Chiarimenti sulla prostatite cronica

Buongiorno cari dottori,
sono un ragazzo di 26 anni che da 3 e mezzo soffre di prostatite cronica abatterica.. Manco a dirlo, ho eseguito le cure più disparate, preso antiinfiammatori, integratori, stile di vita sano e tutto quanto potessi fare, senza ottenere mai risultati significativi. I disturbi vanno e vengono e ormai mi sono rassegnato, perchè ho capito fin troppo bene che la prostatite è uno degli enigmi dell'urologia moderna su cui al momento non c'è cura efficace, e quindi me la dovrò tenere a vita.
Detto questo, avrei diverse domande da porre (che gli urologi al quale mi sono rivolto non hanno saputo rispondere in maniera chiara) per capire cosa posso aspettarmi in futuro con questa patologia cronica. In ordine:

1) La prostatite può favorire l'insorgere del cancro?
Si, voi urologi ribadite sempre che al momento non esiste una correlazione significativa e certa tra prostatite e tumore. Però è noto in medicina (e anche il mio libro universitario di Patologia Cellulare lo afferma) che l'infiammazione cronica è un forte predisponente per lo sviluppo di tumori. Dunque, dove sta la verità?

2) La prostatite cronica può favorire l'insorgere dell'iperplasia prostatica benigna che si verifica nell'anziano?

3) La prostatite cronica, mantenuta negli anni, può col tempo causare danni alla vescica o ad altri organi, tipo sclerosi del collo vescicale, stenosi, uretriti o altre cose?

4) Secondo la vostra esperienza e gli innumerevoli casi che vi siete trovati di fronte, i sintomi di una prostatite cronica col passare degli anni sono destinati inevitabilmente e ciclicamente a peggiorare, oppure arriverà un momento dove si stabilizzano, o addirittura possono migliorare?

5) Che voi sappiate, esistono al momento nel mondo delle ricerche su questa patologia, cosi diffusa e invalidante, e allo stesso tempo cosi poco capita? Sarebbe di grande conforto per un ragazzo che ne soffre avere quantomeno la speranza in futuro di avere dei farmaci specifici o delle terapie efficaci per questa invalidante sindrome.

Capisco che queste domande possano essere da 1 milione di euro, e inoltre le situazioni possano variare da caso a caso, però vi prego di rispondere in tutta sincerità secondo le vostre conoscenze, considerando sopratutto la situazione di un ragazzo pieno di dubbie e paure in quanto destinato a convivere con questi problemi (certo, sempre meno gravi di altre patologie ci mancherebbe, ma comunque invalidanti) per il resto della sua vita.
Vi ringrazio delle eventuali risposte.
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Andrologo, Chirurgo generale, Urologo attivo dal 2016 al 2018
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Per quanto ampio sia ancora il dibattito scientifico tra le condizioni prostatiche e lo sviluppo delle patologie successive (adenoma o IPB e cancro prostatico, le sclerosi uretrali prostatiche, le disfunzioni del collo vescicale e le disfertilità e disfunzione erettile, non ultime o meglio le prime per soggetti giovani), gli studi statistici, clinici e biomolecolari dimostrano sempre più il legame tra un persistente stato infiammatorio e lo sviluppo di tali patologie. Ovvio poi che siano anche altri i fattori concorrenti che possono determinare la rapidità, la consistenza e l'epoca di sviluppo di esse. Così come possono incidere i tipi di terapie attivate nel corso del tempo, l'aderenza ad esse, lo stile di vita pregresso e incorso e successivo alle terapie. Il problema maggiore è che di prostatite troppo spesso ci si occupa molto dopo la loro costituzione, ovvero spesso quando sintomi minzionali importanti o quando hanno generato disfertilità scoperte tardivamente. Nella utile valutazione e terapia spesso manca la precocità di diagnosi, la utile terapia riequilibrante e la stabilità di un buon stile di vita. Frequentemente ci si limita a cercare di risolvere i sintomi minzionali o le presenze batteriche, poco agendo sulle cause che possono essere anche extragenitali (metabolismo, nutrizione, immunità, equilibri endocrini). Infine spesso manca la cultura maschile della prevenzione e quindi si affronta la questione quando dà luogo a sintomi non più trascurabili. Io credo che di prostatite e d congestione infiammatoria pelvico-prostatica si possa guarire e stabilmente, ma occorre agire sempre più in sede preventiva e quando si arrivi al problema allora si debba definire sempre con cura la situazione nei suoi diversi aspetti per attivare il percorso terapeutico e post-terapeutico utile.
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