Prostatite dopo rapporto anale insertivo (lunga storia) ...
Ho quasi 53 anni. Dopo un rapporto anale insertivo il non protetto con una mia ex, dopo circa 24-48 ore ho iniziato a sentire dei fastidi all'uretra (come una scossa elettrica o una sorta di prurito), ma senza nessuna perdita.
Parlandone col mio medico di base, e temendo qualcosa di natura sessuale, ho assunto nell'ordine:
- Zitromax 500 mg x 3 senza miglioramento
- dopo 1 settimana: Zitromax 1 g x 3 senza miglioramento
- ben 10 iniezioni di Rocefin da 1g con l'idea di continuare per almeno 3 giorni dopo la scomparsa dei sintomi.
I sintomi sono scomparsi dopo circa 5 giorni dall'assunzione del Rocefin, che ho proseguito sino al decimo giorno.
Dopo circa 25 giorni, alla fine della terapia stavo sostanzialmente bene, senza alcun sintomo.
Ma dopo circa 20-25 giorni i sintomi ricompaiono: sempre solita scossetta o prurito in zona uretrale.
Vedo in fretta e in furia un dermo-veneorologo che non vede nulla, secondo lui, a livello di MST, ma propende più per una prostatite da germi comuni del retto.
Parlo col medico di famiglia, che nel frattempo pensa anche lui ad una prostatite batterica: mi prescrive, nell'ordine: Urocoltura 1° e 2° getto con ricerca clamydia, micoplasmi, funghi e batteri comuni. Risultata poi negativa dopo 15 giorni,
Ecografia Transrettale, che rileva una prostata lievemente adenomatosa, poco ingrossata, ma con numerose micro-calcificazioni da proabili infezioni pregresse.
Subito dopo effettuato il prelievo di urine (e prima di ricevere il referto), però i sintomi inziano a peggiorare (avverto dolore ai testicoli con sensazione di mutande strette, dolore perineale, sensazione di defecare senza bisogno, dololre in zona pubica) ed inizio:
- Ciproxin 500 mg x 2 da fare per almeno 20 giorni
con progressivo lieve miglioramento
Nel frattempo vedo l'urologo che mi diagnostica una probabile prostatite probabilmente cronicizzata, probabilmente di orgine batterica, visti i miglioramenti che avevo avuto col Rocefin.
Concorda col continuare la terapia col Ciproxin e mi aggiunge l'integratore Leviaprost,
ma dopo 20 giorni non avendo avuto una remissione completa dei sintomi (permane il solo fastidio uretrale mi si consiglia di fare, subito a seguire, altri 20 giorni di terapia antibiotica, ma questa volta con Levoxacin 500 mg x 1 (più attivo contro eventuali patogeni intracellulari)
L'urologo mi consiglia anche di effettuare una spermiocultura con ricerca germi comuni, clamydia, micoplasmi, funghi, etc, dopo 15 gg dalla sospensione della terapia antibiotica, visto che l'esame delle urine secondo luinon sempre dà l'esito voluto, e mi consiglia comunque di continare il Leviaprost per almeno due mesi.
La situazione ora, dopo il 6° giorno di terapia con il Levoxacin 500, sta ulteriormente migliorando, anche se qualche fastidio in zona uretrale permane.
Volevo solo sapere se la terapia impostata vi sembra corretta e se valutate il caso di fare ulteriori indagini.
Grazie.
Parlandone col mio medico di base, e temendo qualcosa di natura sessuale, ho assunto nell'ordine:
- Zitromax 500 mg x 3 senza miglioramento
- dopo 1 settimana: Zitromax 1 g x 3 senza miglioramento
- ben 10 iniezioni di Rocefin da 1g con l'idea di continuare per almeno 3 giorni dopo la scomparsa dei sintomi.
I sintomi sono scomparsi dopo circa 5 giorni dall'assunzione del Rocefin, che ho proseguito sino al decimo giorno.
Dopo circa 25 giorni, alla fine della terapia stavo sostanzialmente bene, senza alcun sintomo.
Ma dopo circa 20-25 giorni i sintomi ricompaiono: sempre solita scossetta o prurito in zona uretrale.
Vedo in fretta e in furia un dermo-veneorologo che non vede nulla, secondo lui, a livello di MST, ma propende più per una prostatite da germi comuni del retto.
Parlo col medico di famiglia, che nel frattempo pensa anche lui ad una prostatite batterica: mi prescrive, nell'ordine: Urocoltura 1° e 2° getto con ricerca clamydia, micoplasmi, funghi e batteri comuni. Risultata poi negativa dopo 15 giorni,
Ecografia Transrettale, che rileva una prostata lievemente adenomatosa, poco ingrossata, ma con numerose micro-calcificazioni da proabili infezioni pregresse.
Subito dopo effettuato il prelievo di urine (e prima di ricevere il referto), però i sintomi inziano a peggiorare (avverto dolore ai testicoli con sensazione di mutande strette, dolore perineale, sensazione di defecare senza bisogno, dololre in zona pubica) ed inizio:
- Ciproxin 500 mg x 2 da fare per almeno 20 giorni
con progressivo lieve miglioramento
Nel frattempo vedo l'urologo che mi diagnostica una probabile prostatite probabilmente cronicizzata, probabilmente di orgine batterica, visti i miglioramenti che avevo avuto col Rocefin.
