Grave idronefrosi
Gentili Dottori,
Ho una grave idronefrosi al rene destro, in base alle visite specialistiche che ho svolto secondo voi potrò recuperare almeno un 30% di funzionalità nel suddetto rene?Nel malaugurato caso in cui sia necessaria l’asportazione dell’organo per quanti giorni dovrò avere un periodo di convalescenza?
Ecografia di controllo svolta a metà luglio:
Loggia renale destra ed ecostruttura completamente sovvertita dalla presenza di una voluminosa dilatazione.
Non è più apprezzabile la normale architettura renale e la componente cortico midollare appare notevolmente assottigliata.
Rene sinistro aumentato per ipertrofia compensatoria.
Scintigrafia Sequenziale svolta a fine luglio:
Nella loggia renale destra si osserva la presenza di un’ampia area di forma irregolare, di disomogenea rarefazione del segnale scintigrafico, delimitata da un sottile margine di tenue rinforzo, che persiste sostanzialmente immodificata anche nelle fasi più tardive dell’immagine.
Il suo significato è attribuibile ad una voluminosa sacca idronefrotica con un sottile strato di parenchima alla sua periferia.
Assai poco significativo il valore di 11 ml/minuto ricavato dal tentativo alquanto arduo di delimitare il contorno, data l’esiguità e la disomogeneità del segnale.
Non si rileva attività escretrice e la curva attività/tempo mostra un andamento parallelo a quello di scomparsa plasmatica.
Scintigrafia Statica svolta a fine agosto:
Il rene destro è di volume aumentato, ma con parenchima esremamente rarefatto ed assottigliato disomogeneamente attorno ad un’ampia area centrale di segnale pressoché assente.
La captazione del radio farmaco a 4 ore è risultata pari al 55% della dose somministrata,
percentuale deponente per una funzionalità parenchimale totale entro i limiti della norma, ma a quasi completo carico del rene sinistro, data la marcata asimmetria della ripartizione:
Rene sinistro: 95% del totale
Rene destro: 5% del totale.
Esami del sangue svolti i primi di settembre:
BIOCHIMICA CLINICA
Urea: 24
Glicemia: 92
Creatinina: 1,23
SIEROLOGIA E IMMUNOLOGIA
Elettroforesi e Protidemia
Proteine Totali: 8, 09
Albumina: 60,2
Alfa1: 3,3
Alfa2: 8,4
Beta1: 6,7
Beta2: 6,5
Gamma: 14,9
Rapporto A/G: 1,51
Esame urine completo:
Colore: Giallo Paglierino
Aspetto: Limpido
pH: 6,0
Glucosio: 0
Proteine: 0
Emoglobina: 0
Bilirubina :0
Chetoni: 0
Urobilinogeno: 0,2
Nitriti: assenti
Leucociti: 0
Peso specifico: 1006
Esame del sedimento: Rare cellule basse VIE
Urografia svolta a metà settembre:
Nel rene destro non si rileva apprezzabile eliminazione di mezzo di contrasto nei vari urogrammi anche tardivi dopo più di 4 ore dalla perfusione del contrasto, con quadro quindi di rene muto.
Si riconosce nei tomogrammi dopo mezzo di contrasto minima visualizzazione nefrografica parenchimale corticale in forma di sottile falda residua, in relazione a grossolana idronefrosi dei vari gruppi caliceali e verosimilmente della pelvi, in armonia con i dati scintigrafici, in relazione a giuntopatia, per progressiva singolare evoluzione nel tempo di una stenosi congenita pielo-ureterale.
N.B.
In epoca prenatale i medici mi hanno diagnosticato una ectasia delle pelvi bilaterale, con relativo quesito diagnostico di Stenosi bilaterale del GPU al momento della scintigrafia, che ho svolto all’età di 8 mesi.
I reni erano in sede, di forma regolare e di normale grandezza con una filtrazione glomerulare di 99 ml/min
Rene Sx: 49ml/min
Rene Dx: 50ml/min
In base all’ottimo risultato di questa analisi i medici hanno tranquillizzato i miei genitori specificando che non avevo bisogno di ulteriori controlli medici nel corso della mia crescita.
Ho fatto la mia prima ecografia di controllo all’età di 16 anni, cioè nel 2005. il referto è il seguente:
i Reni appaiono bilateralmente in sede, con spessore parenchimale conservato.
