Dinamica di una colica
Buongiorno,
prima di parlare dell'argomento vero e proprio intuibile dal titolo, faccio un breve riassunto della mia storia clinica che mi ha portato ad ora:
- Novembre 2014. Un'ecografia al rene sinistro mostra, al passaggio tra terzo superiore e terzo medio un calcolo intracaliceale di 6-7mm. L'urologo mi suggerisce terapia con citrato di potassio e magnesio, con aggiornamento dopo un anno. Tale controllo ecografico è stato richiesto dopo 3 anni passati con dolori in zona addominale sinistra anteriore, che passavano solo coricandomi sul lato dx; tali dolori sono stati valutati come problemi di postura e trattati, inutilmente, con fisioterapia e ginnastica correttiva.
-Novembre 2015. Dopo un anno di dolori come i precedenti, una nuova ecografia mostra come il calcolo sia rimasto inviariato come posizione ma sia diventato di 9mm. A questo punto l'urologo suggerisce trattamento ESWL.
-Gennaio 2016. Primo trattamento con ESWL extracorporea. Il calcolo mantiene la sua posizione ma le dimensioni scendono a circa 6,5mm, sebbene non abbia visto nè frammenti espulsi con urine e non abbia tantomeno avuto coliche. Si suggerisce dunque un altro trattamento con ESWL (Inciso: i vecchi " dolori" sono intanto passati, dunque evidente il legame tra il calcolo ed essi)
-Marzo 2016. Secondo trattamento con ESWL. L'ecografia e RX successivi mostrano che "il calcolo renale, di 6,5mm, in sede più caudale, al giunto pileo ureterale ma ancora intratenale, con lieve ipotonia calico pielca". A questo punto mi si suggerisce un'ulteriore litotrissia extracorporea..
-Maggio 2016. Terza ESWL. Al termine del trattamento ho coliche con ricovero in ospedale. Il giorno dopo dimissioni, con ancora coliche notturne che mi costringono ad andare al PS (qui mi viene fatta un'eco mirata, con il risultato di idronefrosi di 1° grado, senza versamento e non apparentemente più visiible il calcolo). Dopo dimissione non ho più problemi e il giorno dopo espello due sassolini, circa di 3,5 e 1,5 mm di diametro (composizione: ossalato di calcio).
-Inizio Giugno. Per effetto di "punzecchiature" che sento all'altezza del rene eseguo un'ecografia la quale rileva "residuo calcolotico 7x3,5mm senza dilatazione delle cavità calico-pieliche omolaterali", sostanzialmente nella stessa posizione di prima.
-Metà Giugno. L'urologo mi consiglia di non procedere con un ulteriore "bombardamento" ma di attendere almeno fino ad ottobre. Nel frattempo LIthos in bustine e condurre una vita regolare con eventuali vacanze. Nel frattampo avverto ogni tanto dolore vago testicolare a sinistra.
(continua...)
prima di parlare dell'argomento vero e proprio intuibile dal titolo, faccio un breve riassunto della mia storia clinica che mi ha portato ad ora:
- Novembre 2014. Un'ecografia al rene sinistro mostra, al passaggio tra terzo superiore e terzo medio un calcolo intracaliceale di 6-7mm. L'urologo mi suggerisce terapia con citrato di potassio e magnesio, con aggiornamento dopo un anno. Tale controllo ecografico è stato richiesto dopo 3 anni passati con dolori in zona addominale sinistra anteriore, che passavano solo coricandomi sul lato dx; tali dolori sono stati valutati come problemi di postura e trattati, inutilmente, con fisioterapia e ginnastica correttiva.
-Novembre 2015. Dopo un anno di dolori come i precedenti, una nuova ecografia mostra come il calcolo sia rimasto inviariato come posizione ma sia diventato di 9mm. A questo punto l'urologo suggerisce trattamento ESWL.
-Gennaio 2016. Primo trattamento con ESWL extracorporea. Il calcolo mantiene la sua posizione ma le dimensioni scendono a circa 6,5mm, sebbene non abbia visto nè frammenti espulsi con urine e non abbia tantomeno avuto coliche. Si suggerisce dunque un altro trattamento con ESWL (Inciso: i vecchi " dolori" sono intanto passati, dunque evidente il legame tra il calcolo ed essi)
-Marzo 2016. Secondo trattamento con ESWL. L'ecografia e RX successivi mostrano che "il calcolo renale, di 6,5mm, in sede più caudale, al giunto pileo ureterale ma ancora intratenale, con lieve ipotonia calico pielca". A questo punto mi si suggerisce un'ulteriore litotrissia extracorporea..