Concorda col continuare la terapia col Ciproxin e mi aggiunge l'integratore Leviaprost,
ma dopo 20 giorni non avendo avuto una remissione completa dei sintomi (permane il solo fastidio uretrale mi si consiglia di fare, subito a seguire, altri 20 giorni di terapia antibiotica, ma questa volta con Levoxacin 500 mg x 1 (più attivo contro eventuali patogeni intracellulari)
L'urologo mi consiglia anche di effettuare una spermiocultura con ricerca germi comuni, clamydia, micoplasmi, funghi, etc, dopo 15 gg dalla sospensione della terapia antibiotica, visto che l'esame delle urine secondo luinon sempre dà l'esito voluto, e mi consiglia comunque di continare il Leviaprost per almeno due mesi.
La situazione ora, dopo il 6° giorno di terapia con il Levoxacin 500, sta ulteriormente migliorando, anche se qualche fastidio in zona uretrale permane.
Volevo solo sapere se la terapia impostata vi sembra corretta e se valutate il caso di fare ulteriori indagini.
Grazie.
[#1]
Come ben noto, noi non siamo fautori di terapie antibiotiche protratte ed energiche tranne nei casi di infezione febbrile conclamata, presenza di complicazioni oppure esami colturali inequivocabilmente positivi. La storia molto comune delle prostatiti a decorso prolungato è la decapitazione precoce dell'ipotetica causa infettiva e la persistenza di disturbi irritativi che però verosimilmente non hanno più una causa infettiva diretta. Nel suo caso ormai con gli antibiotici si è fatto di tutto e di più, a nostro modo di vedere in modo financo esagerato. Ricordiamo sempre che le terapie antibiotiche selezionano i batteri intestinali ed inducono resistenze, quindi la loro somministrazione deve essere sempre mirata e parsimoniosa. Noi riteniamo che in quetso momento su eventuali disturbi persistenti avrebbero indicazione eventuali cicli di terapia anti-infiammatoria ed i comuni integratori alimentari di origine vegetali, posto che si confidi nella loro efficacia. Molto importanti sono le attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere improntato alla regolarità, sotto ogni punto di vista.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio moltissimo.
Quindi, se ho ben capito, una volta ultimata la terapia col Levoxacin 500 (che peraltro mi sta dando prograssivo miglioramento), consiglia di continuare con il Leviaprost e di non intraprendere più altre terapie antibiotiche.
Tra le altre cose, non fumo e non sono un bevitore, ma ho l'unico vizio del caffè (arrivo a berne anche 7-8 al giorno). L'urologo mi ha detto di eliminarlo completamente perchè è veleno per la prostata (o al più di limitarmi ad uno al mattino) e di bere molta acqua. Cosa che sto facendo.
Ha qualchealtro suggerimento alimentare da darmi?
In merito all'esame culturale del liquido seminale consiglia comunque di farlo nei tempi e modi indicatimi?
Grazie ancora.
Quindi, se ho ben capito, una volta ultimata la terapia col Levoxacin 500 (che peraltro mi sta dando prograssivo miglioramento), consiglia di continuare con il Leviaprost e di non intraprendere più altre terapie antibiotiche.
Tra le altre cose, non fumo e non sono un bevitore, ma ho l'unico vizio del caffè (arrivo a berne anche 7-8 al giorno). L'urologo mi ha detto di eliminarlo completamente perchè è veleno per la prostata (o al più di limitarmi ad uno al mattino) e di bere molta acqua. Cosa che sto facendo.
Ha qualchealtro suggerimento alimentare da darmi?
In merito all'esame culturale del liquido seminale consiglia comunque di farlo nei tempi e modi indicatimi?
Grazie ancora.
[#3]
Concordiamo sui consigli impartiti. La ripetizione degli esamidipende sostanzialmente dall'andamento dei disturbi, posto che i risultati della spermiocoltura debbono essere sempre valutati in modo molto critico, poiché le false positività sono piuttosto comuni ed inducono ad ulteriori inutili terapie antibiotiche.
[#4]
Utente
Gentile Dottore.
Per correttezza volevo aggiornarla circa la mia prostatite.
Verso il 14°-15° giorno dall'assunzione del Levoxacin 500 i sintomi hanno inziato rapidamente ad attenuarsi fino scomparire.
Ora sono al 20° giorno di Levoxacin e non ha praticamente più alcun fastidio.
L'urologo che mi segue, per scrupolo, essendo abbastanza certo (seppure in via empirica) del fatto che la Levofloxacina possa avere avuto un ruolo determinante nella eradicazione dell'eventuale patogeno, mi ha raccomandato di fare ancora 8 giorni di antibiotico (che peraltro tollero bene, a parte un lieve bruciore ai tendini dei polsi e degli avambracci) al solo fine di ridurre al massimo il rischio di eventuali future recidive (28 giorni totali).
Mentre il Leviaprost mi ha suggerito di farlo ancora per almeno 60 giorni.
