Prostatite: diagnosi e cura corretta?
Salve.
All'incirca un paio di mesi fa a seguito di una eiaculazione sento un bruciore/dolore nella parte finale dell'uretra, sulla punta del glande. Dopo una mezzoretta, appena vado a urinare, sento un vero e proprio dolore/bruciore lungo tutto il tratto uretrale. Questo fastidio/bruciore continua anche per il resto della giornata e per il giorno successivo, localizzandosi principalmente sulla punta del pene. Bevo molto e nel giro di un paio di giorni il fastidio passa. Sto in astinenza sessuale per una settimana, poi quando riprovo a eiaculare, nuovamente sento un fastsidio/bruciore alla punta del glande, ma di minore intensità rispetto alla prima volta, bruciore sulla punta che continua anche dopo l'eiaculazione e passa soltanto dopo la prima minzione. Da allora, è passato più di un mese, non ho avuto più eiaculazioni, ma ho continuato ad avere leggeri fastidi/bruciori DOPO la minzione e oltre a questo negli ultimi tempi mi si è presentata anche una febbre ballerina, pochi decimi che vanno e vengono senza alcuna logica (magari ce l'ho per qualche ora di pomeriggio, poi torno a temperatura normale) e non tutti i giorni, ma solo saltuariamente. Di ritorno dalle vacanze decido di andare a farmi vedere finalmente da un urologo. L'urologo mi esegue ecografia vescica/prostata sull'addome e dice che è tutto ok, poi esegue ispezione anale con un dito ed è lì che provo grande fastidio/bruciore sulla punta del glande quando l'urologo preme, immagino, con il dito contro la prostata.
Mi diagnostica una prostatite, dicendomi che il fatto che ho fatto passare così tanto tempo prima di farmi visitare e intervenire con una cura non è certamente una cosa positiva. Mi vorrebbe prescrivere dei chinolonici, ma ho i tendini d'achille infiammati per ragioni sportive, e mi dice che potrei rischiare la rottura, viste le mie condizioni. Sicché opta per una cura di punture per 10 giorni di Rocefin 1g e mi dice chiaramente che la cura potrebbe anche non essere sufficiente. Faccio presente che ho provato a eiaculare di recente, ma non ho avvertito nessun dolore/bruciore/fastidio stavolta.
Qui sorgono i miei dubbi. Le cefalosporine del Rocefin riescono a penetrare la parete prostatica e a essere efficaci nel trattamento? E possiamo essere sicuri che sia prostatite o dovrei fare altri esami per escludere, che so, una uretrite batterica? Inoltre visto che gli antibiotici difficilmente riescono a raggiungere la prostata, ma piuttosto che indebolirmi con punture di Rocefin, non si potrebbe direttamente iniettare un antibiotico specifico direttamente nella prostata? Ho letto che è possibile fare iniezioni di antibiotici direttamente nella prostata passando per il perineo, dopo leggera anestesia.. Questa pratica è di gran lunga più efficace e basterebbero appena 3/4 iniezioni totali. E' vero?
Cosa ne pensate di tutta la mia situazione per quanto sia possibile farsi un'idea online?
Ringrazio tutti i dottori che interverrano.
All'incirca un paio di mesi fa a seguito di una eiaculazione sento un bruciore/dolore nella parte finale dell'uretra, sulla punta del glande. Dopo una mezzoretta, appena vado a urinare, sento un vero e proprio dolore/bruciore lungo tutto il tratto uretrale. Questo fastidio/bruciore continua anche per il resto della giornata e per il giorno successivo, localizzandosi principalmente sulla punta del pene. Bevo molto e nel giro di un paio di giorni il fastidio passa. Sto in astinenza sessuale per una settimana, poi quando riprovo a eiaculare, nuovamente sento un fastsidio/bruciore alla punta del glande, ma di minore intensità rispetto alla prima volta, bruciore sulla punta che continua anche dopo l'eiaculazione e passa soltanto dopo la prima minzione. Da allora, è passato più di un mese, non ho avuto più eiaculazioni, ma ho continuato ad avere leggeri fastidi/bruciori DOPO la minzione e oltre a questo negli ultimi tempi mi si è presentata anche una febbre ballerina, pochi decimi che vanno e vengono senza alcuna logica (magari ce l'ho per qualche ora di pomeriggio, poi torno a temperatura normale) e non tutti i giorni, ma solo saltuariamente. Di ritorno dalle vacanze decido di andare a farmi vedere finalmente da un urologo. L'urologo mi esegue ecografia vescica/prostata sull'addome e dice che è tutto ok, poi esegue ispezione anale con un dito ed è lì che provo grande fastidio/bruciore sulla punta del glande quando l'urologo preme, immagino, con il dito contro la prostata.
