Legame tra prostatite e alti valori del PSA
Buongiorno.
Vi scrivo per sottoporvi alcune questioni a proposito dello stato di salute di mio padre, un uomo di 62 anni, a cui dal 2012 sono stati riscontrati, attraverso gli esami del sangue, dei valori del PSA più alti del dovuto. L'oscillazione si è mantenuta indicativamente tra il 5 e il 6 (ultimi esiti: 8 novembre 2016: 6,06 e 11 gennaio 2017: 5,63). A fronte di questi risultati, si è sottoposto a varie visite urologiche, ecografie addominali e transrettali e a una biopsia (11 giugno 2014), che hanno di volta in volta escluso il rischio del tumore.
Il giorno 5 giugno di quest'anno ha iniziato ad accusare dolori nella minzione e un innalzamento della temperatura corporea fino a 39,5 gradi. La dottoressa di base, contattata telefonicamente, ha diagnosticato (pur senza visitarlo materialmente) una prostatite, per combattere la quale è stata prescritta la somministrazione di Ciproxin 1000 gr per 5 giorni, due volte al dì. La febbre ha continuato a mantenersi a valori alti (oltre i 38 gradi) per 4 giorni, per poi scendere alla normalità il 10 giugno, cioè dopo cinque giorni, momento dal quale sono scomparsi anche gli altri sintomi dell'infezione.
Per lo scorso lunedì 21 giugno erano già stati programmati gli esami del sangue, che mio padre ha eseguito, ricavando un valore del PSA di 13,2, quindi in concreta discontinuità con le precedenti attestazioni. La coltura urologica ha altresì dato esito negativo, mentre a livello dell'esame chimico fisico dell'urina l'unico valore fuori norma è risultato essere quello del rapporto proteine-creatinina. In particolare, si è rilevata una bassa concentrazione di creatinina e «si consiglia di ripetere il campione».
A fronte di questi risultati, la dottoressa ha consigliato di ripetere gli esami tra una settimana, ovvero giovedì 29 giugno. Nel frattempo, tuttavia, mio padre, proseguendo nell'iter di costante monitoraggio della prostata al quale si attiene ormai da 5 anni, aveva programmato un'ecografia addominale per il giorno 26 giugno (lunedì prossimo), e una visita urologica il 3 luglio.
In base alla suddetta anamnesi, vi pongo le seguenti domande:
1) È affidabile la diagnosi di "prostatite" eseguita in prima istanza (e telefonicamente) dalla dottoressa di base, nonché, di conseguenza, è da ritenersi efficace la cura prescritta?
2) Un'infezione urinaria può falsare così tanto i valori del PSA? E soprattutto: entro quali tempistiche si può sperare di avere degli esami che fotografino la situazione effettiva della prostata, in seguito a un'infezione?
3) Un'infezione urinaria può aumentare la grandezza della prostata? E dunque alterare anche l'esito dell'ecografia?
4) Vale la pena ripetere gli esami del sangue dopo l'ecografia, o anche quest'ultima potrebbe essere causa di distorsione dei valori del PSA?
5) Come dobbiamo interpretare la discrepanza tra urocultura (negativa) e un picco così alto di PSA?
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e la preziosa disponibilità, porgo saluti cordiali,
Silvia
Vi scrivo per sottoporvi alcune questioni a proposito dello stato di salute di mio padre, un uomo di 62 anni, a cui dal 2012 sono stati riscontrati, attraverso gli esami del sangue, dei valori del PSA più alti del dovuto. L'oscillazione si è mantenuta indicativamente tra il 5 e il 6 (ultimi esiti: 8 novembre 2016: 6,06 e 11 gennaio 2017: 5,63). A fronte di questi risultati, si è sottoposto a varie visite urologiche, ecografie addominali e transrettali e a una biopsia (11 giugno 2014), che hanno di volta in volta escluso il rischio del tumore.
Il giorno 5 giugno di quest'anno ha iniziato ad accusare dolori nella minzione e un innalzamento della temperatura corporea fino a 39,5 gradi. La dottoressa di base, contattata telefonicamente, ha diagnosticato (pur senza visitarlo materialmente) una prostatite, per combattere la quale è stata prescritta la somministrazione di Ciproxin 1000 gr per 5 giorni, due volte al dì. La febbre ha continuato a mantenersi a valori alti (oltre i 38 gradi) per 4 giorni, per poi scendere alla normalità il 10 giugno, cioè dopo cinque giorni, momento dal quale sono scomparsi anche gli altri sintomi dell'infezione.
Per lo scorso lunedì 21 giugno erano già stati programmati gli esami del sangue, che mio padre ha eseguito, ricavando un valore del PSA di 13,2, quindi in concreta discontinuità con le precedenti attestazioni. La coltura urologica ha altresì dato esito negativo, mentre a livello dell'esame chimico fisico dell'urina l'unico valore fuori norma è risultato essere quello del rapporto proteine-creatinina. In particolare, si è rilevata una bassa concentrazione di creatinina e «si consiglia di ripetere il campione».
A fronte di questi risultati, la dottoressa ha consigliato di ripetere gli esami tra una settimana, ovvero giovedì 29 giugno. Nel frattempo, tuttavia, mio padre, proseguendo nell'iter di costante monitoraggio della prostata al quale si attiene ormai da 5 anni, aveva programmato un'ecografia addominale per il giorno 26 giugno (lunedì prossimo), e una visita urologica il 3 luglio.
