Malattia di Marion e Prostatite. Come trovare le cause?
Buongiorno
Nel 2010, a 33 anni, ho iniziato ad avvertire un senso di fastidio localizzato nella zona della vescica. Ho effettuato una prima visita urologica a seguito della quale è stata diagnosticata irritazione alla vescica ma prostata normale e non dolente. La cura prevedeva l'uso di mirtillo rosso Dopo tale cura permane il fastidio ma essendo leggero decido di soprassedere fino al 2014 quando ho un peggioramento. Inizio a soffrire di pollachiuria, disuria e stranguria. L'urologo diagnostica in seguito a palpazione una prostatite ed inizio un ciclo di antibiotici che ripeterò tre volte i quali apportano beneficio che dura tuttavia poco più di una settimana. Faccio inoltre un ecografia, un urocultura e una spermiocultura. L'ecografia evidenzia una prostata di dimensioni normali e pareti vescicali leggermente ispessite. Urocultura e spermiocultura nulla. Mi viene inoltre prescritto lo XATRAL avvisandomi che avrebbe potuto provocare eiaculazione retrograda ma nella pratica questo non avviene. Cambio urologo per cause di forza maggiore e il nuovo dottore letta la vecchia documentazione medica afferma subito trattarsi di sclerosi del collo vescicale o stenosi uretrale. Eseguo quindi una flussometria che conferma la scarsa qualità della minzione e una uretrocistografia retrograda e minzionale la quale evidenzia una stenosi. Eseguo una uretrocistoscopia che invece ribalta la diagnosi da stenosi a sclerosi. Mi viene prescritto urorec 8 mg. Dopo circa un anno avendo una minzione piuttosto frequente, imbarazzante ed invalidante chiedo al dottore di eseguire l'operazione di resezione del collo. L'operazione è stata eseguita a gennaio di quest'anno e per alcune settimane è stato il paradiso. Nessun tempo di attesa prima di urinare e senso di totale svuotamento. Ora trascorsi alcuni mesi, sebbene non prenda alcun alfalitico soffro spesso di disuria, stranguria, polluriachia ed anche nocturia. A questo punto l'urologo diagnostica una prostatite cronica abatterica ( mai trovato un battere in moltitudini di esami) e suo malgrado mi consiglia di rassegnarmi. Ora prendo la serenoa che ha ottimi effetti ma solo migliorativi e all'occorrenza Topster supposte per decongestionare la prostata. Ora non vorrei andare nuovamente dallo stesso urologo a farmi ripetere le stesse cose e nemmeno vorrei rassegnarmi. Se fosse stata la sclerosi del collo vescicale a provocare la prostatite in seguito all'operazione sarebbe dovuta guarire. Se invece fosse stata una prostatite non curata e nemmeno mai avvertita all'inizio a provocare la sclerosi al collo ritengo che una qualche causa debba averla. Che sia l'alimentazione, che sia l'ansia, che siano abitudini di vita, che siano batteri qualcosa dovrà pur essere. Secondo voi quale potrebbe essere un iter diagnostico e terapeutico che senza tirar conclusioni affrettate esamini ed eventualmente testi tramite prove sperimentali (tipo diete oppure farmaci ) la reale causa del problema fino ad isolarlo per poi trovare un rimedio ?
Nel 2010, a 33 anni, ho iniziato ad avvertire un senso di fastidio localizzato nella zona della vescica. Ho effettuato una prima visita urologica a seguito della quale è stata diagnosticata irritazione alla vescica ma prostata normale e non dolente. La cura prevedeva l'uso di mirtillo rosso Dopo tale cura permane il fastidio ma essendo leggero decido di soprassedere fino al 2014 quando ho un peggioramento. Inizio a soffrire di pollachiuria, disuria e stranguria. L'urologo diagnostica in seguito a palpazione una prostatite ed inizio un ciclo di antibiotici che ripeterò tre volte i quali apportano beneficio che dura tuttavia poco più di una settimana. Faccio inoltre un ecografia, un urocultura e una spermiocultura. L'ecografia evidenzia una prostata di dimensioni normali e pareti vescicali leggermente ispessite. Urocultura e spermiocultura nulla. Mi viene inoltre prescritto lo XATRAL avvisandomi che avrebbe potuto provocare eiaculazione retrograda ma nella pratica questo non avviene. Cambio urologo per cause di forza maggiore e il nuovo dottore letta la vecchia documentazione medica afferma subito trattarsi di sclerosi del collo vescicale o stenosi uretrale. Eseguo quindi una flussometria che conferma la scarsa qualità della minzione e una uretrocistografia retrograda e minzionale la quale evidenzia una stenosi. Eseguo una uretrocistoscopia che invece ribalta la diagnosi da stenosi a sclerosi. Mi viene prescritto urorec 8 mg. Dopo circa un anno avendo una minzione piuttosto frequente, imbarazzante ed invalidante chiedo al dottore di eseguire l'operazione di resezione del collo. L'operazione è stata eseguita a gennaio di quest'anno e per alcune settimane è stato il paradiso. Nessun tempo di attesa prima di urinare e senso di totale svuotamento. Ora trascorsi alcuni mesi, sebbene non prenda alcun alfalitico soffro spesso di disuria, stranguria, polluriachia ed anche nocturia. A questo punto l'urologo diagnostica una prostatite cronica abatterica ( mai trovato un battere in moltitudini di esami) e suo malgrado mi consiglia di rassegnarmi. Ora prendo la serenoa che ha ottimi effetti ma solo migliorativi e all'occorrenza Topster supposte per decongestionare la prostata. Ora non vorrei andare nuovamente dallo stesso urologo a farmi ripetere le stesse cose e nemmeno vorrei rassegnarmi. Se fosse stata la sclerosi del collo vescicale a provocare la prostatite in seguito all'operazione sarebbe dovuta guarire. Se invece fosse stata una prostatite non curata e nemmeno mai avvertita all'inizio a provocare la sclerosi al collo ritengo che una qualche causa debba averla. Che sia l'alimentazione, che sia l'ansia, che siano abitudini di vita, che siano batteri qualcosa dovrà pur essere. Secondo voi quale potrebbe essere un iter diagnostico e terapeutico che senza tirar conclusioni affrettate esamini ed eventualmente testi tramite prove sperimentali (tipo diete oppure farmaci ) la reale causa del problema fino ad isolarlo per poi trovare un rimedio ?
