Coliche recidivanti associate a calcolosi
Buongiorno, sono un ragazzo di 28 anni e da circa un mese sto affrontando una calcolosi (la seconda in tre anni). Dopo una lunga serie di coliche, nell'ultima settimana i sintomi stavano lentamente sparendo, fino a che ieri si è ripresentato un episodio di colica particolarmente lungo e doloroso durato quasi 24 ore.
La cronologia è la seguente:
A metà febbraio, dopo alcuni episodi di ematuria, iniziano a presentarsi coliche renouretrali a sinistra a cadenza quotidiana a cui si associa stimolo minzionale continuo e doloroso e diarrea.
In data 24/02, la prima visita urologica con ecografia conferma un'idronefrosi di secondo grado a sinistra compatibile con una calcolosi.
Il referto indica:
ESAME OBIETTIVO
addome trattabile, non dolente
logge renali libere
segno del Giordano + a sinistra idronefrosi di secondo grado a sinistra
INDICAZIONI
Voltaren compresse al bisogno
bere al bisogno
regolare attività fisica
Tamsulosina 0,4 1 compressa la sera al momento di coricarsi per 15 giorni TAC addome completo senza mezzo di contrasto
Seguendo le indicazioni dello specialista prenoto una TAC, eseguita in data 28/02 che riporta quando segue:
Esame eseguito nelle sole condizioni di base.
Basi polmonari libere.
Si rileva formazione radiopaca di significato litiasico di 3 mm indovata nel tratto prepapillare dell'uretere sinistro.
Non idroureteronefrosi bilateralmente nè apprezzabili ulteriori formazioni con analogo significato.
Non versamento libero in addome né versamento perirenale.
Non lesioni focali a carico dei parenchimi addominali in assenza di mdc.
Vescica pressoché vuota. Aorta di normale calibro.
Eseguo anche alcune analisi del sangue e delle urine, che rivelano qualche parametro fuori standard:
Emoglobina (Hgb) 13,4
Monociti 10,1
Acido folico 4,67
A questo punto, dopo i 15 giorni di tamsulosina, le coliche renali sono sparite, e rimane solo il fastidioso stimolo minzionale che diminuisce lentamente nel corso dei giorni.
Il giorno 10/03 porto i risultati all'urologo, che mi dice di smettere la tamsulosina e di avere pazienza per la completa sparizione dei sintomi. Il referto indica:
attualmente asintomatico
reca TAC che documenta calcolo premurale sinistro di 3 mm al controllo ecografico odierno non idronefrosi
soggettivamente bene
obiettività negativa
Passa una settimana piuttosto tranquilla, anche se ancora caratterizzata dallo stimolo a urinare e da un fastidio sordo e diffuso durante la minzione.
Ieri mattina infine si verifica un nuovo attacco di colica, con dolori più forti del solito nella zona lombare sinistra, minzione dolorosissima, stimoli a urinare e a defecare continui, diarrea, e persino una nausea altalenante. L'episodio è durato per più di 18 ore, con brevissimi momenti di sollievo, e a poco è servita l'assunzione di ben 4 pastiglie di voltaren.
Tutto ciò è veramente compatibile con la fase finale di espulsione del calcolo? O è legittimo pensare che ci sia qualcos'altro in atto? Devo fare un'altra TAC?
Grazie
La cronologia è la seguente:
A metà febbraio, dopo alcuni episodi di ematuria, iniziano a presentarsi coliche renouretrali a sinistra a cadenza quotidiana a cui si associa stimolo minzionale continuo e doloroso e diarrea.
In data 24/02, la prima visita urologica con ecografia conferma un'idronefrosi di secondo grado a sinistra compatibile con una calcolosi.
Il referto indica:
ESAME OBIETTIVO
addome trattabile, non dolente
logge renali libere
segno del Giordano + a sinistra idronefrosi di secondo grado a sinistra
INDICAZIONI
Voltaren compresse al bisogno
bere al bisogno
regolare attività fisica
Tamsulosina 0,4 1 compressa la sera al momento di coricarsi per 15 giorni TAC addome completo senza mezzo di contrasto
Seguendo le indicazioni dello specialista prenoto una TAC, eseguita in data 28/02 che riporta quando segue:
Esame eseguito nelle sole condizioni di base.
Basi polmonari libere.
Si rileva formazione radiopaca di significato litiasico di 3 mm indovata nel tratto prepapillare dell'uretere sinistro.
Non idroureteronefrosi bilateralmente nè apprezzabili ulteriori formazioni con analogo significato.
Non versamento libero in addome né versamento perirenale.
Non lesioni focali a carico dei parenchimi addominali in assenza di mdc.
Vescica pressoché vuota. Aorta di normale calibro.
Eseguo anche alcune analisi del sangue e delle urine, che rivelano qualche parametro fuori standard:
Emoglobina (Hgb) 13,4
Monociti 10,1
Acido folico 4,67
A questo punto, dopo i 15 giorni di tamsulosina, le coliche renali sono sparite, e rimane solo il fastidioso stimolo minzionale che diminuisce lentamente nel corso dei giorni.
Il giorno 10/03 porto i risultati all'urologo, che mi dice di smettere la tamsulosina e di avere pazienza per la completa sparizione dei sintomi. Il referto indica:
attualmente asintomatico
reca TAC che documenta calcolo premurale sinistro di 3 mm al controllo ecografico odierno non idronefrosi
soggettivamente bene
obiettività negativa
Passa una settimana piuttosto tranquilla, anche se ancora caratterizzata dallo stimolo a urinare e da un fastidio sordo e diffuso durante la minzione.
Ieri mattina infine si verifica un nuovo attacco di colica, con dolori più forti del solito nella zona lombare sinistra, minzione dolorosissima, stimoli a urinare e a defecare continui, diarrea, e persino una nausea altalenante. L'episodio è durato per più di 18 ore, con brevissimi momenti di sollievo, e a poco è servita l'assunzione di ben 4 pastiglie di voltaren.
Tutto ciò è veramente compatibile con la fase finale di espulsione del calcolo? O è legittimo pensare che ci sia qualcos'altro in atto? Devo fare un'altra TAC?
Grazie
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L'attesa per l'espulsione di un calcolo, sebbene aiutata dalla opportuna terapia espulsiva è comunque condizionata dalla presenza di disturbi importanti. Oggigiorno l'espulsione di un calcolo non può più essere una condanna a coliche e disturbi intensi, anche perché l'intervento endoscopico risolutivo è semplice e poco invasivo, eseguibile anche in urgenza nei cetri di riferimento.. E' pur vero che un calcolo di soli 3 mm dovrebbe essere espulso con relativa facilità, ma nella nostra esperienza non è poi così raro dover comunque intervenire per sollevare il paziente dalle sue sofferenze, o addirittura dalla comparsa di complicazioni. In sintesi nel suo caso, le diremmo di valutare l'andamento nelle prossime 48-72 ore, riprendendo la tamsulosina ed il cortisone. In caso di persistnza di disturbi, si confronti con il suo urologo per decidere sulle eventuali indicazioni risolutive. Se vi fossero altri calcoli in giro, la TAC li avrebbe certamente individuati.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 19/03/2018.
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