Per correttezza volevo aggiornarla circa la mia prostatite.
Verso il 14°-15° giorno dall'assunzione del Levoxacin 500 i sintomi hanno inziato rapidamente ad attenuarsi fino scomparire.
Ora sono al 20° giorno di Levoxacin e non ha praticamente più alcun fastidio.
L'urologo che mi segue, per scrupolo, essendo abbastanza certo (seppure in via empirica) del fatto che la Levofloxacina possa avere avuto un ruolo determinante nella eradicazione dell'eventuale patogeno, mi ha raccomandato di fare ancora 8 giorni di antibiotico (che peraltro tollero bene, a parte un lieve bruciore ai tendini dei polsi e degli avambracci) al solo fine di ridurre al massimo il rischio di eventuali future recidive (28 giorni totali).
Mentre il Leviaprost mi ha suggerito di farlo ancora per almeno 60 giorni.
[#6]
Utente
Gentile dottor Piana.
Volevo aggiornarla sugli ultimi sviluppi.
Devo dire che gli ultimi giorni di Levoxacin (ultima settimana) sono stati davvero duri a causa dell'infiammazione tendinea che è aumentata molto (avevo ormai bruciori quasi a tutti i tendini), ma alla fine ho ultimato il Levoxacin da ormai 7 giorni (30 giorni fatti, finite tutte e 6 le scatoline).
Su suggerimento del medico di famiglia, al fine di far scomparire più velocemente l'infiammazione ai tendini, ultimato il Levoxacin ho fatto 5 giorni di Dicloreum 150, con immediato beneficio.
Ora ho sospeso tutto, tranne l'integratore Leviaprost, bevo molta acqua e ho ridotto il caffè drasticamente: 1 al mattino soltanto.
Mi sento tutto sommato bene (anche il bruciore tendineo è scomparso).
Se devo cercare il pelo nell'uovo, durante l'eiaculazione continuo a provare alcuni piccoli fastidi che mi attenuano spesso il piacere. Non so nemmeno io come definirli e non so nemmeno dire se si tratta più di un fattore psicologico legato al mio essere ansioso piuttosto che alla prostatite, ma a volte provo un certo fastidio (quasi una sorta di solletico fastidioso) durante l'eiaculazione o un leggero bruciore.
A detta dell'urologo che mi segue potrebbe trattarsi di un lieve residuo infiammatorio a livello della prostata o anche di un disturbo di natura psico-somatica legato al mio stato di ansia dovuto alla frustrazione di evere affrontato terapie lunghe e non sempre risolutive.
Mi ha comunque raccomandato di seguire solo i consigli che mi ha dato a livello di stile di vita e l'integrazione di Leviaprost per ancora circa 60 giorni.
Mi ha anche detto di effettuare la spermiocoltura tra circa 15/20 giorni, ma solo se avessi una ripresa dei disturbi che, al momento, non ho.
Vorrei sapere solo se lei ritiene il tutto sostanzialmente condivisibile.
Nel ringraziarla ancora per l'aiuto la saluto cordialmente.
Volevo aggiornarla sugli ultimi sviluppi.
Devo dire che gli ultimi giorni di Levoxacin (ultima settimana) sono stati davvero duri a causa dell'infiammazione tendinea che è aumentata molto (avevo ormai bruciori quasi a tutti i tendini), ma alla fine ho ultimato il Levoxacin da ormai 7 giorni (30 giorni fatti, finite tutte e 6 le scatoline).
Su suggerimento del medico di famiglia, al fine di far scomparire più velocemente l'infiammazione ai tendini, ultimato il Levoxacin ho fatto 5 giorni di Dicloreum 150, con immediato beneficio.
Ora ho sospeso tutto, tranne l'integratore Leviaprost, bevo molta acqua e ho ridotto il caffè drasticamente: 1 al mattino soltanto.
Mi sento tutto sommato bene (anche il bruciore tendineo è scomparso).
Se devo cercare il pelo nell'uovo, durante l'eiaculazione continuo a provare alcuni piccoli fastidi che mi attenuano spesso il piacere. Non so nemmeno io come definirli e non so nemmeno dire se si tratta più di un fattore psicologico legato al mio essere ansioso piuttosto che alla prostatite, ma a volte provo un certo fastidio (quasi una sorta di solletico fastidioso) durante l'eiaculazione o un leggero bruciore.
A detta dell'urologo che mi segue potrebbe trattarsi di un lieve residuo infiammatorio a livello della prostata o anche di un disturbo di natura psico-somatica legato al mio stato di ansia dovuto alla frustrazione di evere affrontato terapie lunghe e non sempre risolutive.
Mi ha comunque raccomandato di seguire solo i consigli che mi ha dato a livello di stile di vita e l'integrazione di Leviaprost per ancora circa 60 giorni.
Mi ha anche detto di effettuare la spermiocoltura tra circa 15/20 giorni, ma solo se avessi una ripresa dei disturbi che, al momento, non ho.
Vorrei sapere solo se lei ritiene il tutto sostanzialmente condivisibile.
Nel ringraziarla ancora per l'aiuto la saluto cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 18.6k visite dal 28/02/2018.
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Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.