eseguita una valtazione endoscopica, ovviamente in sedazione.
7) L'ansia ed il coinvolgimento emotivo sono un amplificatore portentoso di qualsiasi sensazione, soprattutto sgradevole. Queste situazioni possono giovarsi di un approccio psico-terapeutico, più che di una terapia ansiolitica convenzionale.
In conclusione, noi a distanza non possiamo darle consigli mirati, nè prescriverle alcunché. Le possiamo dire però che l'unica via per un miglioramento in queste situazioni richiede tanta pazienza e l'affidarsi ad uno specialista (possibilmente sempre lo stesso) con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia. In tutto ciò, sarebbero da tenere presenti, con attenzione differenziata a seconda dei casi, tutti i punti che abbiamo più sopra elencato.
1) Il PSA è sostanzialmente un marcatore del tumore della prostata, che alla sua età è un evento assolutamente inverosimile, pertanto il suo dosaggio è del tutto inutile, anzi può indurre intutili preoccupazioni quando risulta falsamente alterato dallo stato infiammatorio della prostata. Senza contare lo spreco di denaro pubblico per la spesa sanitaria ingiustificata.
2) La maggior parte delle irritazioni prostatiche a lungo decorso non hanno (ovvero non hanno più) una causa infettiva e l'insistere con terapie antibiotiche energiche e protratte è tanto inutile quanto potenzialmente controproducente.
3) Nella quasi totalità dei casi gli accertamenti strumentali e laboratoristici sono negativi o scarsamente significativi (a parte quanto si dirà più oltre). La loro ripetizione nel tempo è inconcludente, quasto accade quando si migra spesso da uno specialista all'altro, ricominciando ogni volta il discorso daccapo.
4) La terapia più efficace per la sintolatologia dolosa (se presente) è quella antalgica "pura" ovvero basata su farmaci che agiscono a livello della sensibilità centrale (es. antidepressivi). Gli anti-infiammatori classici sono raramente efficaci, tantomeno gli integratori alimentari nelle loro fantasiose composizioni.
5) Altrettanto importanti sono le attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere improntato ad una generale regolarità, in tutte le sue espressioni più comuni (alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica, attività sessuale.
6) Quando la manifestazione più evidente e fastidiosa è la riduzione del flusso e la conseguente accentuazione della frequenza vi è da pensare che il disturbo prostatico abbia reso evidente un pre-esistente problema di scars elasticità o restringimeno congenito del collo vescicale (sclèrosi / stènosi). Per questo moivo, nel suo percorso diagnostico ci spiace che non sia ancora stata eseguita una valtazione endoscopica, ovviamente in sedazione.
7) L'ansia ed il coinvolgimento emotivo sono un amplificatore portentoso di qualsiasi sensazione, soprattutto sgradevole. Queste situazioni possono giovarsi di un approccio psico-terapeutico, più che di una terapia ansiolitica convenzionale.
In conclusione, noi a distanza non possiamo darle consigli mirati, nè prescriverle alcunché. Le possiamo dire però che l'unica via per un miglioramento in queste situazioni richiede tanta pazienza e l'affidarsi ad uno specialista (possibilmente sempre lo stesso) con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia. In tutto ciò, sarebbero da tenere presenti, con attenzione differenziata a seconda dei casi, tutti i punti che abbiamo più sopra elencato.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
Salve dottore, innanzitutto la ringrazio per la risposta esaustiva e le auguro buone feste. Volevo dire che già da un mese sono in cura dal nuovo urologo che è senz altro un grande professionista. Ho corretto il mio stile di vita da alcuni mesi già. Tolto caffè cibi piccanti carni rosse le mangio raramente, ecc...Però lui mi ha detto che la prostata è tutto ok. Semmai ci poteva essere che ad agosto quando iniziarono i disturbi potevo avere avuto una uretrire (non curata) i cui sintomi si ripercuotono ancora oggi. Ovviamente tutte ipotesi. Lei cosa ne pensa in merito? Per ora mi ha solamente prescritto la soluzione schum per alcuni giorni in attesa di risentirci.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.6k visite dal 20/04/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.