Durezza acqua, calcoli e i limiti di legge
Buongiorno. Volevo sapere se ci sono aggiornamenti sul ruolo dell'acqua dura nella formazione di calcoli renali. Cioè nuove ricerche. Nel mio paese diverse persone si stanno preoccupando dei gradi francesi dell'acqua dei nostri rubinetti, la quale ha un valore tra oltre i 50 e i 100 gradi francesi appunto, dato che viene presa da 2 fonti, una con 100 gradi e l'altra con 20, e a quanto pare quella con 20 non è maggioritaria. Cioè i gradi francesi del mix che ne viene fuori non li ho trovati scritti da nessuna parte. Comunque a parte questo valore che scoprirò più in là, vorrei capire se davvero un'acqua che sta tra i 50 e 100 può produrre calcoli come queste persone temono, desumendolo, loro, dalle incrostazioni nei tubi e negli elettrodomestici che si rompono con molta frequenza. Io non l'ho mai desunto, perché non è detto che le pareti del nostro organismo reagiscano allo stesso modo del metallo al passaggio dei residui dell'acqua. E dopo ho anche trovato che le acque che vanno da 50 a 150, medio minerali, sono acque che vengono tranquillamente vendute, come quella sponsorizzata Del Piero. Ho letto poi che questo tipo di acqua, cioè con questa durezza, sia particolarmente indicata per sportivi, anziani e bambini. Ora la mia domanda è: dato che negli spot di queste acque non viene detto che fanno male a chi non è sportivo o anziano o bambino, la nostra acqua del rubinetto che è inferiore ai 100, può fare male al resto della popolazione? Il vero problema per me è che fa schifo perché sa di cloro. Cosa giustifica questa smodata presenza di cloro? Quale precondizione giustifica questa massiccia aggiunta di cloro? Nel mio paese comunque si preoccupano perché l'acqua dei nostri rubinetti non ha l'aspetto dell'acqua che sponsorizza Del Piero, ma ha una evidente polverina bianca all'interno. Quindi se i residui sono gli stessi, o inferiori, dell'acqua in bottiglia di cui sopra, sono più agglomerati, quindi più visibili. Comunque ho capito bene che per legge l'acqua del rubinetto comunque non deve superare i 50 gradi francesi? E che quindi, come ho letto su un sito, si è scelto questo limite non per la salubrità, quindi non per la potabilità, ma per preservare gli elettrodomestici? E che quindi noi abbiamo acqua buona ma che non può essere usata solo perché non pensiamo a mettere degli addolcitori dedicati ai tubi che portano l'acqua agli elettrodomestici? O quel limite di 50 gradi francesi massimi è solo un consiglio e non c'è quindi l'obbligo di stare al di sotto?
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La invitiamo a leggere questo nostro articolo, in cui si tratta l'argomento in modo specifico:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-la-calcolosi-renale-e-il-dilemma-dell-acqua-quanta-quando-e-quale-bisogna-bere.html
Da tempo è ormai noto nella comunità scientifica che la durezza dell'acqua (presenza di calcio) non è causa di formazione di calcoli renali, piuttosto vii sono state numerose riprove che accada piuttosto il contrario. Questo perché il calcio che va a formare i calcoli non è assorbito dall'intestino ma deriva invece in massima parte dal metabolismo dell'osso. Assai più pericolosi sono il sodio e l'ossalato, ovviamente in soggetti naturalmente predisposti alla calcolosi. L'acqua viene clorata per garantire l'assenza di batteri pericolosi (coliformi, salmonelle), questo è molto più importante della composizione chimica. Al di là di questo, vi possono essere acque più o meno gradevoli al palato, specie dovendone assumere una notevole quantità nel corso della giornata. Se l'acqua "del sindaco" è buona, non vi è ragione per cui debba essere tralasciata a vantaggio di costose acque "con etichetta".
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-la-calcolosi-renale-e-il-dilemma-dell-acqua-quanta-quando-e-quale-bisogna-bere.html
Da tempo è ormai noto nella comunità scientifica che la durezza dell'acqua (presenza di calcio) non è causa di formazione di calcoli renali, piuttosto vii sono state numerose riprove che accada piuttosto il contrario. Questo perché il calcio che va a formare i calcoli non è assorbito dall'intestino ma deriva invece in massima parte dal metabolismo dell'osso. Assai più pericolosi sono il sodio e l'ossalato, ovviamente in soggetti naturalmente predisposti alla calcolosi. L'acqua viene clorata per garantire l'assenza di batteri pericolosi (coliformi, salmonelle), questo è molto più importante della composizione chimica. Al di là di questo, vi possono essere acque più o meno gradevoli al palato, specie dovendone assumere una notevole quantità nel corso della giornata. Se l'acqua "del sindaco" è buona, non vi è ragione per cui debba essere tralasciata a vantaggio di costose acque "con etichetta".
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Quel suo articolo del 2011 lo avevo già letto. Volevo sapere proprio se ci fossero aggiornamenti da allora. Mi dice il sodio e l'ossalato sono pericolosi. Nelle acque mediamente mineralizzate è implicito che ci siano anche sodio e ossalato in quantità pericolose per chi è predisposto o non è detto e va invece verificato con analisi? quante probabilità ci sono? E mi dice se, al di là della salubrità, questi 50 gradi francesi non vadano superati, a prescindere, per legge? Perché poi non è che qualcuno ci regala gratis gli addolcitori per evitare che gli elettrodomestici si rompano. Avevo già trovato le indicazioni del ministero e dell'Inran che dicono che anche le acque ricche di calcio viceversa proteggano dai calcoli, ma era tutto molto vago. Non si parlava di quanti gradi francesi. Poi invece, dopo aver scritto queste domande qui, ho trovato questo articolo dove Umberto Solimene diceva che delle acque medio minerali (che lui chiama minerali) non ne vada bevuto più di un litro al giorno. E lui tiene fuori dal discorso quelle che hanno più di 100 gradi francesi(dice fino a 1000 grammi di residui), quindi facendomi immaginare che allora delle medio minerali che vanno da 101 a 150 gradi francesi ne vada bevuto meno di un litro. https://www.panorama.it/scienza/dieta/acqua-minerale-20-cose-che-forse-non-sappiamo/ Sbaglia?
[#3]
Premettiamo che il nostro è il punto di vista dell'urologo, riferito al rischio di formazione o recidiva dei calcoli renali. Sotto questo aspetto pare oggi acclarato che la qualità dell'acqua sia una componente del tutto marginale rispetto ad altri fattori, come predisposizione genetica, sovrappeso, eccessivo apporto proteico, idratazione insufficiente (indipendentemente dal tipo di acqua). Alcune acque contengono sodio in quantità elevato, sono perlopiù le cosiddette "effervescenti naturali" con un gusto che viene perlopiù ritenuto gradevole, specie se assunte durante i pasti. Queste acque non sono indicate per un apporto elevato, come richiesto in molte situazioni di interesse urologico. L'ossalato non è normalmente contenuto nell'acqua, in parte è prodotto dall'organismo stesso, in parte arriva con gli alimenti di origine vegetale. In ogni caso l'alterazione non sta tanto nella dieta (tranne rarissimi eccessi) quanto piuttosto nell'assorbimento intestinale dell'ossalato stesso. Questo è frenato dalla contemporanea presenza intestinale di calcio. Proprio per questo motivo oggi non è più demonizzata come un tempo l'assunzione di cibi ad elevato contenuto di calcio e di acque a tenore calcico non infinitesimale. Al di là di questo vi possono essere altre problematiche di tipo chimico sulle quali noi non abbiamo competenza.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 04/02/2018.
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