Esami da svolgere
Buongiorno. In data 11/06/2017 ho avuto un rapporto occasionale protetto e sono stato punto da insetti. La reazione allergica mi ha dato disturbi vari che lentamente stanno attenuandosi. Ciò che persiste e peggiora, invece, è l'insieme dei fastidi uretrali, iniziati a due settimane dal rapporto come semplice pollachiuria, ora come l'insieme di pienezza uretrale, pizzicore uretrale alla contrazione del muscolo pubococcigeo, occasionale secrezione trasparente e leggermente appiccicosa, spesso presente dopo masturbazione (non so se siano residui di sperma non emessi); prurito su prepuzio e scroto. Visitato da un urologo a due settimane dal rapporto, ho effettuato tamponi uretrali per clamidia, trichomonas, miceti e micoplasmi, oltre che esami urine e urinocoltura. Tutto negativo secondo il laboratorio cui mi sono rivolto. Consultati i referti, l'urologo ha sostenuto di non sapere a cosa fossero dovuti i disturbi, lasciandomi così. Inoltre, non ho ancora capito perché non ha inserito la gonorrea nella ricerca del tampone! A effettuare il tampone, sono stati abbastanza violenti e mi hanno provocato parecchio dolore, al momento e per i quattro giorni successivi. Mi sono rivolto così a un altro urologo. Innanzi tutto, la mia prostata è piccola, pastosa e dolorabile. Mi riferisce che il tampone potrebbe aver provocato lesioni che abbiano favorito l'ingresso di ulteriori batteri. Mi dice anche che i laboratori esterni non sono affidabili e mi consiglia di effettuare questi esami presso una struttura ospedaliera: esame urine e urinocoltura; uroflussometria; spermiocoltura; ecografia renale e vescicale. Mi ha prescritto terapia: isocef 400 1 cpr/gg per 12 gg; vitgase 2 cpr/gg per 30 gg; xatral 1 cpr/gg da non sospendere. Un terzo urologo mi dice che bisogna ripetere tutti i tamponi...
Allora... Io mi sto spazientendo. Sto spendendo tutti i miei soldi in visite da specialisti che giocano con la mia salute, sottoponendomi a esami invasivi che, oltre a causarmi dolore, potrebbero addirittura aver peggiorato la situazione! Ora ne ho avuto veramente abbastanza. Ho capito che nessuno è affidabile e che devo fare un po' il medico di me stesso. Alla luce di questo, vi chiedo:
- oltre agli esami prescrittimi, a quali altri potrei sottopormi?
- è possibile che il tampone abbia procurato lesioni che cicatrizzandosi stiano provocando una stenosi?
- è proprio necessario ripetere i tamponi, con il rischio che danneggino ancora di più la mucosa uretrale?
- perché è stata esclusa a prescindere la gonorrea? Non ho uno scolo abbondante come da sintomatologia ordinaria, ma non vuol dire nulla!
Mi sono stancato di lasciarmi trasportare da teorie e inutili metodi di lavoro di specialisti che non risolvono nulla. A due mesi dalla comparsa dei sintomi NON HO RISOLTO NULLA E MI SONO SOLO PROVOCATO ALTRI DANNI. NE HO ABBASTANZA.
Allora... Io mi sto spazientendo. Sto spendendo tutti i miei soldi in visite da specialisti che giocano con la mia salute, sottoponendomi a esami invasivi che, oltre a causarmi dolore, potrebbero addirittura aver peggiorato la situazione! Ora ne ho avuto veramente abbastanza. Ho capito che nessuno è affidabile e che devo fare un po' il medico di me stesso. Alla luce di questo, vi chiedo:
- oltre agli esami prescrittimi, a quali altri potrei sottopormi?
- è possibile che il tampone abbia procurato lesioni che cicatrizzandosi stiano provocando una stenosi?
- è proprio necessario ripetere i tamponi, con il rischio che danneggino ancora di più la mucosa uretrale?
- perché è stata esclusa a prescindere la gonorrea? Non ho uno scolo abbondante come da sintomatologia ordinaria, ma non vuol dire nulla!
Mi sono stancato di lasciarmi trasportare da teorie e inutili metodi di lavoro di specialisti che non risolvono nulla. A due mesi dalla comparsa dei sintomi NON HO RISOLTO NULLA E MI SONO SOLO PROVOCATO ALTRI DANNI. NE HO ABBASTANZA.
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Sia la automedicazione che il pellegrinaggio da specialisti diversi certamente non sono una buona strategia. Nessuno di noi conosce il segreto per farla guarire del tutto e rapidamente, se si vuole sperare di ottenere un risultato è indispensabile affidarsi ad un nostro Collega con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia. In queste situazioni è noto quanto difficilmente il primo approccio terapeutico possa essere risolutivo, ma non per questo bisogna arrendersi troppo presto. La valutazione diretta è essenziale e inevitabile, noi a distanza posiamo unicamente esprimere alcune considerazioni. Innanzi tutto, se il rapporto "occasionale" è stato veramente protetto (?) si possono ragionevolmente escludere tutte le ipotesi relative ad un'infezione sessualmente trasmessa. I suoi disturbi ci paiono a dire il vero quelli classici di una prostatite subacuta del giovane, non comprendiamo molto tutta questa veemente caccia al batterio, ma a distanza qualcosa di lei ci può sfuggire.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 13/08/2017.
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