Rene dx ptosico
A seguito di alcuni dolori al fianco dx, nel 2012 una ecografia evidenziava una ptosi renale successivamente confermata da delle UROTAC. L'ultima UROTAC effettuata il 20/3/2018 evidenziava: rene destro ptosico a livello dell'ala iliaca e orizzontalizzato. Diametri bipolari entro i limiti. Le fasi nefro e urografica sembrano simmetriche ma a destra esiste un ritardo di eliminazione verosimilmente dovuto a giuntopatia in presenza di doppio distretto renale, riscontri urografici sovrapponibili ad un precedente esame del 12/7/2016.
Ho effettuato anche una scintigrafia in data 8/11/2017: rene dx ptosico con lieve omogenea riduzione delle dimensioni del parenchima funzionante; nel restante parenchima la capacità di concentrazione è complessivamente conservata e si nota rallentamento escretorio. Contributo rene sx 70%, contributo rene dx 30%. Valori di filtrazione glomerulare nei limiti inferiori della norma sostenuti prevalentemente dal rene sx.
Io lamento dolori concentrati nelle seguenti zone, dolori che mi accompagnano costantemente e quotidianamente dal 2012:
1) inguine dx
2) parte anteriore gamba dx
3) schiena zona 12 costola dx
4) zona sottocostale (diaframma) lato dx
5) addome tra ombelico e cresta iliaca dx
I dolori si acuiscono quando sono seduto.
Fino ad oggi gli urologi mi hanno sempre indirizzato ad altri specialisti. Questi ultimi però (fisiatri, posturologi, ortopedici e per finire anche osteopati e terapisti con cui ho fatto sedute di laser e tecarterapia) dopo avermi visitato escludono altre cause diverse dal rene ptosico come possibile origine del problema, rimandandomi a loro volta dagli urologi... quindi mi trovo in un vero e proprio loop da cui non so come uscirne.
La sensazione è quella di avvertire una massa tra ombelico e cresta iliaca con delle tensioni che si diramano verso l'alto (diaframma) e un peso gravare sul basso (inguine, nervo crurale). Quindi gli urologi fino ad ora interpellati sostengono la tesi del rene ptosico asintomatico ma gli altri specialisti ribadiscono che il problema non è il rene in sé ma, semplicemente, è l'errata sede in cui si trova che è all'origine dei dolori.
Vorrei chiedere se esiste la possibilità di effettuare un intervento che possa portare il rene dx nella sede abituale e a chi mi posso rivolgere.
Cordiali saluti.
Ho effettuato anche una scintigrafia in data 8/11/2017: rene dx ptosico con lieve omogenea riduzione delle dimensioni del parenchima funzionante; nel restante parenchima la capacità di concentrazione è complessivamente conservata e si nota rallentamento escretorio. Contributo rene sx 70%, contributo rene dx 30%. Valori di filtrazione glomerulare nei limiti inferiori della norma sostenuti prevalentemente dal rene sx.
Io lamento dolori concentrati nelle seguenti zone, dolori che mi accompagnano costantemente e quotidianamente dal 2012:
1) inguine dx
2) parte anteriore gamba dx
3) schiena zona 12 costola dx
4) zona sottocostale (diaframma) lato dx
5) addome tra ombelico e cresta iliaca dx
I dolori si acuiscono quando sono seduto.
Fino ad oggi gli urologi mi hanno sempre indirizzato ad altri specialisti. Questi ultimi però (fisiatri, posturologi, ortopedici e per finire anche osteopati e terapisti con cui ho fatto sedute di laser e tecarterapia) dopo avermi visitato escludono altre cause diverse dal rene ptosico come possibile origine del problema, rimandandomi a loro volta dagli urologi... quindi mi trovo in un vero e proprio loop da cui non so come uscirne.
La sensazione è quella di avvertire una massa tra ombelico e cresta iliaca con delle tensioni che si diramano verso l'alto (diaframma) e un peso gravare sul basso (inguine, nervo crurale). Quindi gli urologi fino ad ora interpellati sostengono la tesi del rene ptosico asintomatico ma gli altri specialisti ribadiscono che il problema non è il rene in sé ma, semplicemente, è l'errata sede in cui si trova che è all'origine dei dolori.
Vorrei chiedere se esiste la possibilità di effettuare un intervento che possa portare il rene dx nella sede abituale e a chi mi posso rivolgere.
Cordiali saluti.
