Decorso tuip

Buongiorno. Ho 31 anni, prostata con volume stimato in 26 cc e peso in 30 gr., adenomioma di 27*20*22 mm con peso 8 gr, grossolane calcificazioni e iperplasia della porzione posteriore del collo vescicale. Ho sempre urinato male ma non me ne sono mai reso conto (avevo sempre un po' di fobia di essere lontano da un bagno). Da qualche anno a questa parte sono comparsi i sintomi classici di mancato svuotamento vescicale e getto debole, specialmente al mattino. Il tutto confermato da varie flussimetrie che negli ultimi 3 anni hanno visto il Fmax scendere sino a 10 ml/sec. L'esame urodinamico aveva confermato la presenza di una ostruzione classe III Schafer. In generale, mi è spesso successo negli ultimi 10 anni di avere bisogno di urinare frequentemente (in concomitanza del post pranzo), cosi come a volte ho sperimentato perdite biancastre di liquido, che mai ho associato ai sintomi di infiammazione prostatica per mia non conoscenza dell'argomento.
Ho effettuato da due settimane un intervento tuip, con unica incisione del collo secondo Orandi. Durante l'intervento è stata riscontrata anche una stenosi dell'uretra, non so in che punto, e si è proceduto ad una uretrotomia a lama fredda poichè "lo strumento non entrava".
Terminata la terapia con cortisone, ketoprofene e antibiotico, dopo la prima settimana in cui le cose andavano molto bene, flusso e senso di svuotamento entrambi migliorati, questa seconda settimana di decorso è peggiorato. Sebbene stia continuando a bere come un cammello, negli ultimi due giorni alla sera sono ritornati a riaffacciarsi i soliti sintomi, getto debole e svuotamento a metà, sino ad arrivare a stamattina che in 15 minuti da seduto sono riuscito a svuotare metà vescica. Durante la giornata odierna sintomi nuovamente ridiventati pressochè nulli o forse latenti (poichè credo finchè non farò flussimetria di controllo non saprò verificare se il mitto è effettivamente ridiventato valido, certo è che stamattina non lo era assolutamente).
Vorrei sapere per cortesia come consigliate di comportarmi dal punto di vista terapeutico (riprendere antiinfiammatorio?) e comportamentale, e a cosa potrebbero essere dovuti tali eventi. Da dire che ieri sono stato un po' più seduto del solito durante la giornata, anche se su superificie morbida, anche in vista di uno sperato ritorno alla quotidianità la prossima settimana (vita da ufficio). Potrebbe esserci una mezza congestione prostatica legata all'astinenza che deve continuare a quanto mi hanno suggerito per almeno altre due settimane?
grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Qualsiasi intervento disostruttivo sul collo vescicale / prostata (indipendentemente dalla metodica adottata) necessita mediamente di almeno 40 giorni di assestamento, prima di potersi ragionevolmente esprimere sul risultato. In questo arco di tempo si può assistere comunemente ad un alternarsi di situazioni favorevoli e meno favorevoli, non è raro che vi possano essere dei periodi di "regressione" legata alla stabilizzazione dei tessuti, caduta di escare, eccetera. Pertanto in questo momento, a sole due settimane dall'intervento, ci pare troppo precoce formalizzarsi troppo su quanto sta accadendo giorno per giorno. Talora si consiglia per qualche tempo la terapia anti-infiammatoria, così come l'alfa-litico. Su questi dettagli deve però decidere il suo urologo di riferimento.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Un aggiornamento in merito alla situazione, poichè ritengo che se il paziente nota qualcosa che non va deve prontamente segnalarlo anche se semplicemente frutto di ansia o del poco tempo che è passato, viceversa se si tratta di un qualcosa che richiede una azione non compiuta poi sarebbe peggio.
A due settimane e mezzo dall'intervento, la situazione si è più o meno stabilizzata con questi sintomi: la nicturia è ripresa, quando era scomparsa per qualche giorno durante il decorso per la prima volta dopo una decina d'anni. Permane la notte e in generale appena sveglio, cioè quando sento che il corpo è ancora addormentato, un blocco quasi totale ad urinare: in pratica riesco a far passare la sensazione che la vescica sia completamente piena dopo una decina di minuti di tentativi a poco a poco, con il solo scopo di poter tornare a dormire. Durante il giorno, continuando a bere molto e quindi con buona diluizione delle urine, tralasciando la frequenza elevata ma non credo da irritazione con cui urino per via dei tanti liquidi assunti, il getto è sufficiente anche se la sensazione è lievemente minore di alcuni giorni scorsi del decorso. Inoltre, permane il gocciolamento post minzionale e la sensazione che dell'urina residua si trovi nella zona del perineo, che tra l'altro ieri era un po' indolenzito.