In base alla suddetta anamnesi, vi pongo le seguenti domande:
1) È affidabile la diagnosi di "prostatite" eseguita in prima istanza (e telefonicamente) dalla dottoressa di base, nonché, di conseguenza, è da ritenersi efficace la cura prescritta?
2) Un'infezione urinaria può falsare così tanto i valori del PSA? E soprattutto: entro quali tempistiche si può sperare di avere degli esami che fotografino la situazione effettiva della prostata, in seguito a un'infezione?
3) Un'infezione urinaria può aumentare la grandezza della prostata? E dunque alterare anche l'esito dell'ecografia?
4) Vale la pena ripetere gli esami del sangue dopo l'ecografia, o anche quest'ultima potrebbe essere causa di distorsione dei valori del PSA?
5) Come dobbiamo interpretare la discrepanza tra urocultura (negativa) e un picco così alto di PSA?
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e la preziosa disponibilità, porgo saluti cordiali,
Silvia
[#1]
Gent.le utente,
provo a rispondere ai suoi numerosi interrogativi.
1) assolutamente qs sito non ha come regola di non sostituirsi ad una visita reale e cmq tantopiu di interferire su diagnosi o terapie di colleghi.
2)L'antigene specifico prostatico e' prodotto da una prostata normale , non e' un marker e cresce in caso di infiammazione prostatica op delle vie urinarie
3) La congestione e l'edema possono aumentare il volume prostatico ma non al punto di trasformare una piccola prostata in una grande prostata.
4) L'esame urine e l'urinocoltura possono essere negative in caso di prostatite in quanto l'infezione può essere localizzata solo a livello prostatico senza la complicanza della infezione delle vie urinarie
Infine febbre e precedenti fastidi fanno pensare soprattutto ad una infiammazione prostatica in quanto la neoplasia si mostra solo con la sintomatologia delle eventuali metastasi.
Cordiali saluti
provo a rispondere ai suoi numerosi interrogativi.
1) assolutamente qs sito non ha come regola di non sostituirsi ad una visita reale e cmq tantopiu di interferire su diagnosi o terapie di colleghi.
2)L'antigene specifico prostatico e' prodotto da una prostata normale , non e' un marker e cresce in caso di infiammazione prostatica op delle vie urinarie
3) La congestione e l'edema possono aumentare il volume prostatico ma non al punto di trasformare una piccola prostata in una grande prostata.
4) L'esame urine e l'urinocoltura possono essere negative in caso di prostatite in quanto l'infezione può essere localizzata solo a livello prostatico senza la complicanza della infezione delle vie urinarie
Infine febbre e precedenti fastidi fanno pensare soprattutto ad una infiammazione prostatica in quanto la neoplasia si mostra solo con la sintomatologia delle eventuali metastasi.
Cordiali saluti
Dott.Roberto Mallus
[#2]
Utente
Buonasera,
La ringrazio molto della risposta. Mi permetto di porle un'ulteriore quesito: entro quanto tempo i valori del PSA non dovrebbero più essere influenzati dall'infezione urinaria? Ovvero: se mio padre rifa la prossima settimana gli esami del sangue, possiamo attenderci dei valori ristabiliti del PSA come in condizioni normali, oppure su di essi peserà ancora l'infiammazione di due settimane fa?
Ancora grazie e buona serata,
Silvia
La ringrazio molto della risposta. Mi permetto di porle un'ulteriore quesito: entro quanto tempo i valori del PSA non dovrebbero più essere influenzati dall'infezione urinaria? Ovvero: se mio padre rifa la prossima settimana gli esami del sangue, possiamo attenderci dei valori ristabiliti del PSA come in condizioni normali, oppure su di essi peserà ancora l'infiammazione di due settimane fa?
Ancora grazie e buona serata,
Silvia
[#3]
di solito recidiva una prostatite cronica con valori alternanti di PSA ma qs non e' il problema.Il vero problema che il PSA non sarà piu affidabile per aiutare a diagnosticare eventuali patologie neoplastiche prostatiche, pur non avendo alcun aumento di incidenza della stessa.
[#4]
Utente
Buongiorno. Quindi mi sta dicendo che mio padre ha una prostatite cronica e che per questo motivo i valori del PSA non saranno più affidabili per un'eventuale diagnosi tumorale? Perché nessuno finora ha diagnosticato a mio padre una prostatite cronica. Mi scusi per il reiterato disturbo, ma non sono sicura di afferrare il senso del suo messaggio.
Silvia
Silvia
[#6]
Utente
Scusi se mi permetto, ma non credo che la sua diagnosi trovi riscontro nelle effettive condizioni di salute di mio padre. Egli non rileva infatti alcun sintomo di prostatite cronica (cosa che peraltro né il medico di base né l'urologo, come le dicevo, hanno mai ipotizzato). Ha accusato febbre e dolori nella minzione esclusivamente per 5 giorni, nel corso dell'ultimo mese. Al di là dei valori del PSA, tutti gli altri segnali dell'infezione sono scomparsi in meno di una settimana.
Silvia
Silvia
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 8.3k visite dal 22/06/2017.
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