Colica renale

Buongiorno
in data 31/05/2016 a seguito di dolori lancinanti prensenti sia nella schiena che nella parte addominale, con conseguente vomito della cena, ho contatto il 118 per essere trasportato al 118. Il dottore che mi ha visitato ha fatto il seguente esame:

Addome piano trattabile non dolente alla palpazione superficiale e profonda, Mc Burney neg blumberg neg. Fegato palpabile all'arco costale Murphy neg. Milza non palpabile. Giordano positivo bilateralmente (sin>dx). Peristalsi presente e valida. Timpanismo enterocolico come di norma. alvo aperto a feci e gas. Labistix: +++ sangue. Si consiglia ecografia renale e vie escretrici e visita urologica ambulatoriale.

L'indomani quindi il 01/06/2016 mi sono recato l'ospedale per eseguire l'esame il quale ha dato il seguente esito:
Milza nei limiti per dimensioni (diametro bipolare di circa 11 cm) ed ecostruttura. Fegato lievemente ingrandito, ad ecostruttura iperriflettente ad impronta steatosica, apparentemente privo di lesioni focali con caratteristiche US di evolutività, in presenza di formazione anecogena cistica polilobata e settata in S5, del diametro di circa 33 mm. Vie biliari intrapatiche non dilatate. Colecisti normodistesa ed alitiasica. Reni nei limiti per dimensioni ed ecostruttura, in presenza di spots iperecogeni in sede caliceale d'ambo i lati, possibilie espressione di microliatiasi.
Idro-uretere-nefrosi di I-II grado a sinistra, a monte di verosimile formazione litiasica a livello dell'uretere prossimale, di circa 8 mm di diametro massimo. Non segni di ristagno urinario a destra. Vescica scarsamente repleta a contenuto anecogeno, priva di difetti di riempimento endoluminali. Prostata lievemente ingrandita (diametro traverso di circa 43 mm) ad ecostruttura disomogenea in presenza di calcificazioni in sede periuretrale. Non versamento liquido libero ai livelli esaminati.

Putroppo nella visita con l'urologica del reparto ho avuto nuovamente un fortissimo dolore che ha indotto al dottore che mi stava visitando di ricoverarmi immediatamente e a sottopormi alla cura espulsiva del calcolo (l'ha definita così il dottore) oltre ad innietarmi un antidolorifico..
Sono stato poi dimesso il giorno 03/06/216 con le seguenti prescrizioni. eseguire una TC addome fra 3 settimane e visita urologica (già prenotate per il 27/06 e 11/07). Assunzione di Lithos 2 bustine al di e in caso di dolore forte Efferalgan 1 g max 3/di. Bere almeno 2/3 litri di liquidi al di.

Le mie richieste sono queste:
che alimentazione devo seguire?
cosa mi devo aspettare nei prossimi giorni?
Vi sono altri antidolorifici meno "dannosi" per lo stomaco del paracetamolo?
Qualora il calcolo non esca naturalmente come si interviene? (internet aiuta ma mi spaventa al tempo stesso)
rimango in attesa di un vostro riscontro e porgo
Cordiali Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Rispondendo per punti.
1) In questa fase l'alimentazione non ha alcuna influenza specifica apprezzabile.
2) L'espulsione spontanea di un calcolo di 8 mm è ragionevolmente difficile, specie se alla diagnosi questo veine riscontrato nella parte alta dell'uretere e deve quindi percorrere un lungo tratto per giungere in vescuica. La possibilità che si ripetano disturbi importanti è purtroppo cospicua, noi le auguriamo ogni bene, ma in effetti se si dovessero ripresentare dolori importanti l'attesa del "miracolo" non sarà certo la scelta migliore e bisognerà magari considerare le indicazioni ad una sollecita risoluzione endoscopica.
3) Il paracetamolo è considerato molto tollerabile dal punto di vista gastrico, anche se nel dolore renale non è certo il farmaco più efficace. Questi sono invece gli antidolorifici detti FANS (es. diclofenac, ketorolac) e questi hanno però dei noti effetti collaerali sullo stomaco che devono essere eventualmente tamponati in modo opportuno.
4) L'intervento di frammentazione/rimozione endoscopica del calcolo è da considerare a bassa invasività ed in mani esperte garantisce una rapida e completa risoluzione del caso. Viene ordinariamente effettuato in anestesia periferica ed in regime di ospedalizzazione diurna.
5) Unicamente ci permettiamo di scoraggiarla dal bere troppa acqua, perché non è mai la spinta da tergo dell'urina a far procedere il calcolo, quanto piuttosto l'aumentata compiacenza delle pareti dell'uretere, ottenuta nei modi più opportuni.
Le consigliamo comunque la lettura di questo nostro articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1194-coliche-renali-trattare-i-sintomi-o-risolvere-il-problema.html

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per le informazioni è solo che adesso mi sento ancora più confuso, nel senso che i medici del reparto di urologia mi hanno solo consigliato di bere tantissimo e basta. Ne medicine ne altro.
Effettivamente, come dice lei, dopo che ho bevuto il rene mi da fastidio che poco dopo passa.
Francamente non so proprio cosa fare, un mio amico dott. naturopata e farmacista mi ha consigliato ad esempio mangiare integrale, bere molto, tanta frutta, evitare i cibi in salamoia o sotto sale e tante altre abitudini per prevenire i calcoli. Nessun accenno alla carne , pesce, uova, dolci, caffè. Le potrà sembra stupido fare queste domande ma regna in me la confusione più totale rimango in attesa di un suo consiglio la saluto cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Nella fase espulsiva non vi è alcun provvedimento alimentare di reale importanza, posto che si tratti di un calcolo a contenuti di calcio, cosa che se non direttamente dimostrata è comunue presumibile. Altre sono le indicazioni dirette ad una "prevenzione" della formazione di altri calcoli in futuro, anche se oggigiorno alla dieta si dà meno importanza di un tempo. Comunque, le consigliamo la lettura di questo nostro articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1402-la-calcolosi-renale-ed-il-dilemma-della-dieta-falsi-miti-e-ragionevoli-certezze.html

Pertanto, per il moemnto non resta di armarsi di una pazienza comunque condizionata alla frequenza ed all'intensità di eventuali sintomi. In ogni caso è opportuno che la situazione si risolva spontaneamente o meno, non oltre 40-60 giorni.
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Utente
Utente
La ringrazio per le informazioni
Cordiali saluti
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