Sindrome del giunto - consiglio operazione da eseguire

Buongiorno

Sono una ragazza di 33 anni e a seguito di due febbri urinarie e diversi esami specialistici mi è stata diagnosticata una sindrome del giunto pielo-ureterale bilaterale.

Purtroppo all’inizio non conoscendo specialistici nel settore urologico mi sono rivolta a due medici (che indicherò con medico A e medico B) in modo da poter scegliere da chi farmi seguire a seguito di loro consulto.

Entrambi i medici mi hanno posto come soluzione al problema un intervento con pielo-plastica sul rene sx con una certa urgenza (il rene dx non presenta una stenosi che richiede urgenza operatoria al momento, ma deve essere comunque monitorato).

Tuttavia per il medico A è necessario un pre- intervento endoscopico per inserire uno stent a doppio J (inserimento senza anestesia) da portare 3 settimane e solo dopo rimozione e controllo sul rene, eseguire la pieloplastica. Tale stent è necessario a parere del medico A a garantire il drenaggio delle urine, essendo presente una discreta situazione di dilatazione della pelvi renale, che potrebbe portare ad ulteriori infezioni in attesa dell'intervento vero e proprio.

Per il medico B si deve invece eseguire direttamente la pieloplastica (con i tempi previsti dall’ospedale: almeno 2-3 mesi). Nell’attesa della chiamata tutto quello che devo fare è evitare di bere grandi quantità di acqua che possono generare coliche renali data la situazione sul rene sx.

Il medico B mi ha sottolineato che la presenza di stent JJ oltre a non essere necessaria prima della mia operazione di pieloplastica, è anche negativa perché provocherebbe infiammazioni ai tessuti che devono essere operati per la correzione della sindrome del giunto. Pertanto la sua struttura ospedaliera non esegue mai prima di una pieloplastica un inserimento di stent ureterale. Nei casi in cui lo ritengono necessario il dreno viene inserito esternamente.

L’inserimento dello stent jj è previsto con il medico A il 28/09 senza anestesia per via endoscopica e sono in difficoltà in quanto non riesco a capire se c’è effettivamente necessità di inserimento. Del resto ho letto molte controindicazioni relative allo stent e a questo punto non so quale direzione seguire.


Vi ringrazio se potete darmi un consiglio medico in questa situazione in tempi stretti.


Un saluto
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Ci permetteremmo di concordare con la seconda ipotesi. L'inserimento dello stent avrebbe a nostro parere un razionale solo se lei avesse dei dolori intattabili ovvere avesse degli episodi di febbre elevata ripetuti che facessero sospettare uno stato settico o sub-settico.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
La ringrazio per la tempestività. Attualmente non ho uno stato settico, ma solo periodiche febbricole (max 37,5°C) e leggeri dolori al fianco sx soprattuto la sera. In ogni caso, in attesa dell'operazione può consigliarmi degli accorgimenti da seguire per evitare l'insorgere di ulteriori febbre urinarie?
Grazie, saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Controllare l'urocoltura, instaurare la terapia antibiotica solo se è positiva, oppure empiricamente se la febbre sale sopra i 38 °C. In una donna della sua età, l'intervento oggigiorno dovrebbe essere eseguito solo per via laparoscopica.