Chlamydia
Buonasera
Mi rivolgo anche a voi visto l'esperienza che sembra diventare infinita in merito a tale infezione.
Tutto è iniziato alcuni mesi fa con un sempre crescente bruciore nel momento della minzione, sintomo che all'inizio non ha destato in me particolari sospetti. Intorno al 20 settembre ho potuto notare un quasi impercettibile fuoriuscita di sangue dalle urine, individuata attraverso il colore delle stesse una volta completata l'espulsione (leggermente rosastro). Successivamente il bruciore si è fatto sempre più presente e costante, portando con se anche l'espulsione di mucosa (o qualcosa simile ad una schiumetta) di colore quasi trasparente se non per via della forma, visibile ad occhio nudo durante e una volta terminata la minzione.
In aggiunta, non so se di effettiva rileanza o meno, durante l'eiaculazione provo un leggerissimo fastidio/bruciore presente lungo il retto esterno del pene stesso.
Da quel momento è iniziate una spirale di analisi, visite specialistiche e somministrazione di farmaci senza fine.
Il primo urologo, in concomitanza con il parere iniziale del mio medico di base, mi ha prescritto le analisi delle urine e l'urinocoltura, per passare poi al tampone uretrale, con il quale è stata confermata la presenza di Chlamydia Trachomatis. Ho iniziato la cura con la doxiciclina bassado, 1 pastiglia al giorno per 10 giorni. Sembrava funzionasse nei primi giorni in cui ero sotto l'effetto dell'antibiotico ma niente, il bruciore e la presenza di muco sono tornati (o forse erano solamente diminuiti).
In seguito a tale cura, ho deciso di rivolgermi ad un ulteriore urologo, specialista nelle zone del nord Italia (per non entrare più nello specifico) il quale mi ha visitato e mi ha prescritto 14 giorni di claritromicina (1 pastiglia al giorno) e al quindicesimo giorno 2 pastiglie in un'unica somministrazione di azitromicina.
Cambiando tipologia di cura il risultato è rimasto identico: nessun miglioramento.
In prospetto (dopo un mese dalla precedente cura) ci sono analisi ulteriori come ulteriore urinocoltura e spermiogramma.
Quello che cortesemente vi chiedo, essendo uno studente universitario fuori sede, con spese già elevate e con alle spalle cifre abbondanti donate a medici che non hanno individuato una corretta soluzione, è di aiutarmi in questa sorta di labirinto senza uscita, visto che sono mesi che cerco di guarire ma non so più a chi rivolgermi. Ho letto anche di possibile "proctite" derivante dalla chlamydia, ma purtroppo su internet esistono talmente tanti "pseudo-dottori" che sinceramente ho ridotto la mia fiducia nelle ricerche su google.
Spero possiate essere esaustivi e indicarmi qualche consiglio da valutare a posteriori.
P.S. Desidero aggiungere anche che da un anno circa sono vegetariano e non so se possa essere rilevante ai fini della diagnosi medica, in quanto anche la consistenza delle mie feci è variata, passando ad un colore marroncino chiaro e presentando minore consistenza solida.
Cordiali saluti
Mi rivolgo anche a voi visto l'esperienza che sembra diventare infinita in merito a tale infezione.
Tutto è iniziato alcuni mesi fa con un sempre crescente bruciore nel momento della minzione, sintomo che all'inizio non ha destato in me particolari sospetti. Intorno al 20 settembre ho potuto notare un quasi impercettibile fuoriuscita di sangue dalle urine, individuata attraverso il colore delle stesse una volta completata l'espulsione (leggermente rosastro). Successivamente il bruciore si è fatto sempre più presente e costante, portando con se anche l'espulsione di mucosa (o qualcosa simile ad una schiumetta) di colore quasi trasparente se non per via della forma, visibile ad occhio nudo durante e una volta terminata la minzione.
In aggiunta, non so se di effettiva rileanza o meno, durante l'eiaculazione provo un leggerissimo fastidio/bruciore presente lungo il retto esterno del pene stesso.
Da quel momento è iniziate una spirale di analisi, visite specialistiche e somministrazione di farmaci senza fine.
Il primo urologo, in concomitanza con il parere iniziale del mio medico di base, mi ha prescritto le analisi delle urine e l'urinocoltura, per passare poi al tampone uretrale, con il quale è stata confermata la presenza di Chlamydia Trachomatis. Ho iniziato la cura con la doxiciclina bassado, 1 pastiglia al giorno per 10 giorni. Sembrava funzionasse nei primi giorni in cui ero sotto l'effetto dell'antibiotico ma niente, il bruciore e la presenza di muco sono tornati (o forse erano solamente diminuiti).
