Difficoltà nella minzione, stenosi uretrale sospetta

Buonasera,
sono una ragazza di 26 anni, da 2 anni e mezzo alle prese con disuria. (Non ho subito interventi chirurgici nella mia vita né cadute o altro).
All'inizio il disturbo aveva durata max di 4 gg ogni 2, 3 mesi. Col passare del tempo, però, la frequenza e la durata è progressivamente aumentata fino ad arrivare anche a 15 giorni ogni mese.
In sostanza ho difficoltà ad iniziare la minzione soprattutto al risveglio mattutino, mi sforzo e riesco ad urinare solo poche gocce o un flusso molto sottile e breve, con conseguente pancia molto gonfia e tesa. Nel corso della giornata, bevo acqua regolarmente per stimolare la minzione e riesco ad urinare, anche se con mitto non abbondante, a volte interrotto e con la sensazione costante di mancato svuotamento vescicale, il che mi porta ad urinare un numero di volte superiore al normale (circa 11 al gg). Dopo cena, ritorno ad avere maggiori difficoltà nella minzione, con flusso breve e spesso vado a letto con fastidio ai fianchi, credo all'altezza dei reni e con addome sempre gonfio.

Ho iniziato a rivolgermi ad un urologo l'anno scorso. Gli esami delle urine e urinocoltura sono risultati buoni, assente sviluppo flora batterica e niente sviluppo di miceti, aspetto opalino, reazione 5 ph, peso specifico 1.020, tracce di emoglobina e alcune cellule basse vie. Il medico mi ha prescritto l'antibiotico Ciproxin per 6 mesi che non ha sortito effetti.
Ho eseguito un'ecografia alla vescica con valutazione del residuo post-minzionale di 60 cc. La vescica risulta distesa. Lo stesso medico ha continuato a prescrivermi Ciproxin che, però, io non ho voluto più prendere.

Mi sono recata presso un secondo urologo che mi ha fatto fare un esame urodinamico invasivo e l'uroflussometria, ipotizzando (prima degli esami) che poteva essersi ristretto il " buchetto" da dove fuoriesce l'urina e che poteva rendersi necessario inserire una serie di cateteri via via più grandi.Questo medico purtroppo non ha potuto più avermi in cura.

Risultati dell'urodinamico e uroflussometria: volume vuotato di 251 ml con Q max di 14.2 ml/sec. Il residuo post flow è assente. Timing 53 sec. Morfologia della curva di flusso appare intercisa. 1° stimolo a 200 ml con stimolo max a 250 ml. Assenza di contrazioni non inibite. Le conclusioni: non si rilevano importanti deficit della fase di riempimento e/o svuotamento vescicale. Sarebbe consigliabile un calibrage dell'uretra per escludere un'ostruzione.

Ho anche rifatto gli esami delle urine e urinocoltura: nessun batterio è stato rilevato né emoglobina(come invece vi era prima). Ho eseguito anche un tampone ma nessuna infezione.
Un terzo urologo, leggendo i vari esami, ha sospettato stenosi uretrale o problemi al collo vescicale, consigliandomi esami invasivi. Sono, però, impaurita dai rischi del calibraggio e cistoscopia! Sono necessari o magari può essere una contrattura pelvica? Esistono esami meno invasivi per avere finalmente una diagnosi?
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
G.le utente
Il flusso mi sembra un pó lento per una donna. Probabilmente, in relazione anche alla sintomatologia, sarebbe veramente necessario un calibraggio uretrale e casomai una cistoscopia. Sono esami non dolorosi e nel suo caso importanti perché potrebbero fare diagnosi della causa dei suoi problemi urinari. Mi faccia sapere

Dr. Andrea Bottai
Dirigente medico presso Unità di Urologia
Ospedale Maggiore di Lodi

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Utente
Utente
Gentile dr Bottai,
la ringrazio per la pronta risposta!
Mi sottoporrò allora ai suddetti esami. Se può, mi tolga questo timore: è vero che il calibraggio si fa in più sedute e può portare a lesioni che causano esse stesse tessuto cicatriziale tale da ostruire l'uretra? Come è possibile ridurre tali rischi? E per la cistoscopia devo assumere prima degli antibiotici? Purtroppo, il mio medico non ha detto nulla al riguardo.
Un ultimissima cosa: un'eventuale contrattura pelvica si sarebbe dovuta notare dall'esame urodinamico?

Mi scusi per le continue domande e la ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti!
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Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
Il calibraggio se eseguito correttamente non dovrebbe causare una stenosi ulteriore. Certo è che, se il meato è realmente stenotico, si dovrà un pó forzare per dilatarlo. In tal caso il rischio è da mettere in conto ma non ci sono molte strade. Se poi la stenosi recidiva o è importante, potrà sempre sottoporsi ad una meatotomia che è un piccolo intervento di incisione e resezione del tratto stenotico.
Non sono necessari antibiotici per ciò che deve fare. Contrattura pelvica? Non so bene cosa intende...ma è difficile che tale problema possa portare ad avere tutti questi problemi minzionali. Mi faccia sapere
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Utente
Utente
Capisco, la ringrazio!
Dunque non esistono altre vie per diagnosticare stenosi. Leggo di ecografie all'uretra ( più indicata per uomini) o di uretrografia retrograda come possibili esami da fare. Lei ritiene che il calibraggio sia maggiormente indicato? Mi scusi, ma sono molto tesa e confusa e prima di confermare questi esami, vorrei essere certa che non esistano altre vie percorribili.

La ringrazio per la pazienza,
cordiali saluti!
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Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
Potrebbe fare una uretrografia retrograda e minzionale con valutazione residuo.Però alla fine, in caso di stenosi,dovrebbe comunque dilatare il meato...A presto