Congestione prostatica: astinenza vs eccessiva stimolazione
Salve,
ringraziandovi anticipatamente e ben conscio che non si possono fare diagnosi a distanza, volevo esporre il mio caso per chiarire due dubbi.
In breve, da circa 3 anni curo ipertensione con reaptan 5/5. Il 7 Marzo, in un periodo di forte stress, alimentazione un po errata e brusco calo termico di 10-15 gradi in mezza giornata, ho una crisi ipertensiva che risolvo al pronto soccorso con lasix. 8 giorni dopo comincio ad avvertire un fastidio continuo alla punta del pene, a volte una sensazione di bagnato, e comunque uno stimolo continuo ad urinare; naturalmente non so se ci sia correlazione con l'episodio di sbalzo pressorio su esposto. Non ho perdite urinarie o sgocciolamenti post minzione, posso benissimo stare anche 5-6 ore senza urinare, non ho necessità di urinare la notte. Vado allora da un urologo che dopo ecografia mi dice trattasi di congestione prostatica dovuta essenzialmente a prolungati periodi di astinenza. Effettivamente causa stress lavorativo e, soprattutto, bambini piccoli che assorbono tutto il tempo e le energie la mia attività sessuale negli ultimi anni è stata molto rada. Come cura, prolungo a 14 giorni levofloxacina (che stavo già prendendo per la rimozione di un neo), topster supposte per 10 giorni e lenidase per 20 giorni. Il problema diminuisce, ma effettivamente diventa "quasi risolto" dopo un po di punture di Ketoprofene in seguito a un problema alla schiena causa partitella calcetto. Nel frattempo faccio analisi PSA che non riscontra problemi.
Successivamente cerco di evitare periodi di astinenza, cercando di "intensificare" i rapporti e, in alternativa, ricorrendo alla masturbazione, arrivando ad almeno una eiaculazione al giorno.
Ad inizio agosto, il problema riappare manifestandosi come un fastidio o bruciore alla parte interna del glande. Torno dall'urologo che in ecografia trova situazione invariata rispetto a Marzo e mi prescrive altro ciclo topster, deprox (appena iniziati) e pea prostil insieme a spermicoultura (da effettuare).
Le 2 questioni che voglio porre ( e che non ho chiesto all'urologo) sono:
1) il prodotto a base di Serenoa repens può farmi aumentare la pressione; da qualche parte trovo che la Serenoa repens può causare ipertensione. Quanto è vero ciò? Sinceramente ho un po di paura ad iniziare a prenderlo.
2) leggendo altro post https://www.medicitalia.it/consulti/urologia/420478-fastidio-alla-punta-del-pene.html vedo che un fastidio simile si ha nel caso di "congestione da eccessiva sollecitazione genitale". So bene che periodi di astinenza prolungata possono portare alla congestione, ma quanto è possibile che un eccessivo (diciamo quotidiano in alcuni periodi) ricorso alla masturbazione possa anch'esso provocare la congestione? Questo mi è nuovo e mi sorprende un po. Se fossi così, potrebbe essere che ho avuto prima una congestione prostatica a causa dell'astinenza e poi lo stesso problema per eccessivo uso?
Grazie mille in anticipo.
ringraziandovi anticipatamente e ben conscio che non si possono fare diagnosi a distanza, volevo esporre il mio caso per chiarire due dubbi.
In breve, da circa 3 anni curo ipertensione con reaptan 5/5. Il 7 Marzo, in un periodo di forte stress, alimentazione un po errata e brusco calo termico di 10-15 gradi in mezza giornata, ho una crisi ipertensiva che risolvo al pronto soccorso con lasix. 8 giorni dopo comincio ad avvertire un fastidio continuo alla punta del pene, a volte una sensazione di bagnato, e comunque uno stimolo continuo ad urinare; naturalmente non so se ci sia correlazione con l'episodio di sbalzo pressorio su esposto. Non ho perdite urinarie o sgocciolamenti post minzione, posso benissimo stare anche 5-6 ore senza urinare, non ho necessità di urinare la notte. Vado allora da un urologo che dopo ecografia mi dice trattasi di congestione prostatica dovuta essenzialmente a prolungati periodi di astinenza. Effettivamente causa stress lavorativo e, soprattutto, bambini piccoli che assorbono tutto il tempo e le energie la mia attività sessuale negli ultimi anni è stata molto rada. Come cura, prolungo a 14 giorni levofloxacina (che stavo già prendendo per la rimozione di un neo), topster supposte per 10 giorni e lenidase per 20 giorni. Il problema diminuisce, ma effettivamente diventa "quasi risolto" dopo un po di punture di Ketoprofene in seguito a un problema alla schiena causa partitella calcetto. Nel frattempo faccio analisi PSA che non riscontra problemi.
Successivamente cerco di evitare periodi di astinenza, cercando di "intensificare" i rapporti e, in alternativa, ricorrendo alla masturbazione, arrivando ad almeno una eiaculazione al giorno.
Ad inizio agosto, il problema riappare manifestandosi come un fastidio o bruciore alla parte interna del glande. Torno dall'urologo che in ecografia trova situazione invariata rispetto a Marzo e mi prescrive altro ciclo topster, deprox (appena iniziati) e pea prostil insieme a spermicoultura (da effettuare).
Le 2 questioni che voglio porre ( e che non ho chiesto all'urologo) sono:
1) il prodotto a base di Serenoa repens può farmi aumentare la pressione; da qualche parte trovo che la Serenoa repens può causare ipertensione. Quanto è vero ciò? Sinceramente ho un po di paura ad iniziare a prenderlo.
2) leggendo altro post https://www.medicitalia.it/consulti/urologia/420478-fastidio-alla-punta-del-pene.html vedo che un fastidio simile si ha nel caso di "congestione da eccessiva sollecitazione genitale". So bene che periodi di astinenza prolungata possono portare alla congestione, ma quanto è possibile che un eccessivo (diciamo quotidiano in alcuni periodi) ricorso alla masturbazione possa anch'esso provocare la congestione? Questo mi è nuovo e mi sorprende un po. Se fossi così, potrebbe essere che ho avuto prima una congestione prostatica a causa dell'astinenza e poi lo stesso problema per eccessivo uso?
Grazie mille in anticipo.
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Che l'estratto vegetale di palma nana porti ipertensione sinceramente ci torna nuovo, o comunque non è certo un effetto collaterale così frequente. D'altronde, la caratteristica saliente degli integratori alimentari è proprio l'assenza di effetti collaterali, cosa che fa in parte sopportare la loro variabile ed imprevedibile efficacia. In ogni caso è certamente lecito provare. In quanto all'influenza dell'attività sessuale sui sintomi prostatici, bisogna premettere che sotto questo punto di vista vi sia una estrema variabilità soggettiva. Il compromesso che lo specialista ritiene generalemhte proponibile è quello di 2-3 eiaculazioni la settimana, ma si tratta di un parametro basato più sul buon senso che sulle evidenze scientifiche. Da sconsigliare comunque sempre è invece il trattenere abitualmente l'eiaculazione (così come lo stimolo ad urinare) poichè questo può certamente indurre ristagno di sangue e congestione nel basso addome.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 16.4k visite dal 27/08/2017.
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