Dolore pelvico

Buongiorno,
Vorrei chiedere un Vs parere medico per mio marito, che ha 37 anni. Da ottobre 2016 ha cominciato ad avvertire un dolore alla base del pene continuo ed avvertiva la prostata gonfia. La nostra dottoressa di base gli ha diagnosticato un'infezione alle vie urinarie e gli ha prescritto le analisi del sangue e delle urine (vanno bene) e un antibiotico per le infezioni di questo tipo prima per 5 giorni, poi per altri 5 perché non stava ancora bene. All'ottavo giorno di antibiotico siamo andati da un Urologo, che, dopo la visita, gli ha diagnosticato una prostatite acuta. Gli ha prescritto il Topster da fare 10 giorni al mese per 3 mesi e l'integratore Cernilen a base di Serenoa per 3 mesi. Dopo una settimana gli sembrava di peggiorare e dato che l'urologo non ha voluto rivederlo, considerando normale la situazione, siamo andati da un altro Urologo, che gli ha prescritto un altro antibiotico (Augmentin) per 10 giorni e il cortisone per 15. Prima di iniziare l'antibiotico ha effettuato un'urinocoltura, che non ha rivelato niente di strano. Alla fine della cura stava meglio, nonostante il dolore alla base del pene era sempre presente, anche se alcuni giorni migliorava. Ha fatto un'ecografia all'addome completo e il dottore gli ha trovato delle calcificazioni parauretrali, a detta sua non preoccupanti. L'ecografia all'addome, mio marito l'aveva fatta anche 2 anni e mezzo fa e queste calcificazioni non c'erano.
(Dato che lavora nell'agricoltura, soprattutto ultimamente è costretto a fare molti sforzi fisici. Inoltre, è spesso sul trattore e quindi sottoposto a vibrazioni continue. Nel periodo degli antibiotici è stato costretto a stare a casa per 2 mesi, perché non riusciva nemmeno a camminare.)
Mio marito soffre anche di colite, colon irritabile e gastrite. Nel corso di questi mesi ha sempre preso i fermenti lattici e nel periodo degli antibiotici anche un protettore gastrico.
Nell'ultima settimana, nonostante continui a prendere i fermenti, ha avuto gastrite e diarrea. Inoltre, i miglioramenti che aveva fatto, sembra si stiano annullando e si stia reinfiammando. Il dolore alla base del pene, che in questi mesi non lo ha mai abbandonato, si sta facendo ogni giorno sempre più insistente e gli sembra che la prostata si stia rigonfiando.
Nessun Urologo gli ha dato una spiegazione precisa a questo costante e fastidioso dolore pelvico e mio marito, essendo anche molto emotivo, è davvero preoccupato.
Che esami dovrebbe fare? Che soluzione potrebbe esserci?
Grazie per l'attenzione. Restiamo in attesa di una cordialissima risposta.
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Andrologo, Chirurgo generale, Urologo attivo dal 2016 al 2018
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Non si comprende il razionale di tutti quegli antibiotici in assenza di una dimostrata presenza batterica in una coltura del secreto prostatico (mi sembra non fatta) e nelle urine (fatta con esito negativo), insieme al cortisone, che invece andrebbe impiegato con molta prudenza e solo se strettamente necessario, e alla serenoa che alla età di suo marito non va impiegata in quanto è un antiandrogeno e finisce per squilibrare la funzione androgenica necessaria alle riparazioni. Che fosse una prostatite o meglio una forte congestione infiammatoria pelvico-prostatica, correlata alla disfunzione intestinale diffusa che sostiene uno squilibrio di fondo importante, è ben evidente. Il quadro andrà affrotnato per bene in sede diagnostica con un buon andrologo che definisca tutte le ragioni della congestione infiammatoria pelvico-prostatica, le correli al quadro intestinale (che va equilibrato opportunamente) e allo stato stressogeno. Gli esami riguarderanno le componenti genitali e la loro funzione (compresa quella spermatica), lo stato metabolico-ossidativo e immuno-endocrino. Poi si potrà attivare una adeguata terapia di medio periodo a carattere riequilibrante e ricostitutivo.
[#2]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
cara signora ,

che suo marito sia colpito da quella che viene definita sindrome dolorosa pelvica sembrrebbe evidente
antibiotici se non sono evidente alle urinocolture e spermicocolture germi patogeni, sono inutili
antinfiammatori locali (supposte, o generali sono utili,
una terapia con farmaci a base di serenoa repens mi sembra opportuna (non sono d'accordo con gli effetti antiandrogeni di tali farmaci) dieta equilibrata, riduzione dell'alcool, attività motoria e una buona dose di pazienza sono opportuni
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio davvero tanto entrambi per aver risposto prontamente!
Quindi da quel che ho capito si consiglia spermio coltura.. nello specifico quali altri esami sarebbero necessari?
[#4]
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo attivo dal 2016 al 2018
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Per la verifica della presenza batterica prostatica l'esame più indicativo è la coltura del secreto prostatico estratto al meato uretrale, comunque eseguibile ad almeno un mese di distanza dalla assunzione di antibiotici. Tuttavia tutta la questione non va centrata sulla presenza o meno dei batteri che può anche essere accidentale e non significativa (se un organo è debole è facile che batteri vi siano reperibili), ma sulle condizioni alla base della congestione infiammatoria che, come detto, ha basi funzionali e strutturali genitali associate a condizioni metabolico-ossidative, stressogene, immuno-endocrine. Tutto ciò va valutato con adeguata contestualità e completezza. Nel frattempo trovare il rilassamento e un buon equilibrio nutrizionale, buona attività fisica, è assolutamente fondamentale sia ora che per il resto della terapia e della vita.
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Utente
Utente
La ringrazio nuovamente per il tempo dedicatoci e la disponibilità immediata. Seguiremo i Suoi consigli, sperando di incontrare un bravo Dottore come Lei.
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Utente
Utente
Buongiorno,
Mio marito, a 6 mesi dall'inizio dei suoi disturbi, da circa un mese sta facendo una nuova terapia; xhatral, serenoa e fermenti lattici (senza particolari miglioramenti). Ha appena concluso un ciclo di 10 giorni di Topster (un po' lo aiuta). La settimana scorsa ha fatto anche il Test di Stamey e oggi abbiamo avuto i risultati: è positivo a haemophilus parainfluenzae in urina pre-massaggio (uretrale: 100000 CFU/ml e vescicale: 10000 CFU/ml) e post massaggio (1000 CFU/ml).
Ora l'urologa che lo segue gli ha prescritto un antibiotico tra quelli ritenuti efficaci dall'antibiogramma per 10 giorni. Il mio dubbio è: è possibile che anche io abbia questo batterio pur non avendo sintomi? È contagioso? Devo fare accertamenti?
Altra domanda: come potrebbe aver preso questo batterio?
Grazie.
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