Meccanica elementare della varicocelectomia

Vorrei portare all'attenzione dei signori medici una domanda, evidentemente ingenua per gli addetti al mestiere, ma particolarmente curiosa per i profani della materia come me, relativa alla meccanica basilare propria di ogni intervento di varicocelectomia (che si tratti di Palomo, Ivanisevvich, legatura alta, ecc). In altre parole, mi piacerebbe che venisse spiegato chiaramente, come la legatura o la sclerotizzazione di una vena prossima al plesso pampiniforme (se non facente parte del plesso stesso), possa correggere un problema di dilatazione dei vasi. Guardando una tavola anatomica è possibile osservare una arteria deferenziale che, suppongo, porta il sangue al testicolo dall'alto verso il basso. da qui il sangue di ritorno, quello povero di ossigeno, risale attraverso le vene del plesso pampiniforme e in condizioni patologiche, genera una dilatazione dello stesso allargando le pareti dei vasi che circondano il funicolo spermatico. Ora ciò che non riesco a capire è: una legatura a "nord" del varicocele vero e proprio, come può risolvere il problema del varicocele stesso? Si deve dedurre che l'interruzione dei vasi venosi in un certo punto, diminuendo l'estensione della vena, diminuisce al contempo la quantità di sangue che "può risalire" riducendo così la pressione sulle pareti delle vene. in sostanza il sangue arriva dall'arteria, irrora i tessuti, risale attraverso le vene ma interrompe la sua corsa laddove la varicocelectomia ha bloccato il passaggio. Il sangue continuerà a risalire per vene non varicose. In questo modo però, i vasi dilatati intorno al funicolo spermatico, continueranno ad essere dilatati, seppur in misura minore, ed eventualmente ad esercitare un'azione infiammatoria locale. La varicocelectomia sembra poter correggere solo il problema del reflusso. Chiedo scusa per ogni inesattezza da me detta e resto in attesa della cortese risposta di chi può spiegare con maggior competenza e chiarezza la dinamica di questo tipo di interventi chirurgici.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

i suoi dubbi "idraulici" vennero sostenuti negli anni '80-90 da alcuni specialisti che, proprio in virtu di tali presupposti proposero , per la terapia del varicocele, l'uso dei by-pass venosi, in microchirurgia, tra le vene del plesso pampiniforme tributarie della vena renale sinistra e il sistema venoso direttamente tributario del sistema iliaco. In Italia la Scuola di Genova e Trieste ne furono le paladine.
Il problema nella sua sostanza è: la terapia chirurgica deve eliminare il varicocele o deve eliminare i danni della spermatogenesi indotti-determinati-associati al varicocele ??
Oggi si propende a pensare che la cosa importante sia impedire il reflusso di sostanze ormonali di origine surrenalica.che esplicano effetti deleteri sul testicolo, meno importanza alla presenza o meno delle vene varicose dilatate che circondano il testicolo.
Spesso, per la meravigliosa capacità di adattamento dell'organismo, dopo interruzione del reflusso anche le dilatazioni varicose possono ridursi di volume
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Gentilissimo dottore, crede di potermi inviare, via posta elettronica, materiale più dettagliato riguardante le sopracitate "dinamiche idrauliche" della varicocelectomia. Non è di mio interesse il modus operandi di ogni singola tecnica chirurgica (il "come fare bene") quanto piuttosto la spiegazione elementare ma esaustiva, di cosa ci si aspetti dopo la legatura di una vena varicosa o direttamente collegata ad essa. Dalle sue parole mi sembra di aver capito, che la mia rappresentazione meccanica di una varicocelectomia, sia quella corretta (i bypass venosi sono un altro metodo per ottenere lo stesso risultato). Mi piacerebbe avere maggiori informazioni (anche a livello di schemi grafici) di cosa accada ai flussi plasmatici e ai vasi interessati, prima e dopo l'intervento.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

vada su www.medline.com e cerchi tutti i lavori su varicocele-vascular anomalies-surgical repair -venous reflux e si diletti a leggerli
cari saluti
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Dr. Raffaele Prudenzano Radiologo interventista, Radiologo, Angiologo 543 21
All'Utente.
Cerco di dare una spiegazione facile facile.
1) problema fondamentale: variazione termica = astenoteratozoospermia=infertilatà.
2) da cosa è causata la variazione termica??????
Sicuramente dal fatto che il sangue arriva bene con l'arteria testicolare ma torna verso il cuore destro molto male; perchè???
3) in sangue torna male verso il cuore perchè altro sangue "cade giù" in direzione opposta dalla vena renale (o dalla cava inferiore) attraverso la vena spermatica per incontinenza delle valvole (sfiancamento ortostatico).
4) come si risolve l'incontinenza delle valvole della vena spermatica?????
5) interrompendone il flusso abnorme proveniente dalla vena renale o dalla cava.
6) come si interrompe il flusso rendendo le valvole continenti??
7) Chiudendo la vena la vena (o le vene) spermatica!!
8) Dove va allora il sangue proveniente dal testicolo??
9) prende solo solo altre strade venose (by pass venosi spontanei) con conseguente decongestione venosa.
10) decongestione venosa=temperatura ottimale.
11) temperatura ottimale=possibile miglioramento del quadro spermiografico dopo 6-12 mesi.
Distinti saluti

DR Raffaele Prudenzano
Alta Prof. in Rad. Vasc. e Interv.UOC di Neuroradiologia H. V Fazzi Lecce

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Grazie mille. Spiegazione chiarissima.
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