Mi diagnostica una prostatite, dicendomi che il fatto che ho fatto passare così tanto tempo prima di farmi visitare e intervenire con una cura non è certamente una cosa positiva. Mi vorrebbe prescrivere dei chinolonici, ma ho i tendini d'achille infiammati per ragioni sportive, e mi dice che potrei rischiare la rottura, viste le mie condizioni. Sicché opta per una cura di punture per 10 giorni di Rocefin 1g e mi dice chiaramente che la cura potrebbe anche non essere sufficiente. Faccio presente che ho provato a eiaculare di recente, ma non ho avvertito nessun dolore/bruciore/fastidio stavolta.
Qui sorgono i miei dubbi. Le cefalosporine del Rocefin riescono a penetrare la parete prostatica e a essere efficaci nel trattamento? E possiamo essere sicuri che sia prostatite o dovrei fare altri esami per escludere, che so, una uretrite batterica? Inoltre visto che gli antibiotici difficilmente riescono a raggiungere la prostata, ma piuttosto che indebolirmi con punture di Rocefin, non si potrebbe direttamente iniettare un antibiotico specifico direttamente nella prostata? Ho letto che è possibile fare iniezioni di antibiotici direttamente nella prostata passando per il perineo, dopo leggera anestesia.. Questa pratica è di gran lunga più efficace e basterebbero appena 3/4 iniezioni totali. E' vero?
Cosa ne pensate di tutta la mia situazione per quanto sia possibile farsi un'idea online?
Ringrazio tutti i dottori che interverrano.
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Noi non siamo certamente qui per giudicare la prescrizione di un nostro Collega, che tra l'altro ha avuto l'insostituibile vantaggio di visitarla direttamente. Che si tratti di una irritazione prostatica parrebbe evidente, che sia di natura infettiva è solo presumibile, biognrerebbe effettuare degli esami colturali, ma il più delle volte si passa ad una prescrizione empirica di un antibiotico. A livello empirico, il cefrtriaxone e la ciprofloxacina non hanno differenze significative, se non che il primo deve essere necessariamene iniettato. L'iniezione di antibitico nella prostata non è mai stata una pressi comune, anche perché il seppur minimo trauma della puntura potrebbe esssee controproducente. Se gua pertanto le indicazioni che le sono state impartite.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#6]
Utente
No, dottore, ma io per il momento non ho cominciato ancora nessuna cura. La visita dall'urologo l'ho avuta un paio di giorni fa e stavo temporeggiando prima di cominciare col Rocefin proprio per capire se fosse la scelta ottimale e se nel caso ci potesse essere un'alternativa vista la mia paura atavica nei confronti delle iniezioni...
[#7]
Se lei ha paura delle iniezioni la possiamo anche chiuderla qui ...
Tenga conto che si tratta della seconda scelta poiché lei pare non possa assumere chinolonici, abitualmente somministrati in compresse. Il ceftriaxone è un antibiotico molto energico, ma noi non siamo qui certo per giudicare la validità di una terapia consigliata da un nostro Collega, che tra l'altro ha avuto l'insostituibile vantaggio di poterla valutare direttamente.
Tenga conto che si tratta della seconda scelta poiché lei pare non possa assumere chinolonici, abitualmente somministrati in compresse. Il ceftriaxone è un antibiotico molto energico, ma noi non siamo qui certo per giudicare la validità di una terapia consigliata da un nostro Collega, che tra l'altro ha avuto l'insostituibile vantaggio di poterla valutare direttamente.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 8.7k visite dal 06/09/2016.
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