Recidiva dopo prostatectomia
Buongiorno,
mio padre 73 anni , ha effettuato nel 2009 un intervento di prostatetctomia radicale (Gleason score 4+3), dopo pochi mesi il psa, da indosabile ha cominciato a salire molto lentamente, sino ad arrivare ad oggi (dopo 8 anni) ad un valore di 1.37.
In questi anni ha effettuato numerose RM e Pet con colina, sempre negative; anche l'ultimo esame effettuato (PET-PSMA) è risultato negativo.
Ora l'urologo che lo segue ha proposto una nuova misurazione del PSA ed una nuova PET tra 4 mesi e ha prospettato una terapia ormonale.
L'idea di intraprendere una terapia con effetti collaterali ( con lo spettro di una ormono-resistenza...) ci spaventa, anche a fronte dei numerosi farmaci che attualmente assume in quanto trapiantato di fegato.
La mia domanda è questa: era più opportuno effettuare una radioterapia precoce di salvataggio quando ancora i valori erano più bassi e scongiurare forse una terapia medica? il consiglio che ci era stato dato era di aspettare di localizzare la recidiva e mirare a quella ad alte dosi radianti...
Grazie per la cortese risposta
mio padre 73 anni , ha effettuato nel 2009 un intervento di prostatetctomia radicale (Gleason score 4+3), dopo pochi mesi il psa, da indosabile ha cominciato a salire molto lentamente, sino ad arrivare ad oggi (dopo 8 anni) ad un valore di 1.37.
In questi anni ha effettuato numerose RM e Pet con colina, sempre negative; anche l'ultimo esame effettuato (PET-PSMA) è risultato negativo.
Ora l'urologo che lo segue ha proposto una nuova misurazione del PSA ed una nuova PET tra 4 mesi e ha prospettato una terapia ormonale.
L'idea di intraprendere una terapia con effetti collaterali ( con lo spettro di una ormono-resistenza...) ci spaventa, anche a fronte dei numerosi farmaci che attualmente assume in quanto trapiantato di fegato.
La mia domanda è questa: era più opportuno effettuare una radioterapia precoce di salvataggio quando ancora i valori erano più bassi e scongiurare forse una terapia medica? il consiglio che ci era stato dato era di aspettare di localizzare la recidiva e mirare a quella ad alte dosi radianti...
Grazie per la cortese risposta
[#1]
Il valore assoluto del PSA è ancora comunque abbastanza basso, e ad 8 anni di distanza dall'intervento ci fa pensare che se davvero vi sono delle cellule tumorali da queste parti, non si deve trattare di una manifestazione particolarmente aggressiva. Gli accertamenti oggi a nostra disposizione quasi mai sono in grado di evidenziare la presenza e la posizione della eventuale riecidiva. Qualcosa di più potrebbe dire la nuova PET-PSMA, disponibile per ora solo in pochissimi centri. Non conoscendo il bersaglio, se si vuol fare comunque qualcosa "si spara nel mucchio" affrontando però gli effetti collaterali, non sottovalutabili, delle terapie adiuvanti. Un tempo i radioterapisti erano più disponibili a terapie di questo tipo, ora un po' meno, appunto in base ad un bilancio tra i pro- ed i contro- del trattamento. Parimenti, iniziare una terapia ormonale per qualcosa che materialmente non si evidenzia, pare comunque eccessivo. La valutazione è quindi complessa e basata su fattori anche non propriamente di ordine medico, come la sua propensione o meno a sottoporsi a cure impegnative e di efficacia non così evidente.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 07/04/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.