Cistite con urocoltura negativa

Salve,
Sono una ragazza di 27 anni che soffre circa 1-2 volte all'anno di cistite con ematuria (per il resto sono perfettamente sana). Giovedì sera ho avuto un episodio di cistite con bruciore alla fine della minzione e sensazione di vescica non completamente svuotata (solo durante una singola pipì ho notato la carta igienica rosata) e odore di pipì acida.

Prima di andare a dormire ho preso una bustina di Monuril perché ero preoccupata che durante la notte la situazione potesse peggiorare (l'ultimo episodio di cistite avvenuto parecchi mesi fa mi ha costretta sul wc per ore con una ematuria abbondante, a seguito avevo fatto esame urine + ecoaddome ed era tutto negativo).

La mattina successiva comunque faccio un'urocoltura (si, lo so, avrei dovuto aspettare 10 gg ma la farmacista mi ha detto che se c'erano batteri anche se prendevo una sola busta di Monuril almeno qualcuno si sarebbe visto dall'urocoltura).

La sera (cioè dopo 24 h dalla prima busta) prendo la seconda busta di Monuril perché percepisco ancora fastidio, anche se la situazione è migliorata.

Ad oggi, dopo 6 gg ho ancora la sensazione di vescica che non si svuota anche dopo aver urinato, ma non ho nessun bruciore o altri sintomi. L'urocoltura è negativa.

Ora, sono molto spaventata perché in internet leggo di cistite interstiziale, incontinenza, prolasso vescicale.. Insomma di tutto di più con questi sintomi che ho io. Posso escludere queste brutte cose?

Mi chiedo: è possibile avere ancora dopo 6 gg questa sensazione di vescica piena anche senza altri sintomi?

L'antibiogramma può essere risultato negativo perché ho preso Monuril? E nel caso, come mai se non ci sono più batteri ho ancora questa sensazione??

Posso essere incinta? Io e mio marito cerchiamo una gravidanza e mi chiedevo se poteva essere un sintomo precoce.

Ps. ho fatto una visita ginecologica alcune settimane fa con eco transvaginale e pap test ed era tutto perfetto.

Ringrazio in anticipo per le risposte.

Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Premettiamo che su questi temi il punto di riferimento è lo specialista in urologia. Basarsi sui consigli di un farmacista, con tutto il rispetto per questo professionista, rischia di non portare a risultati concreti. Le cistiti emorragiche sono quasi sempre sorrette da ceppi particolari del batterio Escherichia Coli, comunissimo abitante innocuo del suo intestino, perlopiù ancora abbastanza sensibile agli antibiotici più comuni. L'efficacia può essere molto rapida e quindi una (discutibile) urocoltura precoce può certamente risultare negativa. Diremmo che i suoi timori non abbiano sostanza, le manifestazioni di cui ci riferisce hanno manifestazioni e presupposti diversi, ovviamente le fini differenze vengono colte solo dallo specialista. Nella maggioranza dei casi, in queste situazioni l'attenzione va diretta all'intestino piuttosto che alla vescica, la quaele si trova ad essere solo la vittima innocente di fatti che si originano altrove. La correzione della funzione intestinale e dell'equilibrio della sua flora batterica sono il primo provvedimento da assumere. La terapia antibiotica dovrebbe anche essere amministrata con la massima parsimonia, cercando di limitarla alle situazioni con febbre, complicazioni (ematuria abbondante) odisturbi molto intensi. Buona parte dei casi più semplici si possono giovare della semplice diluizione forzata delle urine, ottenuta assumendo una elevata quantità di liqudi (es. 2 litri e mezzo nella giornata) per 2-3 giorni consecutivi. In conclusone, le consigliamo di affidarsi ad un nostro Collega che la possa seguire con la dovuta professionalità.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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