Da segnalare che l'altro ieri ho assunto un paio d'ore prima di coricarmi della biochetasi per un po' di dolore addominale dopo mangiato, che ha prodotto delle urine quas ifosforescenti al risveglio.
L'urologo che mi segue ha prescritto altri 3-4 giorni di ketoprofene, che terminerò oggi. Spero di poter riprendere le attività lavorative tra due giorni, ed ho già una flussimetria e urinocoltura programmate a 28 giorni dall'intervento.

La sensazione rispetto a prima dell'intervento non è poi tanto cambiata, un po' di ansia si è generata quando sono venuto a sapere della stenosi uretrale che non era mai stata accertata con esami diagnostici, e che da quanto leggo in rete può facilmente recidivare. Attendo un vs. gentile commento sulla situazione, ringraziandovi in anticipo per l'attenzione ad un paziente che oserei definire "realista".
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Gli esiti di qualsisi intervento non demolitivo, pertanto che va ad influire solo su aspetti "funzionali" (in questo caso "idraulici"), possono essere molto variabili in base a vari fattori, alcuni dei quali non valutabili a distanza. Le modalità dell'intervento subito sono in massima parte rimaste negli occhi dell'oeratore, che ha ad esempio osservato quella stènosi (quanto serrata? quanto lunga? in che punto?) ed ha poi eseguito la sezione del collo vescicale (in che posizione? quanto profonda?). Questo per farle comprendere che il nostro giudizio a distanza non può essere che limitato. qualcosa di più si potrà affermare con il risultato della flussometria ad un mese, posto che è nostra abitudine farla eseguire discretamente più avanti nel tempo.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
La ringrazio. Purtroppo tali dettagli tecnici non sono stati condivisi con me, alcuni di questi neanche avrei saputo chiederli, e temo ora si potrà conoscerli solo visionando la cartella clinica, considerato che suppongo il medico ne esegua decine a settimana e pertanto neanche si ricorderà.

Avrei alcune ulteriori domande esplicite:
1) c'è una ragione fisiologica per cui l'apparente blocco ostruttivo si presenta con veemenza al mattino o durante la notte, mentre non lo è altrettanto durante il giorno? Preciso che quando mi sveglio per urinare lo stimolo non è così veemente, ma fastidioso per farmi decidere di volerla svuotare.
2) è opportuno a due settimane e mezza riprendere l'attività lavorativa da ufficio? Si tratta di stare seduti 8 ore al giorno.
3) quali altri esami sarà opportuno fare per verificare esattamente l'esito parziale o definitivo dell'intervento? Ad esempio, una indagine dell'uretra non era mai stata compiuta esplicitamente.
grazie di nuovo.



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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
D'altronde, quando si parla della particolarità del rapporto tra chirurgo e persona assistita ci si riferisce appunto al fatto che non tutto può essere sempre oggettivato e valutato da terzi a posteriori.
1) In quasi tutti i soggetti che lamentano disturbi ad urinare, le minzioni notturne e la prima del mattino sono riferite come le più fastidiose / difficoltose. Non è semplice dare una spiegazione univoca a questo fenomeno.
2) Difficile fare previsioni, ovviamente sarà il caso di avere dei servizi igienici a portata di ... stimolo, poiché trattenere non è mai opportuno.
3) Non vi sono indagini da eseguire di routine, molto dipende dall'evoluzione e stabilizzazione, l'eventuale scelta dipende dal suo urologo di riferimento.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
A 19 gg dall'intervento sono cominciati piccoli episodi di minzione con tracce ematiche, in particolare concentrate all'inizio del getto. Sinora di sangue non se ne era praticamente visto, se non urina rosata subito dopo l'intervento o qualche traccia ematica al risveglio nei gg immediatamente seguenti. L'andamento risulta sempre stabile come indicato sopra.
Tale fenomeno è da ascriverai a delle escare, magari nell'uretra considerato che si presenta il rosso soltanto nella fase iniziale della minzione?
A giorni farò una urino coltura come prescritto.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Infatti, i tempi sono giusto quelli in cui ci si può attendere la caduta delle crosticine interbìne (èscare), fenomeno assolutamente variabile da caso a caso, che porta con sè la ripresa transitoria di un sanguinamento, magari mai visto prima. Anche le caratteristiche iniziali di questa ematuria non fanno che avvalorare questa notra ipotesi, poiché solo il primo getto "lava via" qulle poche gocce di sangue che si erano nel frattempo raccolte nella prima perte dell'uretra.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Buongiorno.
A distanza di 22 giorni dall'intervento la situazione non si è pressochè modificata. Permane durante il giorno un flusso medio scarso che verrà valutato a giorni con una flussimetria che ahimè so già certificherà tale dato.
Lo svuotamento è tuttora non soddisfacente ( o almeno la sensazione al termine della minzione), e permane il gocciolamento post minzionale fastidioso.
Sono ancora sotto ketoprofene dopo 3 settimane.
Il sintomo più fastidioso resta la nicturia che non mi sta facendo riposare bene: sveglia con grossa sensazione di gonfiore vescicale verso le 3 di notte, poca urinazione con flusso pessimo e intermittente. Al mattino, quando il corpo si è svegliato, la cosa migliora leggermente e consente di appurare che in realtà la quantità di urina emessa è poca, segno che il senso di gonfiore della vescica è "snaturato" rispetto al normale. In alcuni giorni del decorso (per questo da incorniciare in un bel ricordo) tale sintomo era sparito e mi aveva consentito di conoscere qualche notte senza alzarmi.
Permangono infine strani segni di qualcosa che punge nell'uretra, e persino del dolore se avviene una erezione negli slip quando il pene non è posto all'insu e tende a curvarsi. Da premettere, non l'avevo detto sinora, che anni fa subii una corporoplastica. Infine, è tornata talvolta una sensazione che avevo sotto ureroc dopo orgasmo: il senso che qualcosa restasse lungo tutti i tubi dell'apparato uro genitale (non so se rendo l'idea, in quanto non mi riferisco solo all'uretra almeno quella peniena), ma ora non ho nè orgasmi nè sono sotto alfalitici di alcun tipo (lo xatral non davà retrospermia mentre invece urorec si).

