Paruresis/vescica timida/urofobia
Buongiorno,
sono un ragazzo di 27 anni, fin dai tempi della scuola soffro di un disturbo psicologico chiamato paruresis.
Questa fobia mi impedisce di urinare in certe situazioni per me considerate "difficili" ad esempio gli orinatoi a muro, oppure anche quando sono in una toilette con porta che si può chiudere ma ho qualcuno che mi mette fretta (ad esempio se c'è fila ad aspettare fuori dalla porta della toilette, oppure se ho poco tempo a disposizione). Ho verificato con un medico urologo di non avere nessun problema di tipo fisico, sono infatti stato sottoposto a tutti gli esami di accertamento e alla fine anche l'urologo mi ha confermato che si tratta solo di un problema psicologico e mi ha rimandato da uno psicologo. Ora sono in cura da uno psicologo ormai da oltre un'anno, la situazione devo dire che è migliorata ma non completamente, infatti non riesco ancora ad urinare durante l'orario di lavoro perché ho a disposizione delle pause brevi per urinare (5 minuti di orologio) e questo mi crea ansia e vado in blocco, riesco invece ad urinare durante la pausa pranzo perché avendo a disposizione 1 ora di tempo, la prendo con più calma e senza ansia e infatti riesco. Dato che penso di aver fatto tutto il possibile per cercare di risolvere il problema, ma a parte un discreto miglioramento non ho risolto del tutto e visto che a lavoro ci devo andare per forza, come posso fare per gestire questo problema in ufficio? Meglio trattenerla fino alla pausa pranzo o fino alla fine della giornata lavorativa come ho fatto fino adesso? Oppure meglio sforzarsi di urinare anche con l'aiuto del "torchio addominale" cioè della spinta esercitata dagli addominali almeno 1 o 2 volte al giorno durante l'orario di ufficio? O forse meglio ancora l'utilizzo di un catetere intermittente? Quale tra queste potrebbe essere la soluzione meno dannosa a lungo termine? Potrebbe esserci qualche altra soluzione? Grazie, per favore se potete datemi un consiglio, è importante, non sò più come fare.
sono un ragazzo di 27 anni, fin dai tempi della scuola soffro di un disturbo psicologico chiamato paruresis.
Questa fobia mi impedisce di urinare in certe situazioni per me considerate "difficili" ad esempio gli orinatoi a muro, oppure anche quando sono in una toilette con porta che si può chiudere ma ho qualcuno che mi mette fretta (ad esempio se c'è fila ad aspettare fuori dalla porta della toilette, oppure se ho poco tempo a disposizione). Ho verificato con un medico urologo di non avere nessun problema di tipo fisico, sono infatti stato sottoposto a tutti gli esami di accertamento e alla fine anche l'urologo mi ha confermato che si tratta solo di un problema psicologico e mi ha rimandato da uno psicologo. Ora sono in cura da uno psicologo ormai da oltre un'anno, la situazione devo dire che è migliorata ma non completamente, infatti non riesco ancora ad urinare durante l'orario di lavoro perché ho a disposizione delle pause brevi per urinare (5 minuti di orologio) e questo mi crea ansia e vado in blocco, riesco invece ad urinare durante la pausa pranzo perché avendo a disposizione 1 ora di tempo, la prendo con più calma e senza ansia e infatti riesco. Dato che penso di aver fatto tutto il possibile per cercare di risolvere il problema, ma a parte un discreto miglioramento non ho risolto del tutto e visto che a lavoro ci devo andare per forza, come posso fare per gestire questo problema in ufficio? Meglio trattenerla fino alla pausa pranzo o fino alla fine della giornata lavorativa come ho fatto fino adesso? Oppure meglio sforzarsi di urinare anche con l'aiuto del "torchio addominale" cioè della spinta esercitata dagli addominali almeno 1 o 2 volte al giorno durante l'orario di ufficio? O forse meglio ancora l'utilizzo di un catetere intermittente? Quale tra queste potrebbe essere la soluzione meno dannosa a lungo termine? Potrebbe esserci qualche altra soluzione? Grazie, per favore se potete datemi un consiglio, è importante, non sò più come fare.
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Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Probabilmente un percorso yoga, in associazione al lavoro fatto dallo psicologo, che la porti al rilassamento e ad una migliore reattività delle sue emozioni è molto utile. Alternativamente o associato un percorso Tai-Chi che l'aiuti ad essere padrone del suo corpo e dei suoi spazi sarà altrettanto positivo. Tutto ciò ovviamente al netto di fattori strutturali e funzionali locali che lei riferisce in ordine sulla base di quanto detto dall'urologo consultato.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8k visite dal 07/02/2017.
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