-Maggio 2016. Terza ESWL. Al termine del trattamento ho coliche con ricovero in ospedale. Il giorno dopo dimissioni, con ancora coliche notturne che mi costringono ad andare al PS (qui mi viene fatta un'eco mirata, con il risultato di idronefrosi di 1° grado, senza versamento e non apparentemente più visiible il calcolo). Dopo dimissione non ho più problemi e il giorno dopo espello due sassolini, circa di 3,5 e 1,5 mm di diametro (composizione: ossalato di calcio).
-Inizio Giugno. Per effetto di "punzecchiature" che sento all'altezza del rene eseguo un'ecografia la quale rileva "residuo calcolotico 7x3,5mm senza dilatazione delle cavità calico-pieliche omolaterali", sostanzialmente nella stessa posizione di prima.
-Metà Giugno. L'urologo mi consiglia di non procedere con un ulteriore "bombardamento" ma di attendere almeno fino ad ottobre. Nel frattempo LIthos in bustine e condurre una vita regolare con eventuali vacanze. Nel frattampo avverto ogni tanto dolore vago testicolare a sinistra.
(continua...)
[#1]
caro utente se il calcolo non va via dopo eswl è perché non riesce ad uscire perché si sarà creato un edema attorno al calcolo, allora potrebbe essere indicata più che l'eswl un ureteroscopia per rimuovere definitivamente il calcolo
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
Utente
Grazie per la risposta. Vorrei terminare la storia clinica che prima, a causa del limite caratteri, non ho potuto concludere.
-Venerdì scorso. Durante la notte ho avuto violente coliche, inutili le due iniezioni di Diclofenac. Nel mattino mi reco al PS, dove mi sottopongono a Eco e Rx. L'Ecografia non "vede" il calcolo ma rivela "idronefrosi di III grado a sinistra con diamentro massimo della pelvi renale di circa 25mm. Concomita ectasia ureterale omolaterale, sin dove valutabile con diametro max. del tratto prossimale dell'uretere di 6mm. Non apprezzabile calcolo a valle". La radiografia invece dice che: "In proiezione paravertebrale sinistra all'altezza di L4 si segnala immagine ovalare radiopaca del diametro longitudinale massimo di circa 7,6mm. In conclusione vengo dimesso con la seguente terapia: antibiotico per 5gg+tamsulosina per 10gg.
Da venerdì scorso non ho più avuto coliche. Le domande che vi sottopongo sono le seguenti:
1) Attualmente sento punzecchiare sempre nell'intorno del rene e più sporadicamente 4-5 cm sotto l'ombelico in zona vescica. Avverto inoltre una sensazione di rigidità non bene definita in un punto interno del fianco sinistro, all'altezza dell'ombelico (anche se ciò può essere associato a qualcosa derivante dall'intestino, visto un po' di stitichezza che ho in questi giorni). A mio parere questi segnali possono essere interpretati come il calcolo presente nell'uretere che, per effetto della sua dimensione, tira da una parte e dall'altra l'uretere, il quale sebbene sia elastico esercita delle forze di vincolo sulle estremità, e cioè su rene e vescica. Da cui le "punzecchiature" che percepisco. Vi sembra una valida teoria? Fermo restando che i dolori addominali sono spesso vaghi e non sempre ascrivibili a zone specifiche.
2) Nel corso della mia storia clinica ho incontrato svariati urologi con opinioni contrastanti: ad esempio diversi mi hanno consigliato il citrato di potassio, altri lo ritengono inutile; alcuni mi consigliano di bere molto, altri poco, in fase di espulsione del calcolo. A questo proposito vorrei chiedervi: nelle condizioni in cui attualmente sono, è un bene o un male bere liquidi ragionevolmente? Da una parte c'è chi dice che è meglio bere poco perchè il calcolo scende principalmente per la peristalsi dell'uretere e non per l'acqua in sè e dunque bevendo si rischia di creare un "tappo" e dunque coliche con danneggiamento dei reni. Dall'altra parte c'è chi dice di bere regolarmente e di mantenermi idratato, quasi "fregandosene" del rischio di colica. Qual è la vostra opinione in merito?