A destra si apprezza pielectasia di grado 3, verosimilmente in esito alla pregressa patologia sofferta in epoca neonatale.
A sinistra minima dilatazione delle pelvi.
Non calcoli rilevabili dalla metodica.
Dato che ero minorenne non ho parlato direttamente con il medico che mi ha fatto questo esame.
I miei familiari mi hanno riferito che la patologia non era grave e che secondo il medico non necessitava di approfondimenti e visite ecografiche nel momento in cui i miei valori del sangue e delle urine risultavano perfette e non avevo alcun dolore ai reni.
Intervento chirurgico svolto il 29/9/2008:
Posizionamento dello Stent JJ
Cure mediche prescritte:
Una compressa di Ciproxin ogni 12 h. per 10 giorni.
Ecografia di controllo svolta il 13/10/2008:
A livello del rene destro si segnala riduzione dell’idronefrosi rispetto a quanto evidenziato dall’esame eseguito prima del posizionamento dello stent JJ; permane tuttavia idronefrosi di grado elevato, con stent ben posizionato all’interno della pelvi renale.
L’organo risulta inoltre di dimensioni ridotte con quasi totale scomparsa della componente parenchimale.
Si segnala anche il corretto posizionamento dello stent anche a livello vescicale.
Decorso post-operatorio:
I primi giorni avevo dei discreti dolori alla vescica e urinavo spesso sangue, dopo una settimana circa dall’operazione non ho più fastidi e non ci sono tracce di sangue nelle urine.
Tra un mese e mezzo farò una scintigrafia per valutare una eventuale funzionalità del rene.
Cordiali saluti
Ho una grave idronefrosi al rene destro, in base alle visite specialistiche che ho svolto secondo voi potrò recuperare almeno un 30% di funzionalità nel suddetto rene?Nel malaugurato caso in cui sia necessaria l’asportazione dell’organo per quanti giorni dovrò avere un periodo di convalescenza?
Ecografia di controllo svolta a metà luglio:
Loggia renale destra ed ecostruttura completamente sovvertita dalla presenza di una voluminosa dilatazione.
Non è più apprezzabile la normale architettura renale e la componente cortico midollare appare notevolmente assottigliata.
Rene sinistro aumentato per ipertrofia compensatoria.
Scintigrafia Sequenziale svolta a fine luglio:
Nella loggia renale destra si osserva la presenza di un’ampia area di forma irregolare, di disomogenea rarefazione del segnale scintigrafico, delimitata da un sottile margine di tenue rinforzo, che persiste sostanzialmente immodificata anche nelle fasi più tardive dell’immagine.
Il suo significato è attribuibile ad una voluminosa sacca idronefrotica con un sottile strato di parenchima alla sua periferia.
Assai poco significativo il valore di 11 ml/minuto ricavato dal tentativo alquanto arduo di delimitare il contorno, data l’esiguità e la disomogeneità del segnale.
Non si rileva attività escretrice e la curva attività/tempo mostra un andamento parallelo a quello di scomparsa plasmatica.
Scintigrafia Statica svolta a fine agosto:
Il rene destro è di volume aumentato, ma con parenchima esremamente rarefatto ed assottigliato disomogeneamente attorno ad un’ampia area centrale di segnale pressoché assente.
La captazione del radio farmaco a 4 ore è risultata pari al 55% della dose somministrata,
percentuale deponente per una funzionalità parenchimale totale entro i limiti della norma, ma a quasi completo carico del rene sinistro, data la marcata asimmetria della ripartizione:
Rene sinistro: 95% del totale
Rene destro: 5% del totale.
Esami del sangue svolti i primi di settembre:
BIOCHIMICA CLINICA
Urea: 24
Glicemia: 92
Creatinina: 1,23
SIEROLOGIA E IMMUNOLOGIA
Elettroforesi e Protidemia
Proteine Totali: 8, 09
Albumina: 60,2
Alfa1: 3,3
Alfa2: 8,4
Beta1: 6,7
Beta2: 6,5
Gamma: 14,9
Rapporto A/G: 1,51
Esame urine completo:
Colore: Giallo Paglierino
Aspetto: Limpido
pH: 6,0
Glucosio: 0
Proteine: 0
Emoglobina: 0
Bilirubina :0
Chetoni: 0
Urobilinogeno: 0,2
Nitriti: assenti
Leucociti: 0
Peso specifico: 1006
Esame del sedimento: Rare cellule basse VIE
Urografia svolta a metà settembre:
Nel rene destro non si rileva apprezzabile eliminazione di mezzo di contrasto nei vari urogrammi anche tardivi dopo più di 4 ore dalla perfusione del contrasto, con quadro quindi di rene muto.
