Hifu e Crioterapia qualiTerapie salvataggio dopo prostatectomia radicale
Dopo intervento chirurgico di prostatectomia radicale nel 2011, l'esame istologico citava multipli focolai di adenocarcinoma prostatico bilaterale Gleason score 6 (3+3) esteso ad entrambi gli apici e focalmente infiltrante il tessuto adiposo periprostatico con estese aree di fibrosi e di flogosi cronica; segni di infiltrazione perineurale.
Margini di resezione chirurgica, vescicole seminali e deferenti indenni.
6 linfonodi compresi nel prelievo con iperplasia follicolare e lipomatosi.
G2pT3aN0Mx.
Il PSA si è mantenuto indosabile fino al 2014 <0,03 , e con lenta risalita dal 2014 fino ad oggi con PSA 0,068.
Nel momento in cui dovrò prendere una decisione sulla terapia di salvataggio, possono essere risolutive e curative al pari della radioterapia le terapie Hifu e Crioterapia?
Grazie molte
Margini di resezione chirurgica, vescicole seminali e deferenti indenni.
6 linfonodi compresi nel prelievo con iperplasia follicolare e lipomatosi.
G2pT3aN0Mx.
Il PSA si è mantenuto indosabile fino al 2014 <0,03 , e con lenta risalita dal 2014 fino ad oggi con PSA 0,068.
Nel momento in cui dovrò prendere una decisione sulla terapia di salvataggio, possono essere risolutive e curative al pari della radioterapia le terapie Hifu e Crioterapia?
Grazie molte
[#1]
I valori del PSA sono ancora lontanissimi da quelli che definiscono una ripresa biochimica di malattia (0,2 ed oltre). Pertanto può stare più che sereno. Quando si manifesta una simile condizione, nella quasi totalità dei casi gli accertamenti diagnostici a nostra disposizione oggi non permettono di individuare il punto preciso dove questo PSA viene prodotto, ammeso e non concesso che si tratti poi di tessuto neoplastico. pertanto non è possibile efettuare delle applicazioni "mirate" per definizione, come l'HIFU o la crioterapia. Pertanto l'unica possibilità di agire "a tappeto" è oggi quella della radioterapia pelvica. E' però molto probabile che in futuro si renderanno disponibili delle opzioni terapeutiche più efficaci e prive di effetti collaterali.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Grazie Dottore,
approfitto ancora per chiederle :
il PSA prodotto potrebbe quindi non derivare da tessuto neoplastico?
Le opzioni terapeutiche più efficaci e prive di effetti saranno disponibili a breve o siamo ancora lontani? C'è la possibilità di documentarmi ?
Grazie per la sua qualificata risposta
approfitto ancora per chiederle :
il PSA prodotto potrebbe quindi non derivare da tessuto neoplastico?
Le opzioni terapeutiche più efficaci e prive di effetti saranno disponibili a breve o siamo ancora lontani? C'è la possibilità di documentarmi ?
Grazie per la sua qualificata risposta
[#3]
Il PSA è un marcatore tumorale di bassa qualità, in quanto è prodotto anche dal tessuto prostatico normale. Dopo l'asportazione radicale della prostata teoricamente i valori dovrebebro azzerarsi stabilmente, cosa che non accade praticamente mai, per motivi imprecisati. Quello che porta a pensare che vi siano ancora tracce di tessut otumorale è il fatto che i valori tendano a salire progressivamente nel tempo. Lo sviluppo futuro, più che sulle modalità di intervento, verterà sulla possibilità diagnostica di individuare il punto esatto in cui PSA viene prodotto. Oggi questo non è possibile per valori di PSA inferiori all'unità utilizznado i mezzi diagnostici attuali, in particolate la PET.
[#4]
Aggiungo per precisione che la radioterapia è' l'unica arma efficace e disponibile per il trattamento di salvataggio dopo prostatectomia.
La radioterapia è' efficace fino al 75 percento dei casi nel controllare il PSA in progressione dopo l'intervento. Fate oltretutto benissimo a monitorizzare strettamente il PSA. Il valore attuale è' rassicurante ma un trend in rialzo sarebbe meritevole di attenzioni.
La radioterapia di salvataggio è' infatti più efficace a valori molto bassi (già due rialzi sopra 0.2 sebbene molti studi vanno già verso una valutazione a valori ancora più bassi cioè quando il PSA da indosabile diventa dosabile). Bassi valori indicano una popolazione tumorale in recidiva ancora limitata e pertanto responsiva alla radioterapia ed è' in quella fase che è' ancora recuperabile. La radioterapia ha oltretutto migliorato la tollerabilità con le tecniche moderne di IGRT(guida di immagini) e intensità modulata (IMRT) che ad esempio nel mio reparto sono lo standard per tutti i pazienti.
