Stenosi del giunto già operata

Buonasera, alla nascita mi hanno riscontrato una pielectasia destra, successivamente monitorata con ecografie, scintigrafie e cistografie.
Nel 2005, all'età di 8 anni, vi era un modesto incremento di diametro della pielectasia compatibile con stenosi del giunto pielo-ureterale e così i medici hanno deciso di intervenire con un intervento chirurgico di pieloplastica.
Dopo un paio di anni di controlli mi hanno confermato che l'intervento era pienamente riuscito e che non era più opportuno fare controlli, spiegandomi che sarebbe sempre rimasta una leggera dilatazione al rene destro.
Per precauzione ho continuato a fare una ecografia annuale, perché avvertivo dei dolori ai reni soprattutto nei mesi freddi, ma oltre alla leggera dilatazione era tutto nella norma.
Un mese fa, però, mi sono venute forti coliche renali e una volta giunta al pronto soccorso dall'ecografia hanno riscontrato una dilatazione eccessiva del rene destro confermata dalla TAC con contrasto dovuta ad una idronefrosi.
Con controllo approfondito mi hanno spiegato che la cicatrice interna dell'intervento sta restringendo nuovamente l'uretere provocandomi di nuovo tutti i sintomi che ho avuto da bambina.
In più, si nota che vi è un principio di idronefrosi anche nel rene sinistro dovuto probabilmente ad un vaso sanguigno.
Dopo una settimana in osservazione in ospedale hanno deciso di mettere uno stent ureterale a destra per togliere il dolore delle coliche, aiutare il rene a svuotarsi e provare a bloccare il restringimento della cicatrice.
Tra due giorni andrò a togliere il tutore, ma i dottori mi hanno detto che probabilmente fra qualche mese dovrò fare nuovamente lo stesso intervento anche se loro stessi non sembravano molto convinti(il taglio del primo intervento non è più utilizzabile e toccare un punto già operato mi hanno detto non è semplicissimo), infatti stavano valutando alternative come l'inserimento di un "palloncino" bucato da entrambe le parti da mettere nel punto della cicatrice per non restringere ancora l'uretere.
Perciò volevo chiedere se fosse possibile un'alternativa all'intervento o possono esistere soluzioni diverse e se mi devo preoccupare anche del rene sinistro nonostante i medici fossero concentrati esclusivamente sul destro.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
Oggigiorno gli interventi sul giunto pielo-ureterale vengono eseguiti perlopiù in laparoscopia. Nel caso di re-interventi si può anche pensre a soluzioni endoscopiche (sezione laser) oppure all'inserimento di una protesi settoriale che interessi solo il punto ristretto. La decisione è molto varialbile in base alla realtà della situazione locale, che noi non possiamo conoscere nel dovuto dettaglio. A distanza è difficile dire molto di più.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
L'altro giorno ho eseguito un'ecografia su consiglio dell'urologo che mi ha seguito da bambina e a destra si osserva dilatazione delle cavità calcio-pieliche e del III prossimale dell'uretere con diametro di circa 6 mm, che determina una marginale riduzione dello spessore della corticale.
Secondo lei è consigliabile eseguire una scintigrafia o basarsi solo sull'esito della TAC ed ecografia? E cosa ne pensa di questa dilatazione?
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
In questi casi la dilatazione è perlopiù "cronica", ovvero non tende a peggiorare nel tempo. Molto dipende dalla presenza, frequenza ed entità di eventuali disturbi. Dirimente è l'esecuzione di una endoscopia (uretero-renoscopia flessibile) in cui si valuti direttamente la presenza e l'entità di eventuali restringimenti recidivi dell'uretere. Nella nostra esperienza, nella maggioranza dei casi si trova una via libera, al limite un po' tortuosa. Pertanto, prima di dare indicazioni operative di qualsiasi tipo è opportuno arrivare ad una diagnosi inequivocabile.