Si riconosce nei tomogrammi dopo mezzo di contrasto minima visualizzazione nefrografica parenchimale corticale in forma di sottile falda residua, in relazione a grossolana idronefrosi dei vari gruppi caliceali e verosimilmente della pelvi, in armonia con i dati scintigrafici, in relazione a giuntopatia, per progressiva singolare evoluzione nel tempo di una stenosi congenita pielo-ureterale.
N.B.
In epoca prenatale i medici mi hanno diagnosticato una ectasia delle pelvi bilaterale, con relativo quesito diagnostico di Stenosi bilaterale del GPU al momento della scintigrafia, che ho svolto all’età di 8 mesi.
I reni erano in sede, di forma regolare e di normale grandezza con una filtrazione glomerulare di 99 ml/min
Rene Sx: 49ml/min
Rene Dx: 50ml/min
In base all’ottimo risultato di questa analisi i medici hanno tranquillizzato i miei genitori specificando che non avevo bisogno di ulteriori controlli medici nel corso della mia crescita.
Ho fatto la mia prima ecografia di controllo all’età di 16 anni, cioè nel 2005. il referto è il seguente:
i Reni appaiono bilateralmente in sede, con spessore parenchimale conservato.
A destra si apprezza pielectasia di grado 3, verosimilmente in esito alla pregressa patologia sofferta in epoca neonatale.
A sinistra minima dilatazione delle pelvi.
Non calcoli rilevabili dalla metodica.
Dato che ero minorenne non ho parlato direttamente con il medico che mi ha fatto questo esame.
I miei familiari mi hanno riferito che la patologia non era grave e che secondo il medico non necessitava di approfondimenti e visite ecografiche nel momento in cui i miei valori del sangue e delle urine risultavano perfette e non avevo alcun dolore ai reni.
Intervento chirurgico svolto il 29/9/2008:
Posizionamento dello Stent JJ
Cure mediche prescritte:
Una compressa di Ciproxin ogni 12 h. per 10 giorni.
Ecografia di controllo svolta il 13/10/2008:
A livello del rene destro si segnala riduzione dell’idronefrosi rispetto a quanto evidenziato dall’esame eseguito prima del posizionamento dello stent JJ; permane tuttavia idronefrosi di grado elevato, con stent ben posizionato all’interno della pelvi renale.
L’organo risulta inoltre di dimensioni ridotte con quasi totale scomparsa della componente parenchimale.
Si segnala anche il corretto posizionamento dello stent anche a livello vescicale.
Decorso post-operatorio:
I primi giorni avevo dei discreti dolori alla vescica e urinavo spesso sangue, dopo una settimana circa dall’operazione non ho più fastidi e non ci sono tracce di sangue nelle urine.
Tra un mese e mezzo farò una scintigrafia per valutare una eventuale funzionalità del rene.
Cordiali saluti
[#1]
Buongiorno gent.le utente,
purtroppo in base agli esami da lei riportati credo che le possibilità di recupero della funzionalità del rene destro siano decisamente basse.
data la giovane età un tentativo con il posizionamento di uno stent si può comunque fare prima di decidere di eseguire una nefrectomia.
in casi come il suo la nefrectomia può tranquillamente essere fatta in laparoscopia minimizzando così il trauma sulla parete addominale e consentendo un rapido recupero.
cordialmente
Dr. Ivano Morra
purtroppo in base agli esami da lei riportati credo che le possibilità di recupero della funzionalità del rene destro siano decisamente basse.
data la giovane età un tentativo con il posizionamento di uno stent si può comunque fare prima di decidere di eseguire una nefrectomia.
in casi come il suo la nefrectomia può tranquillamente essere fatta in laparoscopia minimizzando così il trauma sulla parete addominale e consentendo un rapido recupero.
cordialmente
Dr. Ivano Morra
Dr Ivano Morra
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 10.1k visite dal 17/10/2008.
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