Carcinoma prostatico Gleason 9

Gentilissimi dottori,
scrivo per chiedere un parere sul carcinoma prostatico diagnosticato a mio padre che compirà 62 anni a ottobre. A seguito di lievi disturbi alla minzione si è sottoposto agli inizia di luglio visita urologica e misurazione del PSA, i quali hanno evidenziato un netto aumento di consistenza e durezza della prostata e un valore del PSA pari a 13,04 ng/mL. Sottoposto a biopsia i primi di agosto, l'esame ha diagnosticato la presenza di adenocarcinoma acinare in tutti e 12 i frustoli prelevati, con score 9 (5+4) di Gleason, Grade Group V, bilaterale. Il 22 agosto e il 26 agosto si è sottoposto rispettivamente a TAC total body e scintigrafia ossea total body, le quali non hanno riscontrato lesioni o particolari anomalie, eccetto per la marcata disomogeneità della prostata, con una formazione vegetante infiltrante il pavimento vescicale ed aggettante nel lume, disomogeneamente vascolarizzata, con diametro massimo 35mm. Sia l'urologo che ha letto gli esiti della biopsia sia un altro urologo consultato da mio padre hanno consigliato prostatectomia radicale con tecnica "open" + linfoadenectomia bilaterale. Mio padre nel frattempo si era informato riguardo gli interventi di prostatectomia ed era venuto a conoscenza della possibilità di intervenire tramite robot. Essendo mio padre e la mia famiglia intimoriti riguardo l'invasività, volevo sapere secondo la vostra esperienza e nel limite delle informazioni da me fornite, se l'intervento "open" è quello che può dare migliori risultati nella rimozione del tumore o se vi è la possibilità di valutare tecniche meno invasive. Aggiungo che l'ospedale presso il quale è stato visitato non è dotato di robot Da Vinci. Attendendo una vostra risposta e ringraziandovi per la disponibilità, vi auguro una buona giornata.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Innanzi tutto sarebbe opportuno completare la valutazione con una endoscopia dlele basse vie urinarie (uretro-cistoscopia) per definire con certezza questa "formazione vegetante infiltrante il pavimento vescicale ed aggettante nel lume", poiché questo teoricamente potrebbe anche modificare le indicazioni. La malattia è indubbiamente molto aggressiva (Gleason 9) ma se non vi sono localizzazioni a distanza, l'intervento è l'unica soluzione pausibile, se non vi sono altre controindicazioni di carattere generale.
A parte questo, la prostatectomia eseguita a cielo aperto od in laparoscopia robotizzata hanno un risultato confrontabile per quanto riguarda la radicalità oncologica. La laparoscopia è però ovviamente assai meno invasiva e questo riduce le perdite di sangue, permette una migliore dissezione anatomica e riduce i tempi di degenza post-operatori, con più rapida ripresa della minzione spontanea e della continenza urinaria. Ciò detto, molto conta anche l'esperienza specifica del chirurgo, nel senso che forse è meglio una eccellente prostatectomia a cielo aperto eseguita da un chirurgo esperto che una laparoscopica di un operatore alle prime armi. Pertanto, piuttosto che "inseguire" la tecnologia, magari con grosse difficoltà logistiche dovute alla distanza, è opportuno individuare uno specialsita con il qiale si riesca ad intrattenere il miglior rapporto di comunicazione e fiducia.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Buongiorno dottore,
la ringrazio per il suo parere e per i chiarimenti che mi ha fornito. Mio padre ha sciolto i suoi dubbi riguardanti la tecnica a cielo aperto e l'8 settembre verrà operato. Sperando che l'intervento vada per il meglio la ringrazio ancora per la sua disponibilità
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