Carcinoma vescicale alta malignità in situ
Buongiorno,
premetto che so che gli specialisti di questo forum non possono sostituire il medico curante, ma una seconda opinione credo sia sempre utile.
Vi spiego la situazione attuale :
" Mio padre ha 64 anni ha scoperto a gennaio 2018 dopo cistoscopia trimestrale di controllo per carcinoma vescicale di basso grado (rimosso tre anni fa), di avere un carcinoma vescicale di alta malignità al collo della vescica, risultato dopo la biopsia in situ, il quale è stato rimosso e sono state fatte altre biopsie attorno la parete e sul collo. Le biopsie sono risultate positive ma non infiltranti, quindi l'urologo ha optato per la terapia di BCG.
Ora vi fornisco l'anamnesi di mio padre (così da dare un quadro più completo) :
1) Carcinoma vesciale di alto grado di malignità in situ (era situato sul collo della vescica)
2) Problemi di ingrossamento della prostata e quindi problemi di minzione
3) Per completare il quadro ha contratto infezioni varie nel corso delle sue cistoscopie e nell'ultimo anno ha contratto spesso Infezione da Pseudomonas aeruginosa (tutt'ora in trattamento col Rocefin 2gr al giorno per poi sottoporsi al BCG).
Ha effettuato il Tine Test per praticare il BCG ed è risultato positivo.
L'urologo risultando il Tine Test positivo ha consigliato di effettuare fra 40 giorni il Quantiferon, mentre l'infettivologo ha detto che può farlo anche domani ed eventualmente praticare terapia per 15 giorni per poi cominciare col BCG. "
Ora, come sopra, Vi chiedo un vostro parere sul da farsi, se secondo Voi la direzione più giusta, è quella dell'urologo o dell'infettivologo?
Inoltre cosa dobbiamo aspettarci se la terapia non viene incomiciata subito? Ci può essere una progressione e un'estensione del carcinoma?
Per finire volevo sapere se esistono altre terapie o farmaci, in sostituzione al BCG.
premetto che so che gli specialisti di questo forum non possono sostituire il medico curante, ma una seconda opinione credo sia sempre utile.
Vi spiego la situazione attuale :
" Mio padre ha 64 anni ha scoperto a gennaio 2018 dopo cistoscopia trimestrale di controllo per carcinoma vescicale di basso grado (rimosso tre anni fa), di avere un carcinoma vescicale di alta malignità al collo della vescica, risultato dopo la biopsia in situ, il quale è stato rimosso e sono state fatte altre biopsie attorno la parete e sul collo. Le biopsie sono risultate positive ma non infiltranti, quindi l'urologo ha optato per la terapia di BCG.
Ora vi fornisco l'anamnesi di mio padre (così da dare un quadro più completo) :
1) Carcinoma vesciale di alto grado di malignità in situ (era situato sul collo della vescica)
2) Problemi di ingrossamento della prostata e quindi problemi di minzione
3) Per completare il quadro ha contratto infezioni varie nel corso delle sue cistoscopie e nell'ultimo anno ha contratto spesso Infezione da Pseudomonas aeruginosa (tutt'ora in trattamento col Rocefin 2gr al giorno per poi sottoporsi al BCG).
Ha effettuato il Tine Test per praticare il BCG ed è risultato positivo.
L'urologo risultando il Tine Test positivo ha consigliato di effettuare fra 40 giorni il Quantiferon, mentre l'infettivologo ha detto che può farlo anche domani ed eventualmente praticare terapia per 15 giorni per poi cominciare col BCG. "
Ora, come sopra, Vi chiedo un vostro parere sul da farsi, se secondo Voi la direzione più giusta, è quella dell'urologo o dell'infettivologo?
Inoltre cosa dobbiamo aspettarci se la terapia non viene incomiciata subito? Ci può essere una progressione e un'estensione del carcinoma?
Per finire volevo sapere se esistono altre terapie o farmaci, in sostituzione al BCG.
[#1]
Il presupposto è che non sia opportuno prtaicare le instillazioni con BCG se vi è malattia tubercolare attiva. La positività cutanea al TINE test (detto anche Mantoux o PPD) non è suficiente per affermare che vi sia la malattia in atto, questa deve essere accompagnata da eventuali sintomi, positività alla radiografia del torace, precedenti clinici, eccetera. Il Quantiferon è un test sul sangue eseguito per ottenere le stesse informazioni. Non conosciamo ragioni perché, qualora ritenuto opportuno, i due test siano da eseguire a distanza. In questo caso la cosa più importante ci pare appunto l'interpretazione clinica del risultato, ovvero se vi sia davvero il sospetto - o meno - di una malattia tubercolare in atto. Pensiamo che in questa fase la competenza dell'infettivologo possa tornare particolarmente utile. In ogni caso, non pensiamo che qualche settimana di ritardo nell'inizio della terapia possa costituire un serio problema.
Per il resto, il BCG è al momento la terapia di scelta per il carcinoma vescicale "in situ", non esistono alternative di pari provata efficacia.
Per il resto, il BCG è al momento la terapia di scelta per il carcinoma vescicale "in situ", non esistono alternative di pari provata efficacia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5.1k visite dal 15/03/2018.
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