Prostatiti batteriche acute
Gentilissimi,
soffro da ormai diversi anni di ricorrenti episodi di prostatiti batteriche acute, solitamente una o due episodi all'anno (episodi improvvisi che nel giro di un paio di ore si manifestano in quest'ordine: malessere, forti brividi, febbre alta a poco più di 39 , bruciore durante la minzione, urine maleodoranti, dolori vari al bacino).
La prima volta fu curata, dopo l'urinocoltura (il batterio responsabile è quasi sempre Escherichia Coli), con il Ciproxin (si presentò d'estate), la successiva (l'anno dopo, sempre in estate) con il Levoxacin (dopo il secondo episodio il medico mi fece fare anche la spermiocoltura e da lì feci 3 mesi di antibiotici fino a spermiocoltura e urinocoltura negative). Da lì non ebbi più episodi per tre anni, fino alla loro ricomparsa 4 anni fa (sempre con episodi acuti di brividi, febbre alta, bruciore alla minzione, urine maleodoranti con tracce di sangue, dolore pelvico).
L'ultima volta ho dovuto farmi somministrare per via intramuscolare il Cefotaxime, in quanto il ceppo batterico di Escherichia Coli era resistente a tutti gli antibiotici per via orale.
Ho fatto in questi anni tutti gli esami prescrittimi dall'Urologo (ecografia completa all'addome e vie urinarie fatte già due volte, ecografia alla prostata, uroflussometria, cistografia, PSA, a breve dovrò fare una cistoscopia) tutte con esito negativo, a parte l'ecografia alla prostata che ha evidenziato le calcificazioni (ma per il resto null'altro).
Durante l'ultima visita (avuta 2 settimane dopo l'ultimo episodio acuto trattato appunto con il Cefotaxime), all'esplorazione rettale l'urologo mi ha confermato che c'è ancora un'infiammazione in corso alla prostata (sento ancora dolore non ben definito all'altezza dello scroto) e mi ha prescritto due erbe sfiammanti (una a base di Serenoa Repens, l'altra a base di Bromelina) oltre a ripetermi raccomandazioni sullo stile di vita che però già seguivo (bere frequentemente; evitare cibi piccanti, alcolici e caffè; evitare lunghi periodi di astinenza). Per conto mio sto anche assumendo dei probiotici.
L'urologo mi ha detto che devo fondamentalmente convivere con questi episodi, avere sempre a portata di mano un antibiotico (tipo Levofloxacina) e la Tachipirina. Gli ultimi due anni ho avuto due episodi acuti all'anno.
Le mie domande (e relative paure) sono: prima o poi non arriverà un punto in cui gli antibiotici non faranno più effetto per via della resistenza creatasi dai batteri (come poi già è successo con gli antibiotici per via orale)? Possibile che devo per forza convivere in questo modo con la patologia? Non c'è niente che possa perlomeno farmi evitare gli episodi acuti (che per quanto ne sappia possono creare il rischio di sepsi)? E in occasione degli episodi acuti, com'è opportuno comportarsi? Scusate le varie domande ma ho il timore di non riuscire a venir fuori da questa problematica.
Grazie comunque a chi vorrà rispondermi.
soffro da ormai diversi anni di ricorrenti episodi di prostatiti batteriche acute, solitamente una o due episodi all'anno (episodi improvvisi che nel giro di un paio di ore si manifestano in quest'ordine: malessere, forti brividi, febbre alta a poco più di 39 , bruciore durante la minzione, urine maleodoranti, dolori vari al bacino).
La prima volta fu curata, dopo l'urinocoltura (il batterio responsabile è quasi sempre Escherichia Coli), con il Ciproxin (si presentò d'estate), la successiva (l'anno dopo, sempre in estate) con il Levoxacin (dopo il secondo episodio il medico mi fece fare anche la spermiocoltura e da lì feci 3 mesi di antibiotici fino a spermiocoltura e urinocoltura negative). Da lì non ebbi più episodi per tre anni, fino alla loro ricomparsa 4 anni fa (sempre con episodi acuti di brividi, febbre alta, bruciore alla minzione, urine maleodoranti con tracce di sangue, dolore pelvico).
L'ultima volta ho dovuto farmi somministrare per via intramuscolare il Cefotaxime, in quanto il ceppo batterico di Escherichia Coli era resistente a tutti gli antibiotici per via orale.
Ho fatto in questi anni tutti gli esami prescrittimi dall'Urologo (ecografia completa all'addome e vie urinarie fatte già due volte, ecografia alla prostata, uroflussometria, cistografia, PSA, a breve dovrò fare una cistoscopia) tutte con esito negativo, a parte l'ecografia alla prostata che ha evidenziato le calcificazioni (ma per il resto null'altro).