Vorrei avere vs. valutazione sulla situazione, perchè anche il curante dice che questo peggioramento è strano e sto cominciando a valutare, da profano, l'idea che ci possa essere qualche disturbo legato alla vescica o qualcos'altro. Termino con l'esternare qualche pensiero. Dopo l'orgasmo ho sempre provato un senso di chiusura e difficoltà ad urinare per un tempo variabile, sinchè le cose tornavano al loro posto. La separazione netta tra apertura e chiusura è andata nel corso degli anni scemando, nel senso che non so distinguere bene quando sono "libero" e quando "costretto". Ora mi domando se tali sensazioni sono effettivamente legate all'anatomia del collo vescicale, o se c'entra ad esempio anche lo sfintere (detrusore?). Forse negli anni ho sottovalutato la questione. Ora sono comunque affidato allo specialista che mi ha operato che devo vedere a giorni.
Un grosso grazie per il tempo dedicato e mi scuso per il papiro.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Come le abbiamo già scrissto, dpo 20 giorni ci si trova solo a metà del tempo di stabilizzazione medio di qualsiasi intervento su prostata e collo vescicale. In ogni caso, se vi sono sintomi particolarmente fastidiosi od in peggioramento, lo specialsita può decidere di prendere dei provvedimenti più urgenti, segnatamente una rivalutazione endoscopica. Questo però non può essere giudicato a distanza. Per il resto, durante l'eiaculazione il collo vescicale si chiude ed è questo che impedisce il reflusso di liquido seminale in vescica. E' normale che immediatamente dopo per qualche minuto si possa manifestare qualche impaccio ad urinare.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Buongiorno, la situazione è ancora stabilmente negativa.
Effettuato primo controllo.
Analisi urine senza segni di infezione.
PSA 2,34 (31 anni), il medico l'ha definito alto e non se ne spiega il motivo.
Flussimetria: volume max 9,7, medio 5. RPM 0 ml, volum e svuotato 297 ml.
La curva di flusso non mostra un andamento orizzontale, come da ostruzione dovuta a stenosi uretrale, appare continua ma semplicemente scarsa. Non è intermittente come l'ultima flussimetria pre intervento.
L'unico esame urodinamico effettuato pre intervento segnalava una pressione 55 cm H2O ad un flusso di 10 ml.

Detto ciò verificheremo con una transrettale se si vede l'incisione effettuata, secondo la tecnica classica di Orandi ma leggermente spostata nel punto (dal osteo-qualcosa sino a [non ricordo], mi pare di aver capito comunque leggermente più laterale rispetto alle ore 6), Se tutto ok, sarebbe necessario indagare con una cistoscopia.

L'urologo non si spiega il motivo di tali dati e mi è sembrato quasi mortificato per l'andamento del decorso. Ipotizza che la vescica abbia bisogno di più tempo per riabituarsi, che magari non spinge a sufficienza, ma la mia impressione è che spinga e che trovi un ostacolo. Ed infatti, nella prima settimana post intervento il flusso era molto buono, durante la terapia con antibiotico e cortisone.