3) L'ultimo punto riguarda la dinamica vera e propria del transito di questo calcolo. Non riesco proprio a capire la sua evoluzione negli ultimi giorni, in quanto nel corso delle prime coliche, quando cioè ho espulso quei frammentini, ho "risolto" tutto nel giro di un paio di giorni. Successivamente, a parte punzecchiature e dolori vaghi al testicolo sinistro, non ho avuto più nulla. Non mi è chiaro perchè adesso siano passati ormai 3 giorni relativamente stabili. Perchè? Anzitutto il frammento in circolo adesso è grande più del doppio dei precedenti, per cui dovrei aver coliche per un niente, in quanto farebbe più facilmente da tappo. E' vero che è anche più difficile da far passare nel "canale", però occupando più spazio dovrebbe anche causarmi più dolori e inconvenienti. Inoltre prima il calcolo era nella pelvi e sostanzialmente non intralciava il flusso di urina. Adesso è proprio in mezzo all'uretere e costituisce un'ostruzione: perchè sto passando 3 giorni tutto sommato tranquilli? E' possibile che il calcolo stia comunque passando, lentamente, per effetto della peristalsi? O è rimasto incastrato momentaneamente in modo da non causare apparentemente (e fortunosamente) problemi? E infine, quanto gli mancherebbe per raggiungere la vescica, stando all'ultime analisi fatte (soprattutto come posizione, più che velocità)?
Settimana prossima dovrò fare ulteriori esami di aggiornamento della situazione. Nel frattempo comunque vorrei ricevere da voi un'opionione sulla situazione attuale, alla luce anche della storia clinica che vi ho sopra descritto. Grazie molte, attendo curioso il vostro parere.
-Venerdì scorso. Durante la notte ho avuto violente coliche, inutili le due iniezioni di Diclofenac. Nel mattino mi reco al PS, dove mi sottopongono a Eco e Rx. L'Ecografia non "vede" il calcolo ma rivela "idronefrosi di III grado a sinistra con diamentro massimo della pelvi renale di circa 25mm. Concomita ectasia ureterale omolaterale, sin dove valutabile con diametro max. del tratto prossimale dell'uretere di 6mm. Non apprezzabile calcolo a valle". La radiografia invece dice che: "In proiezione paravertebrale sinistra all'altezza di L4 si segnala immagine ovalare radiopaca del diametro longitudinale massimo di circa 7,6mm. In conclusione vengo dimesso con la seguente terapia: antibiotico per 5gg+tamsulosina per 10gg.
Da venerdì scorso non ho più avuto coliche. Le domande che vi sottopongo sono le seguenti:
1) Attualmente sento punzecchiare sempre nell'intorno del rene e più sporadicamente 4-5 cm sotto l'ombelico in zona vescica. Avverto inoltre una sensazione di rigidità non bene definita in un punto interno del fianco sinistro, all'altezza dell'ombelico (anche se ciò può essere associato a qualcosa derivante dall'intestino, visto un po' di stitichezza che ho in questi giorni). A mio parere questi segnali possono essere interpretati come il calcolo presente nell'uretere che, per effetto della sua dimensione, tira da una parte e dall'altra l'uretere, il quale sebbene sia elastico esercita delle forze di vincolo sulle estremità, e cioè su rene e vescica. Da cui le "punzecchiature" che percepisco. Vi sembra una valida teoria? Fermo restando che i dolori addominali sono spesso vaghi e non sempre ascrivibili a zone specifiche.
2) Nel corso della mia storia clinica ho incontrato svariati urologi con opinioni contrastanti: ad esempio diversi mi hanno consigliato il citrato di potassio, altri lo ritengono inutile; alcuni mi consigliano di bere molto, altri poco, in fase di espulsione del calcolo. A questo proposito vorrei chiedervi: nelle condizioni in cui attualmente sono, è un bene o un male bere liquidi ragionevolmente? Da una parte c'è chi dice che è meglio bere poco perchè il calcolo scende principalmente per la peristalsi dell'uretere e non per l'acqua in sè e dunque bevendo si rischia di creare un "tappo" e dunque coliche con danneggiamento dei reni. Dall'altra parte c'è chi dice di bere regolarmente e di mantenermi idratato, quasi "fregandosene" del rischio di colica. Qual è la vostra opinione in merito?