Durante l'ultima visita (avuta 2 settimane dopo l'ultimo episodio acuto trattato appunto con il Cefotaxime), all'esplorazione rettale l'urologo mi ha confermato che c'è ancora un'infiammazione in corso alla prostata (sento ancora dolore non ben definito all'altezza dello scroto) e mi ha prescritto due erbe sfiammanti (una a base di Serenoa Repens, l'altra a base di Bromelina) oltre a ripetermi raccomandazioni sullo stile di vita che però già seguivo (bere frequentemente; evitare cibi piccanti, alcolici e caffè; evitare lunghi periodi di astinenza). Per conto mio sto anche assumendo dei probiotici.
L'urologo mi ha detto che devo fondamentalmente convivere con questi episodi, avere sempre a portata di mano un antibiotico (tipo Levofloxacina) e la Tachipirina. Gli ultimi due anni ho avuto due episodi acuti all'anno.
Le mie domande (e relative paure) sono: prima o poi non arriverà un punto in cui gli antibiotici non faranno più effetto per via della resistenza creatasi dai batteri (come poi già è successo con gli antibiotici per via orale)? Possibile che devo per forza convivere in questo modo con la patologia? Non c'è niente che possa perlomeno farmi evitare gli episodi acuti (che per quanto ne sappia possono creare il rischio di sepsi)? E in occasione degli episodi acuti, com'è opportuno comportarsi? Scusate le varie domande ma ho il timore di non riuscire a venir fuori da questa problematica.
Grazie comunque a chi vorrà rispondermi.
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Sulle proprietà delle erbe "sfiammanti" ci permmettiamo di avere qualche riserva, specialmente in un caso come il suo ...
Piuttosto, i batteri che le hanno causato questi problemi sono tutti inequivocabilemente di origine intestinale. Come e perché arrivino facilmente nelle basse vie urinarie e nella prostata è difficile spiegare, sta di fatto che - secondo il nostro punto di vista - l'origine del problema sta proprio nell'intestino e gli organi genito-urinari rischiano di essere solo delle vittime innocenti. Ndlle manifestazioni acutissime con febbre ovviamente si devono assumere degli antibiotici, ma al di fuori di queste è indispensabile impegnarsi a valutare ed eventualmente trattare un assai probabile disfunzione intestinale, che si porta immediatamente appresso uno squilibrio della flora batterica residente a favore di batteri sempre più aggressivi e resistenti. Pertanto, noi consigliamo sempre e comunque di sottoporsi ad una valutazione gastro-enetrologica e (per essere alla moda ...) anche nutrizionale. Oltre a questo vi è anche la notetevolissima importanza da dare allo stile di vita, che deve essere in generale improntato alla massima regolarità, sotto tutti i punti di vista.
Piuttosto, i batteri che le hanno causato questi problemi sono tutti inequivocabilemente di origine intestinale. Come e perché arrivino facilmente nelle basse vie urinarie e nella prostata è difficile spiegare, sta di fatto che - secondo il nostro punto di vista - l'origine del problema sta proprio nell'intestino e gli organi genito-urinari rischiano di essere solo delle vittime innocenti. Ndlle manifestazioni acutissime con febbre ovviamente si devono assumere degli antibiotici, ma al di fuori di queste è indispensabile impegnarsi a valutare ed eventualmente trattare un assai probabile disfunzione intestinale, che si porta immediatamente appresso uno squilibrio della flora batterica residente a favore di batteri sempre più aggressivi e resistenti. Pertanto, noi consigliamo sempre e comunque di sottoporsi ad una valutazione gastro-enetrologica e (per essere alla moda ...) anche nutrizionale. Oltre a questo vi è anche la notetevolissima importanza da dare allo stile di vita, che deve essere in generale improntato alla massima regolarità, sotto tutti i punti di vista.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. Piana, grazie mille per la risposta e per la chiarezza della stessa.
Provvederò il prima possibile a fissare un appuntamento con un gastroenterologo per cercare di venire a capo (o perlomeno cercare di limitare) degli episodi acuti.
Le faccio gentilmente un'ultima osservazione: dall'ultimo episodio infettivo non mi sono più sentito al 100% (quasi quotidianamente, in giorni più o meno intensi, ho avuto episodi di spossatezza, leggera sonnolenza, giramenti di testa). Ho fatto esami generici del sangue e tutti i valori erano perfettamente nella norma, ma nonostante tutto continuo ad avere questi episodi da ormai un mese e mezzo.
Possono le infiammazioni della prostata causare questa sintomatologia oppure il tutto andrebbe ricercato da altre cause?
Grazie ancora.
Provvederò il prima possibile a fissare un appuntamento con un gastroenterologo per cercare di venire a capo (o perlomeno cercare di limitare) degli episodi acuti.
Le faccio gentilmente un'ultima osservazione: dall'ultimo episodio infettivo non mi sono più sentito al 100% (quasi quotidianamente, in giorni più o meno intensi, ho avuto episodi di spossatezza, leggera sonnolenza, giramenti di testa). Ho fatto esami generici del sangue e tutti i valori erano perfettamente nella norma, ma nonostante tutto continuo ad avere questi episodi da ormai un mese e mezzo.
Possono le infiammazioni della prostata causare questa sintomatologia oppure il tutto andrebbe ricercato da altre cause?
Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 20/03/2019.
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