Ghiandole di cowper
Buongiorno,
vi scrivo la presente dopo un percorso che definirei da vero e proprio "Inferno".
Tutto è iniziato a gennaio quando, dopo un rapporto sessuale con mia moglie, ho avuto problemi ad urinare (dolori e minzione frequente). L'urinocoltura e la spermiocoltura risultarono negativi, comunque mi fu prescritto un ciclo di 10 giorni di Levoxacin che non sortì alcun effetto. Nei mesi successivi mi sono trascinato con forti bruciori dopo ogni eiaculazione (a distanza di qualche ora dal rapporto), bruciori ad urinare per diversi giorni successivi ad un rapporto, dolori al pene. Per farla breve ho avuto frequenti episodi (anche molto sofferenti) come quelli sopra descritto curati con vari cicli di antibiotici (ciproxin 1000, bactrim forte, Klacid, neurofuradamtin) che non hanno sortito grandi effetti. Ho ripetuto altre 3 volte gli esami di rito (urino e spermiocoltura) sempre negativi. Il mese scorso, dopo un rapporto, ho avuto una fortissima cistite con febbre altissima (39,8°) e così mi sono rivolto all'ospedale. Dopo un ricovero di una settimana in cui mi sono stati eseguiti esami di ogni tipo risultati tutti negativi (ecografie esterne e intrarettali, analisi del sangue, orinocoltura, cistoscopia, TAC con liquido di contrasto) e l'unica cosa che è stata riscontrata è stata una forte infiammazione ad una ghiandola di cowper con versamento di liquido che è stato prelevato attraverso una siringa, e fatto analizzare è risultato negativo per candida e per ricerca di batteri aerobi. Sono stato dimesso senza una cura visto che il primario ha detto che i problemi sono forse da collegare all'apparato intestinale che potrebbe influenzare tutto il resto perché secondo lui l'apparato urinario e riproduttivo è assolutamente nella norma tranne che per la ghiandola di cowper che comunque non giustifica i problemi di cui soffro.
Vi scrivo in preda allo sconforto, visto che da una vita sessuale e sociale normalissima e soddisfacente mi ritrovo in un incubo in cui avere un rapporto significa mettere in conto successivi giorni di sofferenza.
Sulla base delle informazioni di cui sopra, cosa mi suggerite?
vi scrivo la presente dopo un percorso che definirei da vero e proprio "Inferno".
Tutto è iniziato a gennaio quando, dopo un rapporto sessuale con mia moglie, ho avuto problemi ad urinare (dolori e minzione frequente). L'urinocoltura e la spermiocoltura risultarono negativi, comunque mi fu prescritto un ciclo di 10 giorni di Levoxacin che non sortì alcun effetto. Nei mesi successivi mi sono trascinato con forti bruciori dopo ogni eiaculazione (a distanza di qualche ora dal rapporto), bruciori ad urinare per diversi giorni successivi ad un rapporto, dolori al pene. Per farla breve ho avuto frequenti episodi (anche molto sofferenti) come quelli sopra descritto curati con vari cicli di antibiotici (ciproxin 1000, bactrim forte, Klacid, neurofuradamtin) che non hanno sortito grandi effetti. Ho ripetuto altre 3 volte gli esami di rito (urino e spermiocoltura) sempre negativi. Il mese scorso, dopo un rapporto, ho avuto una fortissima cistite con febbre altissima (39,8°) e così mi sono rivolto all'ospedale. Dopo un ricovero di una settimana in cui mi sono stati eseguiti esami di ogni tipo risultati tutti negativi (ecografie esterne e intrarettali, analisi del sangue, orinocoltura, cistoscopia, TAC con liquido di contrasto) e l'unica cosa che è stata riscontrata è stata una forte infiammazione ad una ghiandola di cowper con versamento di liquido che è stato prelevato attraverso una siringa, e fatto analizzare è risultato negativo per candida e per ricerca di batteri aerobi. Sono stato dimesso senza una cura visto che il primario ha detto che i problemi sono forse da collegare all'apparato intestinale che potrebbe influenzare tutto il resto perché secondo lui l'apparato urinario e riproduttivo è assolutamente nella norma tranne che per la ghiandola di cowper che comunque non giustifica i problemi di cui soffro.
Vi scrivo in preda allo sconforto, visto che da una vita sessuale e sociale normalissima e soddisfacente mi ritrovo in un incubo in cui avere un rapporto significa mettere in conto successivi giorni di sofferenza.
Sulla base delle informazioni di cui sopra, cosa mi suggerite?
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Lei ha omesso di meglio descriverci codesti disturbi intestinali che sono stati tirati in ballo dai nostri Colleghi. I disturbi intestinali sono molto legati a disturbi delle basse vie uro-genitali, a causa dell'estrema vicinanza anatomica. D'ogni modo, il suo ci pare un comune quadro di disturbi prostatici a causa non infettiva. E' tipica in questi casi la sosprendente negatività degli accertamenti, a fronte di una sintomatologia importante. La causa non è verosimilmente infettiva e le lunghe terapie antibiotiche rischiano di incidere negativamente sui suoi disturbi intestinali e sviluppare delle pericolose resistenze batteriche. Non vorremmo che l'episodio febbrile sporadico fosse appunto causato dall'emergere di un ceppo batterico particolarmente agguerrito.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Egregio Dottore,
la ringrazio per la tempestività nella risposta. Mi scuso per non aver riportato che durante questi mesi (ma non da subito) è insorta anche una sintomatologia a livello gastro intestinale che è stata indagata con una colonscopia e con una gastroscopia entrambe negative, da qui la diagnosi di sindrome del colon irritabile.
Secondo Lei come debbo comportarmi? Restare inerme nell'attesa che la situazione possa risolversi naturalmente come suggeritomi? Onestamente a me pare un voler alzare bandiera bianca..........
la ringrazio per la tempestività nella risposta. Mi scuso per non aver riportato che durante questi mesi (ma non da subito) è insorta anche una sintomatologia a livello gastro intestinale che è stata indagata con una colonscopia e con una gastroscopia entrambe negative, da qui la diagnosi di sindrome del colon irritabile.
Secondo Lei come debbo comportarmi? Restare inerme nell'attesa che la situazione possa risolversi naturalmente come suggeritomi? Onestamente a me pare un voler alzare bandiera bianca..........
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I disturbi prostatici a decorso prolungato, in assenza di evidenti alterazio agli accertamenti sono notoriamente un punto oscuro dell'urologia, poiché non esiste (ancora) una terapia di sicura efficacia. L'approccio è pertanto empirico ed ogni specialsita si regola in base alle sue abitudini I risultati sono però mediamente insufficienti. L'indirizzo della maggioranza dei consulenti di Medicitalia è contrario alle terapie antibitoch energiche e prolungate, soprattutto in un caso come il suo possono influire negativamente a livello intestinale. innescando un pericoloso circolo vizioso. Molta importanza viene invece assegnata allo stile di vita, che dovrebe essere indirizzato ad una sostanziale regolarità, nelle sue comuni espressioni di almentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale. Su questo sito, ma anche altrove, sono disponibili vaste trattazione di come questi scopi possano essere perseguiti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.5k visite dal 16/08/2017.
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