Sempre per farle un quadro chiaro: HIFU e crioterapia sono invece utili solo con la prostata in sede e anch'essi non sono scevri da significativi effetti collaterali come fistole e ulcerazioni.
La radioterapia è' efficace fino al 75 percento dei casi nel controllare il PSA in progressione dopo l'intervento. Fate oltretutto benissimo a monitorizzare strettamente il PSA. Il valore attuale è' rassicurante ma un trend in rialzo sarebbe meritevole di attenzioni.
La radioterapia di salvataggio è' infatti più efficace a valori molto bassi (già due rialzi sopra 0.2 sebbene molti studi vanno già verso una valutazione a valori ancora più bassi cioè quando il PSA da indosabile diventa dosabile). Bassi valori indicano una popolazione tumorale in recidiva ancora limitata e pertanto responsiva alla radioterapia ed è' in quella fase che è' ancora recuperabile. La radioterapia ha oltretutto migliorato la tollerabilità con le tecniche moderne di IGRT(guida di immagini) e intensità modulata (IMRT) che ad esempio nel mio reparto sono lo standard per tutti i pazienti.
Sempre per farle un quadro chiaro: HIFU e crioterapia sono invece utili solo con la prostata in sede e anch'essi non sono scevri da significativi effetti collaterali come fistole e ulcerazioni.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#5]
Utente
Grazie dott.Alongi per le precisazioni,
come Lei dice molti studi vanno già verso una valutazione a valori ancora più bassi cioè quando il PSA da indosabile diventa dosabile, però da quello che ho letto e capito non esistono esami strumentali che con PSA poco più che indosabile (inferiore a 0,2) siano in grado di stabilire l'esatta posizione della recidiva.
Come è quindi possibile intervenire con precisione e centrare la popolazione tumorale in recidiva ?
come Lei dice molti studi vanno già verso una valutazione a valori ancora più bassi cioè quando il PSA da indosabile diventa dosabile, però da quello che ho letto e capito non esistono esami strumentali che con PSA poco più che indosabile (inferiore a 0,2) siano in grado di stabilire l'esatta posizione della recidiva.
Come è quindi possibile intervenire con precisione e centrare la popolazione tumorale in recidiva ?
[#6]
Infatti, come abbiamo cercato di farle comprendere, non è possibile (almeno oggi) effettuare una terapia veramente mirata e, quando si ritiene opportuno, la radioterapia pelvica è quanto di meglio si può pensare di fare. Tenga conto che nulla in medicina è privo di effetti collaterali, pertanto le indicazioni debbono essere sempre prese alla luce di un'attento bilancio tra svantaggi e benefici.
[#7]
Carissimo, si ipotizza che a valori abbastanza bassi (inferiori a 0.5) e/o con velocità di raddoppiamento superiore ai 6-9 mesi, la malattia (quando presente come recidiva) abbia una cinetica ed una aggressività limitata e pertanto possa essere ancora a livello della loggia prostatica o in ambito pelvico. Quindi, sulla malattia microscopica la radioterapia, sebbene non mirata su una malattia macroscopicamente visibile (come quella con prostata in sede), può essere molto efficace nello sterilizzare i focolai di cloni tumorali residui a livello loco-regionale.
Questo è' dimostrato dal fatto che in più dei 3/4 dei pazienti irradiati con RT di salvataggio il PSA ha un significativo calo già al primo controllo post-trattamento.
Se invece la malattia ha un andamento rapido di crescita di PSA o valori già superiori a 1, dopo l'intervento, la possibilità di avere una malattia ancora locale si riduce progressivamente all'aumento del PSA o della sua velocità di crescita e la radioterapia può essere meno o per nulla efficace.
Per questo è' decisivo monitorizzare con il suo medico con serena attenzione ogni rialzo verso la dosabilità e soprattutto sopra valori di 0.20
Questo è' dimostrato dal fatto che in più dei 3/4 dei pazienti irradiati con RT di salvataggio il PSA ha un significativo calo già al primo controllo post-trattamento.
Se invece la malattia ha un andamento rapido di crescita di PSA o valori già superiori a 1, dopo l'intervento, la possibilità di avere una malattia ancora locale si riduce progressivamente all'aumento del PSA o della sua velocità di crescita e la radioterapia può essere meno o per nulla efficace.
Per questo è' decisivo monitorizzare con il suo medico con serena attenzione ogni rialzo verso la dosabilità e soprattutto sopra valori di 0.20
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.7k visite dal 30/07/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.