[#1]
Rimettere il rene al suo posto (ovvero eseguire una nefropessi) parrebbe una cosa relativamente semplice, ma vi sono molti motivi che rendono questo intervento pco praticabile:
- il fatto che nessuno le può assicurare che questo risolverà definitivamente i suoi disturbi;
- verosimilmente l'arteria e la vena hanno inserzioni anomale, che comunque limitano le possibilità di movimento;
- le recidive sono piuttosto frequenti;
- si tratta comunque di un intervento a cielo aperto di una certa invasività; in effetti oggi in laparoscopia le cose potrebbero essere un po' più semplici, ma comunque di fatto questi interventi continuano a non essere eseguiti.
Piuttosto, si potrebbe pensare di correggere unicamente lo scarico (ovvero eseguire una pieloplastica), se si confermasse davvero l'esistenza di un ostacolo al deflusso di urina, es. sindrome giuntale, presenza di incrocio con vasi accessori, eccetera. A questa diagnosi si potrebbe arrivare con certezza solo assciando gli esiti di una TAC con una valutazione endoscopica diagnostica diretta (uretero-renoscopia). Come vede, le indicazioni non sono univoche e questo giustifica anche l'andamento tortuoso del percorso diagnostico che lei ci ha riferito. Nessuno di noi ha la soluzione migliore in tasca, l'importante è confrontarsi apertamente con un Collega con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapportoi di comunicazione e fiducia.
- il fatto che nessuno le può assicurare che questo risolverà definitivamente i suoi disturbi;
- verosimilmente l'arteria e la vena hanno inserzioni anomale, che comunque limitano le possibilità di movimento;
- le recidive sono piuttosto frequenti;
- si tratta comunque di un intervento a cielo aperto di una certa invasività; in effetti oggi in laparoscopia le cose potrebbero essere un po' più semplici, ma comunque di fatto questi interventi continuano a non essere eseguiti.
Piuttosto, si potrebbe pensare di correggere unicamente lo scarico (ovvero eseguire una pieloplastica), se si confermasse davvero l'esistenza di un ostacolo al deflusso di urina, es. sindrome giuntale, presenza di incrocio con vasi accessori, eccetera. A questa diagnosi si potrebbe arrivare con certezza solo assciando gli esiti di una TAC con una valutazione endoscopica diagnostica diretta (uretero-renoscopia). Come vede, le indicazioni non sono univoche e questo giustifica anche l'andamento tortuoso del percorso diagnostico che lei ci ha riferito. Nessuno di noi ha la soluzione migliore in tasca, l'importante è confrontarsi apertamente con un Collega con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapportoi di comunicazione e fiducia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Buonasera Dottore,
la ringrazio molto per la risposta.
Comprendo le difficoltà tecniche che segnala ma faccio davvero fatica a continuare a sopportare questo dolore.
Purtroppo esso aumenta da seduto e per lavoro sono in questa posizione per almeno 10/11 ore al giorno. Di fronte a una pur remota possibilità di migliorare la condizione sono disposto a tentare un intervento chirurgico.
Tutto quanto fatto finora come palestra, ginnastica, manipolazione e manovre osteopatiche hanno prodotto risultati molto scarsi e temporanei.
In Italia può esistere una struttura a cui rivolgersi specializzata in interventi di nefropessi?
Cordiali saluti
la ringrazio molto per la risposta.
Comprendo le difficoltà tecniche che segnala ma faccio davvero fatica a continuare a sopportare questo dolore.
Purtroppo esso aumenta da seduto e per lavoro sono in questa posizione per almeno 10/11 ore al giorno. Di fronte a una pur remota possibilità di migliorare la condizione sono disposto a tentare un intervento chirurgico.
Tutto quanto fatto finora come palestra, ginnastica, manipolazione e manovre osteopatiche hanno prodotto risultati molto scarsi e temporanei.
In Italia può esistere una struttura a cui rivolgersi specializzata in interventi di nefropessi?
Cordiali saluti
[#3]
In trentacinque anni di lavoro in urologia noi non abbiamo mai eseguito o visto eseguire interventi di nefropessi, che nella loro attuazione classica (a cielo aperto) erano stati abbandonati già dagli anni '70. Come le abbiamo scritto, prima di trarre delle conclusioni noi andremmo senz'altro a valutare questo rene anche endoscopicamente prima di prendere delle decisioni. Per motivi di correttezz,a noi non possiamo fornire indicazioni su singoli specialisti o centri di cura. Potremmo consigliarle di sentire il parere di un collega che abbia una nota e consolidata esperienza nella laparoscopia urologica.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.1k visite dal 13/03/2019.
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