In seguito a tale cura, ho deciso di rivolgermi ad un ulteriore urologo, specialista nelle zone del nord Italia (per non entrare più nello specifico) il quale mi ha visitato e mi ha prescritto 14 giorni di claritromicina (1 pastiglia al giorno) e al quindicesimo giorno 2 pastiglie in un'unica somministrazione di azitromicina.
Cambiando tipologia di cura il risultato è rimasto identico: nessun miglioramento.
In prospetto (dopo un mese dalla precedente cura) ci sono analisi ulteriori come ulteriore urinocoltura e spermiogramma.
Quello che cortesemente vi chiedo, essendo uno studente universitario fuori sede, con spese già elevate e con alle spalle cifre abbondanti donate a medici che non hanno individuato una corretta soluzione, è di aiutarmi in questa sorta di labirinto senza uscita, visto che sono mesi che cerco di guarire ma non so più a chi rivolgermi. Ho letto anche di possibile "proctite" derivante dalla chlamydia, ma purtroppo su internet esistono talmente tanti "pseudo-dottori" che sinceramente ho ridotto la mia fiducia nelle ricerche su google.
Spero possiate essere esaustivi e indicarmi qualche consiglio da valutare a posteriori.
P.S. Desidero aggiungere anche che da un anno circa sono vegetariano e non so se possa essere rilevante ai fini della diagnosi medica, in quanto anche la consistenza delle mie feci è variata, passando ad un colore marroncino chiaro e presentando minore consistenza solida.
Cordiali saluti
[#1]
Gent.le utente,
ho letto con attenzione la sua storia e penso che ci sia proprio bisogno di fare un po di chiarezza.
Lei riferisce ,inizialmente alla sua storia clinica, di bruciori urinari,perdite di liquido schiumoso trasparente, e soprattutto di fastidi al momento dell'eiaculazione e di tampone positivo per la clamidia e di successive interminabili terapie antibioriche.
Ora le perdite di liquido trasparente e' sicuramente liquido prostatico mentre i bruciori ricorrenti sono causati da uretriti conseguente mentre il fastidio alla eiaculazione (spermatodinia) di indiscutibile infiammazione a carico delle vescicole seminali.
La diagnosi e' di prostatovescicolite, cioè di una infiammazione prostatica complicata da infiammazione delle vescicole seminali.
Ora c'e' da chiarire che , essendo la ghiandola prostatica ricca di fruttosio e' impossibile arrivare ad una eradicazione batterica o virale o micotica.
Si tratta di microorganismi scarsamente patogeni e non in grado di produrre un ascesso prostatico , inoltre la tipizzazione per la clamidia non deve fare credere ad una infezione da ascrivere unicamente alla clamidia.
La terapia della prostatite e' sicuramente empirica ( nei sacri testi di medicina si parla di terapie di mesi con sulfamidici) , e non esiste alcuno in grado di curarLa con una terapia rapida ed efficace.
Intanto con una eco prostatica transrettale va verificato l'ampiezza delle infezione alle vescicole seminali che sicuramente merita terapia antibiotica piu efficace e iniziare a eliminare l'uso di ciclette e/o bicicletta e a bere 2/3 bicchieri di acqua nel corso della mattinata oltre a eliminare cibi piccanti , birra,superalcolici e piu tazze di caffe' che concorrono a far si che i forellini che fanno comunicare la prostata con l uretra si edemizzano e quindi si ostruiscano aiurtandosi con antiflogisitici e qs definitivamente.
Inoltre e' indispensabile la continuità di cure e quindi un rapporto di notizie continuative tra urologo e paziente .Nessuno, ripeto ,nesunno possiede la" pozione magica".
Così facendo si arriva ad una guarigione (stato di prostatite cronica catarrale).
Sperando di esserLe stato utile, Le porgo cordiali saluti
ho letto con attenzione la sua storia e penso che ci sia proprio bisogno di fare un po di chiarezza.
Lei riferisce ,inizialmente alla sua storia clinica, di bruciori urinari,perdite di liquido schiumoso trasparente, e soprattutto di fastidi al momento dell'eiaculazione e di tampone positivo per la clamidia e di successive interminabili terapie antibioriche.
Ora le perdite di liquido trasparente e' sicuramente liquido prostatico mentre i bruciori ricorrenti sono causati da uretriti conseguente mentre il fastidio alla eiaculazione (spermatodinia) di indiscutibile infiammazione a carico delle vescicole seminali.