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Stenosi e sclerosi del collo vescicale sono termini che si riferiscono alla stessa condizione e vengono in pratica utilizzati in modo equivalente, anche se ad esser pignoli vi sarebbero delle diferenze. Ma questo è ininfluente nel nostro discorso.
La rapidità con cui si sono ripresentati i disturbi a fronte di un iniziale e sostanziale miglioramento porta a pensare che il prioblema sia sostanzialmente più di tipo "idraulico" che "infiammatorio" o simili. Diremmo che sia essenziale una rivalutazione in questo senso con la ripetizione di un paio di flussometrie ed una uretro-cistoscopia. Le recidive di stenosi del collo vescicale sono rare, ma comunque possibili.
La rapidità con cui si sono ripresentati i disturbi a fronte di un iniziale e sostanziale miglioramento porta a pensare che il prioblema sia sostanzialmente più di tipo "idraulico" che "infiammatorio" o simili. Diremmo che sia essenziale una rivalutazione in questo senso con la ripetizione di un paio di flussometrie ed una uretro-cistoscopia. Le recidive di stenosi del collo vescicale sono rare, ma comunque possibili.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Utente
Grazie Dottore della Sua pronta risposta.
Con il termine stenosi mi riferivo al restringimento dell'uretra diagnosticato dalla urografia retrograda e minzionale poi contraddetto in sclerosi del collo dal dottore in seguito a uretrocistoscopia.
L'urologo, avvertito della ricomparsa del problema, e diagnosticata l'infiammazione cronica della prostata ( dolente al tatto ) dice che a suo parere sebbene la sclerosi al collo sia stata eliminata, l'avere la prostata infiammata porta gli stessi sintomi della sclerosi vescicale. O meglio, prima dell'operazione si pensava che la sclerosi causasse la prostatite ad esempio per il cattivo svuotamento della vescica mentre ora si pensa che la sclerosi vescicale fosse stata causata dalla prostatite. In merito invece al periodo paradisiaco post-intervento preciso che esso è durato molto poco e che pochi giorni dopo l'operazioni mi è stata prescritta una cura antibiotica di una decina di giorni poichè nell'immediato non andavo niente bene . La cura antibiotica sortisce sempre ottimi risultati ma di breve durata.
Con il termine stenosi mi riferivo al restringimento dell'uretra diagnosticato dalla urografia retrograda e minzionale poi contraddetto in sclerosi del collo dal dottore in seguito a uretrocistoscopia.
L'urologo, avvertito della ricomparsa del problema, e diagnosticata l'infiammazione cronica della prostata ( dolente al tatto ) dice che a suo parere sebbene la sclerosi al collo sia stata eliminata, l'avere la prostata infiammata porta gli stessi sintomi della sclerosi vescicale. O meglio, prima dell'operazione si pensava che la sclerosi causasse la prostatite ad esempio per il cattivo svuotamento della vescica mentre ora si pensa che la sclerosi vescicale fosse stata causata dalla prostatite. In merito invece al periodo paradisiaco post-intervento preciso che esso è durato molto poco e che pochi giorni dopo l'operazioni mi è stata prescritta una cura antibiotica di una decina di giorni poichè nell'immediato non andavo niente bene . La cura antibiotica sortisce sempre ottimi risultati ma di breve durata.
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Vi sono dei dettagli importanti di cui è a conoscenza solo chi l'ha valutata internamente e che non possono essere trasmessi tranne che con le immagini, le quali non vengono però abitualmente ottenute. Questo suo pieno benessere nell'immediato lascia però perplessi, perché in genere accade proprio il contrario e necessitano alcune settimane per stabilizzre la situazione.
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Utente
Si ha ragione, durante la uretrocistoscopia, è stato fatto un filmato ma non sono riuscito ad averlo.
Proviamo però a ipotizzare e dare per assodato che: la sclerosi del collo sia stata risolta ma permanga l'infiammazione abatterica della prostata e i sintomi correlati alla patologia. Prendendo gli antibiotici la prostata si disinfiamma ma essendo la causa non dovuta a batteri l'effetto ha breve durata. Cosa farebbe in questo caso?
Proviamo però a ipotizzare e dare per assodato che: la sclerosi del collo sia stata risolta ma permanga l'infiammazione abatterica della prostata e i sintomi correlati alla patologia. Prendendo gli antibiotici la prostata si disinfiamma ma essendo la causa non dovuta a batteri l'effetto ha breve durata. Cosa farebbe in questo caso?
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In linea di massima, la prostatite sarà fastidiosa, ma non causa importante ostruzione al flusso. Quando questo accade è meglio farsi delle domande e cercare delle risposte. Ebbene, a noi picerebbe essere certi che la sua uretra ed il suo collo della vescica siano ancora oggi ben aperti come subito dopo l'intervento.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 13.1k visite dal 06/09/2016.
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Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.