Mi chiedo cosa nell'impianto idraulico possa non funzionare. Potrebbe essere l'ostruzione dovuta ad uno degli altri sfinteri che non si aprono come dovrebbero?
Alla luce dei dati, quale è il vs. pensiero? ringrazio sin d'ora.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Dopo qualsiasi manipolazione della prostata (che non sia l'asportazione totale ...) il PSA tende certamente ad aumentare, quantomeno nelle prime fasi. D'ogni modo il PSA è essenzialmente un marcatore tumorale, alla sua età ed in questo momento è quantomeno discutibile che venga eseguito. Per i resto, abbiamo più volte ripetuto che è troppo pressto per trarr delle conclusioni. Il passo successivo è senz'altro la rivalutazione endoscopica, posto che se ne confermino le indicazioni. Fare delle ipotesi "tanto per" non porta da nessuma parte.
[#12]
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Purtroppo la medicina non è una scienza esatta, lo sappiamo bene; puntualizzato ciò, mi lascia perplessa una veduta così diversa tra specialisti della stessa branca. Mi hanno prescritto tali esami alla dimissione, pertanto li ho effettuati come da istruzioni. Faccio ipotesi perchè lo stesso specialista si è detto quasi esterrefatto da un cosi cattivo flusso - i suoi pazienti in genere dopo 30 giorni guadagnano almeno un 30% - senza avere certezza alcuna della causa, ma neanche chiudendo la questione in maniera superficiale con un "è troppo presto". Io ho tutta la pazienza del mondo avendo superato interventi ben più aggressivi, ma sono allo stesso modo realista.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
<<<Purtroppo la medicina non è una scienza esatta>>> ... è lei stesso ad affermare quanto noi ci ritroviamo spesso a scrivere nei nostri consulti. Non tutte le focacce vengono bene e qualcuna magari anche senza il proverbiale buco. In ogni caso i canonici 40-60 giorni sono il termine prima del quale, tranne che per motivi assolutamente urgenti, nessuno si affretterebbe a trarre conclusioni o rimettere mano in una situazione ancora "fresca", con accertamenti che per forza di cose hanno una loro invasività, seppure limitata.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Aggiornamento dopo 30 gg.
E' stata fatta una valutazione ecografica transrettale, la quale ha evidenziato una "apertura del collo vescicale a riposo". La prostata è risultata diminuita rispetto all'ultima valutazione ecografica di 4 mesi fa sia per volume che per peso, quest'ultimo passando da 30 a 21 g. L'ecografista ha sottolineato la presenza di numerose calcificazioni, che c'erano naturalmente anche prima.
In considerazione di tali dati e della flussimetria con Flusso massimo di 9,5 ml/sec con andamento a curva, l'unica considerazione dei medici è stata quella che possa essersi formata una stenosi cicatriziale, da valutare endoscopicamente ma tra qualche tempo, come io stesso ho suggerito coerentemente con le vs. indicazioni di attendere, tanto pare palese anche a me che in tale "stallo" nulla è bene fare per il momento. Il prolungamento dell'incisione è stato escluso dal medico su suggerimento dell'ecografista (perchè più in là c'è il veru montanum). E' stato altresi detto che una TURP è sconsigliabile alla mia età (31).
Quello che faccio fatica a comprendere è questo quadro. I dati oggettivi di flusso non si sono modificati tra pre e post. Altresi, le dimensioni e volume di adenoma e prostata si sono ridotti. L'ostacolo pertanto, pure con collo inciso, dovrebbe essere cessato o almeno minore, e invece non sembra.
La mia sensazione che nulla conta è che ci sia dell'altro.

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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k
Dunque il nostro punto di vista trova completo riscontro con quanto consigliato dai Colleghi che l'hanno in cura.
Solo due dettagli:
1) le misure dell'ecografia non sono mai da prendere per oro colato, in particolare quando si tratta di differenze di millimetri; sono infatti molto influenzate da fattori tecnici di vario tipo;
2) per quanto ne sappiamo in questo momento, il flusso abbastanza basso potrebbe anche essere causato da una scarsa contrazione vescicale; anche questo andrà eventualmente chiarito in seguiro con la ripetizione di una indagine urodinamica.
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Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Suppongo una ulteriore indagine urodinamica possa essere utile per avere dei dati funzionali post intervento da confrontare con il pre, e per logica sarei d'accordo. Logica però mi impone di pensare che, se per caso la situazione in termini di pressione ed altri parametri fosse la stessa, come sono portato a pensare, non si spiegherebbe il motivo per il quale, durante i primi giorni di terapia post intervento, il flusso era molto migliorato, come la sensazione di svuotamento, il gocciolamento e la nicturi, salvo poi imboccare un cammino decrescente che ora sembra più o meno essersi stabilizzato ai parametri del pre-intervento.
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