La diagnosi e' di prostatovescicolite, cioè di una infiammazione prostatica complicata da infiammazione delle vescicole seminali.
Ora c'e' da chiarire che , essendo la ghiandola prostatica ricca di fruttosio e' impossibile arrivare ad una eradicazione batterica o virale o micotica.
Si tratta di microorganismi scarsamente patogeni e non in grado di produrre un ascesso prostatico , inoltre la tipizzazione per la clamidia non deve fare credere ad una infezione da ascrivere unicamente alla clamidia.
La terapia della prostatite e' sicuramente empirica ( nei sacri testi di medicina si parla di terapie di mesi con sulfamidici) , e non esiste alcuno in grado di curarLa con una terapia rapida ed efficace.
Intanto con una eco prostatica transrettale va verificato l'ampiezza delle infezione alle vescicole seminali che sicuramente merita terapia antibiotica piu efficace e iniziare a eliminare l'uso di ciclette e/o bicicletta e a bere 2/3 bicchieri di acqua nel corso della mattinata oltre a eliminare cibi piccanti , birra,superalcolici e piu tazze di caffe' che concorrono a far si che i forellini che fanno comunicare la prostata con l uretra si edemizzano e quindi si ostruiscano aiurtandosi con antiflogisitici e qs definitivamente.
Inoltre e' indispensabile la continuità di cure e quindi un rapporto di notizie continuative tra urologo e paziente .Nessuno, ripeto ,nesunno possiede la" pozione magica".
Così facendo si arriva ad una guarigione (stato di prostatite cronica catarrale).
Sperando di esserLe stato utile, Le porgo cordiali saluti
Dott.Roberto Mallus
[#2]
Utente
La ringrazio per la descrizione accurata.
Ci tengo a chiarire che da qualche giorno (soprattutto al risveglio), all'interno del prepuzio, trovo dei grumi/filamenti bianchi leggermente maleodoranti che sembrano sedimentarsi sul glande. Il bruciore sembra diminuito e la mucosa espulsa anche, ma ora si sono presentati i grumi sopra citati.
Da cosa potrebbero derivare?
In base a ciò che ho letto lei mi ha indicato come primo passo un'ecografia prostatica transrettale per verificare lo stato dell'infezione. Sono necessarie anche spermiocoltura e urinocoltura?
Per quanto riguarda la "cura" consigliata, oltre alle abitudini da modificare (acqua, birra, etc.), ci sono farmaci che nel frattempo possono aiutare? Oppure devo attendere gli esiti delle analisi per poi farmi prescrivere una cura maggiormente adatta?
Cordiali saluti
Ci tengo a chiarire che da qualche giorno (soprattutto al risveglio), all'interno del prepuzio, trovo dei grumi/filamenti bianchi leggermente maleodoranti che sembrano sedimentarsi sul glande. Il bruciore sembra diminuito e la mucosa espulsa anche, ma ora si sono presentati i grumi sopra citati.
Da cosa potrebbero derivare?
In base a ciò che ho letto lei mi ha indicato come primo passo un'ecografia prostatica transrettale per verificare lo stato dell'infezione. Sono necessarie anche spermiocoltura e urinocoltura?
Per quanto riguarda la "cura" consigliata, oltre alle abitudini da modificare (acqua, birra, etc.), ci sono farmaci che nel frattempo possono aiutare? Oppure devo attendere gli esiti delle analisi per poi farmi prescrivere una cura maggiormente adatta?
Cordiali saluti
[#3]
Al di la' delle notizie che Le ho dato per prima cosa Le consiglio
continuità di cure che chiaramente dovrà essere decisa dallo urologo di sua fiducia , a cui riferirà oltre ai sintomi già descritti soprattutto la presenza di fastidio/dolore al momento della eiaculazione.
Non e' assolutamente possibile prescrivere farmaci telematicamente e ne è costume di qs sito .
Qs sito non ha l obiettivo di sostituirsi al curante ma solo quello di dare una obiettiva informazione.
Cordialmente
continuità di cure che chiaramente dovrà essere decisa dallo urologo di sua fiducia , a cui riferirà oltre ai sintomi già descritti soprattutto la presenza di fastidio/dolore al momento della eiaculazione.
Non e' assolutamente possibile prescrivere farmaci telematicamente e ne è costume di qs sito .
Qs sito non ha l obiettivo di sostituirsi al curante ma solo quello di dare una obiettiva informazione.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.6k visite dal 21/11/2016.
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