3) L'ultimo punto riguarda la dinamica vera e propria del transito di questo calcolo. Non riesco proprio a capire la sua evoluzione negli ultimi giorni, in quanto nel corso delle prime coliche, quando cioè ho espulso quei frammentini, ho "risolto" tutto nel giro di un paio di giorni. Successivamente, a parte punzecchiature e dolori vaghi al testicolo sinistro, non ho avuto più nulla. Non mi è chiaro perchè adesso siano passati ormai 3 giorni relativamente stabili. Perchè? Anzitutto il frammento in circolo adesso è grande più del doppio dei precedenti, per cui dovrei aver coliche per un niente, in quanto farebbe più facilmente da tappo. E' vero che è anche più difficile da far passare nel "canale", però occupando più spazio dovrebbe anche causarmi più dolori e inconvenienti. Inoltre prima il calcolo era nella pelvi e sostanzialmente non intralciava il flusso di urina. Adesso è proprio in mezzo all'uretere e costituisce un'ostruzione: perchè sto passando 3 giorni tutto sommato tranquilli? E' possibile che il calcolo stia comunque passando, lentamente, per effetto della peristalsi? O è rimasto incastrato momentaneamente in modo da non causare apparentemente (e fortunosamente) problemi? E infine, quanto gli mancherebbe per raggiungere la vescica, stando all'ultime analisi fatte (soprattutto come posizione, più che velocità)?
Settimana prossima dovrò fare ulteriori esami di aggiornamento della situazione. Nel frattempo comunque vorrei ricevere da voi un'opionione sulla situazione attuale, alla luce anche della storia clinica che vi ho sopra descritto. Grazie molte, attendo curioso il vostro parere.
[#3]
Utente
Buongiorno,
vorrei aggiornare la situazione.
Stamattina ho avuto una colica. Sostanzialmente il dolore si è irradiato da circa 6cm sotto l'ombelico e 2cm a sx.. A tal punto che ho sperato fosse l'ora che questo calcolo stesse finalmente entrando in vescica. Tuttavia dopo un paio d'ore il dolore s'è propagato nella zona del testicolo sinistro e in un punto, per me incomprensibile, situato all'incirca sulla punta della cresta iliaca sx. A questo punto sono stato costretto a un'iniezione di diclofenac in quanto insopportabile, e in circa un'ora m'è passato, anche se lamento ancora qualche dolorino nelle parti basse che a sensazione rimangono instabili.
A questo proposito, vorrei capire: esiste una correlazione tra dove appare il dolore e dove è effettivamente il calcolo? Il dolore nella zona del rene sulla schiena è sensibilmente diminuito e, lo spostamento diciamo in avanti delle fitte sembrerebbe un segnale che il calcolo si stia muovendo e stia raggiungendo le parti basse. Non mi è chiaro però quel dolore all'anca che si alternava con quello in zona vescicale, quasi in maniera oscillatoria. Come posso interpretarlo? Grazie
vorrei aggiornare la situazione.
Stamattina ho avuto una colica. Sostanzialmente il dolore si è irradiato da circa 6cm sotto l'ombelico e 2cm a sx.. A tal punto che ho sperato fosse l'ora che questo calcolo stesse finalmente entrando in vescica. Tuttavia dopo un paio d'ore il dolore s'è propagato nella zona del testicolo sinistro e in un punto, per me incomprensibile, situato all'incirca sulla punta della cresta iliaca sx. A questo punto sono stato costretto a un'iniezione di diclofenac in quanto insopportabile, e in circa un'ora m'è passato, anche se lamento ancora qualche dolorino nelle parti basse che a sensazione rimangono instabili.
A questo proposito, vorrei capire: esiste una correlazione tra dove appare il dolore e dove è effettivamente il calcolo? Il dolore nella zona del rene sulla schiena è sensibilmente diminuito e, lo spostamento diciamo in avanti delle fitte sembrerebbe un segnale che il calcolo si stia muovendo e stia raggiungendo le parti basse. Non mi è chiaro però quel dolore all'anca che si alternava con quello in zona vescicale, quasi in maniera oscillatoria. Come posso interpretarlo? Grazie
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 25/07/2016.
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